Nel settore delle cure a domicilio c’è qualcosa che non va. Il numero di operatori autorizzati a fatturare a carico della LAMal, la Legge federale sull’assicurazione malattia, è cresciuto in modo esponenziale: +153% nell’ultimo decennio in Ticino. Scenario che ha spinto il Consiglio di Stato a proporre al Gran Consiglio una moratoria (a tempo indeterminato) alle nuove autorizzazioni. Una possibilità introdotta il 1° luglio a livello federale.
Ora, rispondendo a un’interrogazione dei deputati comunisti Massimiliano Ay e Lea Ferrari che chiedeva se il proliferare dei servizi Spitex stia portando il sistema al collasso, il governo torna a ribadire quanto il margine di manovra per i Cantoni sia limitato. E indica anche qual è una parte delle cause, ovvero le verifiche delle casse malati: “I controlli sull’economicità delle prestazioni erogate e fatturate a carico dell’Aoms (Assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie, ndr) sono di competenza degli assicuratori malattia. Queste verifiche si sono finora rivelate poco efficaci e incisive, considerata la difficoltà di dimostrare che le prestazioni erogate e fondate su una prescrizione medica risultino eccessive rispetto a quanto esige l’interesse dell’assicurato e lo scopo della cura”. Tra gli altri motivi che hanno spinto alla crescita delle cure a domicilio ci sono, come noto, il progressivo invecchiamento della popolazione e il rafforzamento della strategia di mantenimento a domicilio.
Attivi nel settore ci sono associazioni e organizzazioni sia pubbliche che private. Queste ultime, come scrive il Consiglio di Stato nella sua risposta, erogano molte più ore LAMal. “In base ai dati del Consuntivo 2022, gli Spitex commerciali hanno erogato in media 120 ore per caso, equivalenti a un fattore di 1,7 volte superiore rispetto alle 72 ore medie per caso erogate dal SACDip (Servizio di assistenza cure a domicilio di interesse pubblico). Le ragioni di questa differenza sono imputabili principalmente alla diversa tipologia di pazienti presi in carico e, si presume, a un’interpretazione e un’applicazione differente del principio di sussidiarietà, ovvero pianificare un intervento tenendo conto il più possibile delle risorse del paziente, sia personali che del suo entourage”. Questa differenza è ancora più marcato se si guarda a livello nazionale. Secondo la statistica dell’assistenza e cure a domicilio dell’Ufficio federale di statistica, la differenza fra le ore erogate dai servizi pubblici (47) e quelle erogate dai servizi privati (116) è infatti pari a un fattore di 2,5. Ciò nonostante, sottolinea il Consiglio di Stato, “il confronto fra i valori rilevati nelle varie regioni appare tuttavia poco significativo poiché non tiene conto della modalità di presa in carico delle persone anziane adottate dai vari Cantoni”. Sempre da un confronto a livello nazionale, emerge come in Ticino l’importo medio rimborsato dagli assicuratori malattia per le cure domiciliari risulti il più elevato.