Il Consiglio di Stato propone un controprogetto all'iniziativa che chiede di abolire il balzello, alla cassa solo parcheggi aziendali. ‘Contesto cambiato’
Un controprogetto che ‘alleggerisce’ la tassa di collegamento senza però privarla del suo scopo, ovvero quello di incentivare un cambio di abitudini nella mobilità a favore del trasporto pubblico. È quanto mette sul tavolo, attraverso un messaggio governativo, il Consiglio di Stato per cercare di difendere la tassa di collegamento. Tassa che un’iniziativa popolare chiede di abolire ancora prima della sua introduzione, prevista nel 2025.
Rispetto alla versione “originale” fortemente voluta dal direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, il controprogetto presentato dal governo prevede che questa non sarà applicata ai posteggi destinati a clienti e visitatori, ma solo ai parcheggi per personale e altri utenti che si spostano in modo sistematico. “Rispetto al 2016 – si legge nel messaggio governativo –, anno di adozione della tassa di collegamento da parte del popolo, l’impatto che la tassazione dei parcheggi destinati ai visitatori e ai clienti dei negozi avrebbe sulla popolazione e le famiglie è cambiato. Si è assistito infatti a un aumento generale del costo della vita, accentuatosi nel corso degli ultimi anni a seguito della fragilizzazione del contesto internazionale”. Insomma, il Consiglio di Stato non vuole mettere un ostacolo ulteriore a un settore, quello del commercio, che sta già vivendo un momento difficile. Questa correzione causerà un mancato introito che l’Esecutivo stima in 5 milioni di franchi annui.
Nessun passo indietro invece per quanto riguarda i posteggi aziendali. “L’obiettivo primario della tassa di collegamento rimane quello di orientare la domanda di mobilità verso forme diverse dall’automobile a uso singolo, limitatamente però agli spostamenti pendolari”, scrive il Consiglio di Stato che da questo nuovo balzello stima di incassare 15 milioni di franchi ogni anno. La tassa di collegamento si applicherà solo nei comuni soggetti al regolamento cantonale sui posteggi privati (di fatto all’interno degli agglomerati) e graverà solo sui generatori di importanti correnti di traffico, ovvero chi dispone di almeno cinquanta posti auto.
L’indirizzo è quindi chiaro: cercare di far cambiare le abitudini (per ora) soprattutto ai pendolari. Anche perché l’offerta del trasporto pubblico, ovvero l’alternativa indicata agli spostamenti con i mezzi privati “è stata fortemente potenziata”. Afferma il governo: “L’apertura della galleria di base del Monte Ceneri nel 2021 ha facilitato il raggiungimento del posto di lavoro con il mezzo pubblico. Grazie a questo potenziamento la parte di posti di lavoro che beneficia di una qualità dell’allacciamento al trasporto pubblico tra media e molto buona è passata dal 65 al 73%, mentre è calata al 6% la parte di posti di lavoro non servita”.
Sulla tassa di collegamento, come noto, si era pronunciato anche il Tribunale federale. Il Tf – ricorda il messaggio governativo – ha confermato che esistono i presupposti perché la tassa di collegamento possa svolgere la funzione di imposizione orientativa. In particolare ha confermato il legame tra la disponibilità di posteggio sul luogo di lavoro, la sua tariffazione e la scelta del mezzo di trasporto da parte dei pendolari”.