Il presidente della Camera dell'economia fondiaria a tutto campo tra pianificazione territoriale, sfitto, pigioni e risanamento energetico
«La denatalità, lo sfitto cronico, il risanamento energetico, il primato dei tecnici sulla politica e la disinformazione sull'andamento degli affitti». Per non parlare dell'attualità, vale a dire il mettere in atto le modifiche previste dalla Legge federale sulla pianificazione del territorio. La palla ora è nel campo dei Comuni, che devono procedere all'aggiornamento dei Piani regolatori. E in tutto questo la preoccupazione della Camera ticinese dell'economia fondiaria (Catef) sale, avvicinandosi sempre di più il mese di ottobre: «Le zone edificabili sono moltissime – dice alla stampa il presidente della Catef Gianluigi Piazzini –, ma questi esuberi di edificabilità o devono essere congelati, o ridotti o azzerati, facendoli tornare a zona verde». Ed ecco spiegata la preoccupazione, «perché tocca ai Comuni prenderne atto e non è bello dire a qualcuno che il suo terreno è congelato e ora è buono per coltivare patate», spiega ancora Piazzini con la consueta e schietta verve. «E c’è anche il grande problema degli indennizzi: il governo sembra tranquillo, noi lo siamo molto meno con tutte queste incertezze».
Continuando a sfogliare i cahiers de doléances della Catef, il suo presidente affronta anche il capitolo del risanamento energetico degli stabili. Un problema che «non coinvolge tanto chi ha la propria casa e si gestisce per conto suo, ma chi ha immobili a reddito: qui c’è il buio più completo». Premessa: «Noi non siamo contro la green economy», ma «l'impressione è che se si strattona troppo si ottiene l'effetto contrario». Buona parte del parco immobiliare, continua il presidente della Catef, «è stato costruito negli anni tra il 1945 e il 1975, non male, ma con l'arte del tempo. Ora, mettere mano a tutta questa sostanza è complicato». E mette giù le cifre: «Solo per il risanamento energetico si può spendere 90mila franchi a immobile, con migliorie negli appartamenti che a volte sono un po’ datati si arriva a 120/130mila franchi, se si vanno a toccare le pareti, si cambia qualcosa di strutturale per adeguarlo ai tempi anche 200mila franchi... E mancano le informazioni necessarie, nonché esempi su come muoversi».
Un occhio, Piazzini lo rivolge anche alla questione dei rustici fuori zona: «Ora la legge c’è e il Cantone deve muoversi a occupare i pochi spazi concessi da Berna».
Ma dove il presidente della Catef spinge di più è sulla denatalità: «Sì, è la nostra prima preoccupazione» afferma convinto. Perché «da qui parte tutto: meno imposte pagate, meno figli che si tradurranno in problemi anche per il nostro settore».
Rimanendo al presente, non manca qualche stoccata sul tema sfitto e costi degli affitti. Gli appartamenti vuoti ormai sono diventati «situazione cronica», mentre per le pigioni Piazzini spazza il campo: «Gli affitti in essere sono inferiori del 18/22% degli affitti offerti sul mercato, e le pigioni ticinesi sono stabili a tutto vantaggio degli inquilini». Con la zampata: «Qui con 1'300 franchi si trova in affitto un 3,5. Ci provino sull'Altipiano, a Zurigo o a Basilea...».