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Un Consuntivo '23 che guarda più al futuro che al passato

Nel rapporto del presidente della Gestione Bixio Caprara via libera al deficit di 121 milioni, ma con un occhio a revisione della spesa e Preventivo '25

(Ti-Press)
4 giugno 2024
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“L'esercizio di valutazione dei dati di Consuntivo è solitamente una riflessione volta al passato. Mai come quest'anno invece il Consuntivo 2023 deve essere visto come un primo passo sull'impegnativo percorso che deve portare il Cantone a un riequilibrio delle proprie finanze". È tutto in queste parole il senso del rapporto commissionale sui conti del Cantone dell'anno scorso stilato dal presidente della commissione parlamentare della Gestione Bixio Caprara (Plr). Cinquantaquattro pagine dense nelle quali da un lato si dà il via libera al risultato complessivo, vale a dire a un disavanzo di 121,8 milioni di franchi, ma che più che al 2023 guarda al futuro. Come? Principalmente con un lavoro certosino, curato dallo stesso Caprara, che a suon di grafici e tabelle offre una panoramica completa dei singoli dipartimenti e approfondisce alcuni temi specifici come le risorse umane, le misure di contenimento della spesa già applicate e le modalità gestionali. Poi, con un invito. Che Caprara conferma da noi interpellato: «L'intenzione è far capire, a titolo propedeutico, di cosa stiamo parlando e di dare un senso alle parole efficacia ed efficienza. Due principi che sembrerebbero ampiamente condivisi, ma che hanno un senso solo se ci si sporca le mani e si entra nel merito di ogni singolo dipartimento e si osserva il rapporto tra risultati raggiunti e obiettivi posti, e quello tra gli obiettivi raggiunti e le risorse impiegate».

Quindi tanti numeri – alcuni che convincono, altri meno come quelli che sulla valutazione degli impiegati dello Stato e i livelli di prestazione raggiunti alle colonne relative a prestazioni insoddisfacenti o largamente al di sotto delle attese vede un trionfo di zero virgola percento – ma che conducono a un'idea chiara: «Il tema della gestione del personale suscita sempre parecchie domande – ci spiega Caprara –, e le domande che ci poniamo in questo rapporto dovranno trovare risposte e approfondimenti nei due grandi progetti che abbiamo davanti e che coinvolgono il personale, ma non solo: la revisione della spesa e il Preventivo 2025». E nel suo rapporto, il presidente della Gestione senza bisogno di sfere di cristallo anticipa i tempi: “Facile prevedere che non ci saranno ricette magiche, ma solo il classico lavoro politico fatto di disponibilità a trovare soluzioni condivise, senza rifuggire dal costruttivo e sano confronto dialettico ma senza difese di campo preconcette o corporative”.

Le firme mancanti della Lega. Caprara: ‘Si prendano le loro responsabilità’

Il rapporto, a oggi, è firmato solo da Plr e, con riserva, dal Centro. Una riserva che, afferma a ‘laRegione’ il capogruppo Maurizio Agustoni, «è semplicemente dovuta al fatto che il rapporto, molto sostanzioso, è arrivato in questi giorni e dobbiamo ancora discuterne in gruppo. Ma nel rapporto non ci sembra ci sia niente che possa condurre a non sostenerlo». A mancare, di conseguenza assieme a una maggioranza, sono le firme di Udc e Lega. Per i democentristi Tiziano Galeazzi va dritto al punto: «Come in passato, siamo molto critici sulle spese e sull'assunzione di personale. Spendiamo ancora troppo. La nostra parola d'ordine è rigore finanziario, e quindi finché non si andrà in questa direzione noi non sosterremo né Preventivi né Consuntivi». In casa Lega oltre alle firme sono assenti anche le dichiarazioni. Da noi più volte sollecitato, il capogruppo Boris Bignasca non ha infatti risposto. Sibillino ma fermo come un masso è ancora Caprara: «Il rapporto va in aula a giugno, poi ognuno si dovrà assumere le sue responsabilità: chi ha due consiglieri di Stato mi pare rappresenti buona fetta della spesa». Si vedrà.

L'opposizione di Ps e Verdi

E da socialisti e Verdi, che come indicato nella nota commissionale hanno preannunciato un rapporto di minoranza, arriva un no al Consuntivo. «Un no alla politica portata avanti dalla maggioranza di centrodestra e destra – dice, da noi interpellato, il capogruppo del Ps Ivo Durisch, autore del rapporto in corso di affinamento –. Parliamo di una politica di sgravi irresponsabile perché non è finanziariamente sostenibile a medio termine. Si riducono le imposte ai più abbienti, erodendo così ulteriormente le risorse dello Stato e compromettendo – attraverso risparmi e tagli – l'erogazione di servizi essenziali, anche per il ceto medio. Tutto questo per giunta in un cantone con i salari più bassi della Svizzera». E che gli sgravi «non sono finanziariamente sostenibili, come ad esempio quelli decisi nel 2017 e nel 2019, lo attesta la situazione di grande fragilità in cui versano ancora oggi le finanze del Cantone».

Riguardo al Preventivo 2023, aggiunge Durisch, «il reale disavanzo del Preventivo 2023 sarebbe di 240 milioni di franchi, con un miglioramento di circa 120 milioni nel Consuntivo. La mancata trasparenza del governo e della maggioranza del parlamento è ormai evidente: i dati sui premi di cassa malati, Banca nazionale e imposta di circolazione erano già conosciuti al momento del voto in Gran Consiglio sul Preventivo, ma non sono stati considerati. Il che è da biasimare». Un deficit di circa 240 milioni, che «avrebbe fatto scattare il freno ai disavanzi e quindi costretto, per legge, a ragionare anche su un aumento del coefficiente di imposta cantonale, cosa che la maggioranza non voleva certo fare». Di più: «Con le cifre reali possiamo dire che il disavanzo strutturale di questo Consuntivo è attorno ai 200 milioni, visto che la maggior parte delle misure di rientro non sono strutturali, ma puntuali per il 2023».

L’esponente del Ps guarda al recente passato ma pure all’immediato futuro, e cioè alla votazione popolare di domenica sulla riforma tributaria. Secondo Durisch, «non possiamo permetterci di rincorrere la concorrenza fiscale come se fosse la soluzione delle nostre difficoltà finanziarie. Anzi, gli sgravi generano difficoltà perché vengono a mancare importanti risorse, ciò che porterà il Gran Consiglio a decidere tagli a servizi e prestazioni, causando anche immobilismo politico e minando di riflesso la progettualità. Il risultato? Un peggioramento della qualità di vita, soprattutto per le persone più deboli. È questo il Ticino che vogliamo?!».

Insomma, ribadisce Durisch, «le finanze del Cantone sono strutturalmente fragili, e questo Consuntivo lo dimostra. L’unica risposta del Consiglio di Stato alla fragilità delle finanze è tagliare servizi e prestazioni, mentre si continuano a fare sgravi fiscali. Il governo e il parlamento hanno scelto l’ideologia dell’“affamare la bestia”: un’ideologia che non fa che aumentare le disuguaglianze e riduce la capacità di intervento dello Stato. A questa ideologia noi ci opponiamo».