laR+ Ticino

‘Servono politici che guardino oltre il proprio mandato’

Numerose domande ma poche risposte al dibattito ‘Tagli cantonali: quale futuro per le persone con disabilità’. Quanto sta accadendo ‘è gravissimo’

(Ti-Press)
18 giugno 2024
|

«Noi genitori e parenti di ragazzi con disabilità abbiamo tante preoccupazioni, tanti pensieri, tante paure, ma pochissime certezze. Sappiamo che i risparmi decisi oggi avranno conseguenze sul medio-lungo termine, quando forse saremo anziani o non ci saremo più. Ma cosa significa, concretamente? Saranno ridotti i posti in appartamenti protetti o in case per anziani? Verranno a mancare dei servizi? Chi si prenderà cura dei nostri figli e come? Sarà garantita l’attenzione alla loro inclusione nella società?». Sono preoccupazioni rimaste sospese nella sala quelle espresse dai famigliari presenti alla tavola rotonda organizzata da Atgabbes lo scorso 25 maggio a Monte Carasso sul tema ‘Tagli cantonali e qualità di vita: quale futuro per le persone con disabilità’. I quattro ospiti invitati dall’Associazione ticinese di genitori e amici dei bambini bisognosi di educazione speciale – due funzionari del Cantone presenti al posto del direttore del Dipartimento sanità e socialità (Dss) Raffaele De Rosa impossibilitato a partecipare all’evento, e due direttori di organizzazioni per persone con disabilità – hanno dibattuto per due d’ore, ma le rassicurazioni e le prospettive offerte per il futuro sono state poche.

Lo scorso novembre, tramite una lettera inviata alla Commissione parlamentare della gestione contenente un’attenta analisi delle singole misure di risparmio, Atgabbes ha cercato di evidenziare e segnalare all’attenzione della politica come le misure di risparmio possano comportare una diminuzione sostanziale di tutti quei servizi necessari ad assicurare i diritti di pari opportunità che uno Stato civile e democratico deve garantire ai cittadini, specialmente ai più deboli. «Per noi l’aspetto più grave e allarmante delle conseguenze dei tagli previsti sta in ciò che le tabelle di calcolo non riescono a esprimere, ovvero l’inversione di tendenza culturale nell’applicazione dei concetti di integrazione e inclusione sociale nei confronti delle persone con disabilità – ha evidenziato il presidente dell’associazione Cosimo Mazzotta –. Concetti che rappresentano le basi per una vita dignitosa e che non possono essere considerati alla stregua di risultati contabili».

‘Per ora qualità e quantità garantite’

«Non siamo qui per entrare nel merito delle misure di contenimento della spesa 2024 decise dal Gran Consiglio, ma per spiegare cosa comportano», ha premesso Gabriele Fattorini, capo Divisione dell’azione sociale e delle famiglie. Tre sono le principali voci inerenti al settore delle persone con disabilità toccate dal primo pacchetto di misure di riequilibrio finanziario iscritto a Preventivo 2024: la riduzione lineare del contributo globale alle strutture per invalidi, per una percentuale dello 0,9%; la riduzione del contributo globale per un importo equivalente al 40% dei fondi accumulati dagli enti gestori delle strutture per invalidi attraverso i contratti di prestazione; e il rallentamento/posticipo di nuove iniziative e progetti nel settore, «misure che con questo pacchetto permettono comunque di non ridurre la qualità e la quantità delle prestazioni erogate dagli enti», ha sottolineato Fattorini.

«Come Ufficio degli invalidi – ha precisato il responsabile Christian Grassi –, alla luce della decisione scaturita dal Gran Consiglio abbiamo il compito di elaborare i contratti di prestazione tra Cantone ed enti, sui quali si applica la prima misura di riduzione della spesa. Rispetto ai 2 milioni previsti, siamo riusciti a operare una decurtazione lineare più contenuta rispetto a quanto inizialmente preventivato, pari a 1,14 milioni. Per quanto riguarda il prelievo indiretto sui fondi, questo ammonta a 4,74 milioni anziché a 6,34». Mentre la terza misura di contenimento, che a Preventivo corrisponde a una riduzione di 2,7 milioni, «è ottenuta grazie alla revisione di tendenza della spesa dovuta al posticipo, per motivi di natura tecnica e logistica, di alcune nuove iniziative, tra cui quella concernente la nuova scuola speciale della Fondazione Otaf di Bellinzona». La nuova scuola speciale con internato, ha indicato Fattorini, sarà comunque aperta a settembre e se necessario verrà fatto il possibile per farla funzionare a pieno regime già nel corso del prossimo anno civile.

‘Abbiamo grattato il fondo del barile’

«Siamo preoccupati non tanto per quello che sta succedendo oggi, perché nelle nostre strutture le persone sono accolte con la consueta qualità e attenzione, ma per gli sviluppi futuri, perché per arrivare ai risultati voluti dal Decreto Morisoli abbiamo già ora “grattato il fondo del barile” e a meno di altri conigli che escono dal cappello, sarà impossibile risparmiare senza diminuire la quantità o la qualità dei servizi», ha affermato con sconforto il direttore di Pro Infirmis nonché deputato del Partito socialista in Gran Consiglio – e unico politico cantonale presente in sala – Danilo Forini. Come noto, un secondo pacchetto di misure di risparmio, probabilmente ancora più incisivo, è previsto per il 2025. «Quello che pesa nel lavoro di tutti i giorni è il clima politico, la sensazione di una enorme mancanza di considerazione nei nostri confronti – ha sottolineato Forini –. In parlamento la discussione sul nostro settore è stata liquidata in pochi minuti, senza accogliere nessun emendamento. Ne siamo usciti come quelli più colpiti dai tagli». Quest’anno, ha poi annotato Forini, Pro Infirmis non ha potuto annunciare quasi nessuna nuova iniziativa: «È la prima volta da quando sono direttore, ovvero da 14 anni, che siamo fermi a livello di progetti innovativi. Negli ultimi mesi abbiamo tirato il freno a mano in modo importante e anche se gli effetti non li vediamo ancora, quello che sta succedendo è gravissimo. Stiamo risparmiando oggi ma la pagheremo sicuramente in futuro».

‘Rischio di dover agire in emergenza’

A riprendere e articolare tale riflessione è stato Claudio Naiaretti, direttore della Fondazione San Gottardo: «Ci troviamo confrontati con sempre più giovani con disagio psichico o deficit psichico. In aumento sono anche le persone con disabilità che invecchiano molto più di un tempo, così come i familiari che se ne prendono cura a casa. Insomma, i bisogni stanno crescendo. È dunque necessario che gli enti adeguino la presa a carico e i servizi per la disabilità anziana, che si preparino ad accogliere un maggior numero di persone che vivono a domicilio. Se non riusciamo ad anticipare i tempi, ad agire preventivamente per occuparci di questi bisogni – ha avvertito Naiaretti –, il grande pericolo è che in futuro dovremo iniziare ad agire in emergenza». Quello della disabilità è un settore pesantemente colpito nei momenti di difficoltà, ha poi rimarcato il direttore della San Gottardo, facendo riferimento alla pandemia e alle difficoltà avute dal settore per accedere alle vaccinazioni. «Sono aspetti che ci fanno soffrire e generano tristezza – ha commentato Naiaretti –. Sia con l’Ufficio degli invalidi che con la Divisione in questi anni si è fatto tutto il possibile per impostare un lavoro di accoglienza e di accompagnamento in un’ottica dignitosa e in linea con la Convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità. Ora però queste misure di risparmio ci costringono a un’involuzione».

La Fondazione San Gottardo, ha reso noto il suo direttore, non dispone di fondi di riserva, ma il loro prelievo, ha detto, «è una misura pericolosa perché innesca dinamiche nuove. Da un lato porta alla fragilizzazione degli enti che non avranno più la possibilità di contare su delle riserve che avrebbero potuto mobilitare nei momenti di difficoltà. D’altro canto il rischio è anche che nessuno cercherà più di risparmiare perché i fondi potrebbero venir presi dal Cantone». Allarme genera anche la misura inerente al rallentamento/posticipo di progetti, nonostante quest’anno sia stata quasi del tutto scongiurata: «Per gli anni a seguire – ha messo in luce Naiaretti – a Piano finanziario i milioni che si intendono risparmiare sono in crescendo: 3,1 nel 2025, 5,9 nel 2026, 6,8 nel 2027. È vero che i progetti in corso dovrebbero poter essere realizzati, non così quelli utili a rispondere ai bisogni emergenti», ha ribadito il direttore della San Gottardo, che ha anche dichiarato di aver chiuso i conti annuali con un deficit importante: «Questo perché abbiamo fatto la scelta molto chiara di attivare le risorse necessarie per dare un accompagnamento adeguato agli utenti, ad esempio assumendo personale supplementare per rispondere ai bisogni».

A pesare oltretutto in modo particolare sul settore, ha aggiunto Forini, è il mancato riconoscimento del rincaro al personale, che non avrà nemmeno diritto ai 400 franchi e ai due giorni di congedo pagato riconosciuti ai dipendenti pubblici: «Si tratta di una misura gravissima in un contesto caratterizzato da un’inflazione alta». Una misura, ha ripreso Forini, «che non aiuta certo a rendere più attrattiva la professione in un ambito in cui quando si aprono dei concorsi i candidati scarseggiano». Alcuni accorgimenti per utilizzare il minor budget a disposizione sono già stati messi in pratica da Pro Infirmis: «Abbiamo ad esempio rinunciato a un affitto per i nostri collaboratori di un servizio di Locarno che si sono dovuti stringere in un ufficio unico e abbiamo sfoltito alcune percentuali lavorative –, ha rivelato il direttore –. Ma più di così non possiamo limare, in futuro il rischio concreto è di dover ridurre sensibilmente il personale».

‘La Divisione è pronta a dialogare’

«Sono preoccupazioni che ci preme molto raccogliere per gli anni a venire e che noi comprendiamo – ha dichiarato Fattorini –. È importante organizzare momenti come questo per farsi sentire, per aprire un dibattito che possa sensibilizzare la popolazione e la politica». Andando oltre gli auspici, ha fatto sapere il direttore della Divisione, in vista del Preventivo 2025 sono in corso degli incontri interni con il Dipartimento finanze ed economia e una delle richieste del Dss è stata di poter coinvolgere fin da subito gli enti e le strutture toccati, per evitare di presentare delle nuove misure di risparmio non discusse con tali organizzazioni. La Divisione è pronta a sedersi al tavolo delle discussioni, ha indicato Fattorini, non appena riceverà dall’associazione mantello delle strutture per disabili i nominativi dei vari rappresentanti. «Come Ufficio degli invalidi ci troviamo tra l’incudine e il martello – ha affermato dal canto suo Grassi –. Da una parte dobbiamo dare seguito alle decisioni prese democraticamente. Dall’altra mi sento di dire che abbiamo sempre cercato di far capire che il nostro settore di competenza ha bisogno di pianificare su più anni per mettere in campo dei progetti che possano dare delle risposte all’evoluzione della popolazione».

Sull’entità delle prossime misure, hanno evidenziato i due funzionari, la palla è in mano a governo e parlamento. «L’esercizio che facciamo – ha sostenuto anche Fattorini – è sempre quello di difendere il più possibile la parte del budget a disposizione. Va però detto che come Dss abbiamo la spesa più importante di tutto il Cantone quindi in modo abbastanza inevitabile il rischio è che si venga chiamati a contribuire in maniera importante alle misure di contenimento della spesa». Più nello specifico, ha spiegato Fattorini, il budget dell’Ufficio degli invalidi è, all’interno della Divisione, quello di gran lunga più alto. Globalmente l’ambito degli anziani e delle cure a domicilio ha una spesa maggiore, ha precisato il capo Divisione, ma il contributo versato dal Cantone è pari solo al 20% del totale, mentre il settore della disabilità è a carico delle casse pubbliche nella misura del 100%.

‘Cosa diminuiamo? Sicurezza? Uscite?’

«Siamo sicuramente disposti a sederci al tavolo – ha ribattuto Forini – ma nella situazione in cui ci troviamo diventa difficile dire ‘va bene, tagliamo qua o là’. Cosa diminuiamo, la sicurezza? Facciamo meno uscite nel weekend? Rivediamo al ribasso i rapporti di presa a carico? Se ci imporranno ancora dei tagli ci dicano dove e come. Il direttore del Dss e in generale il Consiglio di Stato si prendano le proprie responsabilità nell’allestire il messaggio sul Preventivo 2025, e di seguito lo facciano i granconsiglieri».

«Noi genitori lavoriamo e ci adoperiamo per lasciare un giorno i nostri figli in una società inclusiva, attenta alle necessità delle fasce più bisognose, una società che sappia guardare ai nostri cari per quello che sono e non per quello che hanno – ha detto al termine dell’incontro il presidente di Atgabbes –. Quello che personalmente mi sconcerta è la sottrazione al dialogo mostrata dalla politica. Alcuni giorni fa abbiamo organizzato una serata sui tagli relativi al settore della pedagogia speciale in cui è intervenuta la direttrice del Dipartimento educazione, cultura e sport Marina Carobbio e grazie alla sua disponibilità a incontrarci siamo arrivati a delle conclusioni su come agire. Fino ad allora però, e ancora oggi, tranne per quanto riguarda Danilo Forini, la politica si è completamente negata. Non vogliamo dover scendere in piazza per farci ascoltare – ha dichiarato Mazzotta –, ma discutere nelle sedi opportune del futuro delle persone con disabilità. Ci fa piacere che il Dss si dica disposto a farlo. Ma al tavolo ci devono essere persone che riescano a vedere oltre il proprio mandato politico di alcuni anni, altrimenti il rischio è che vengano alzate nuove barriere sociali e culturali».