Ticino

‘Le segnalazioni non sono reciproche né consequenziali’

Il Consiglio della magistratura interviene, conferma e smentisce quanto uscito sui media sul caos all'interno del Tribunale penale cantonale

La replica
(Ti-Press)
29 aprile 2024
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Sull’ennesima burrasca che sta coinvolgendo la giustizia ticinese – le segnalazioni di giudici del Tribunale penale cantonale al Consiglio della magistratura, e ai vertici del Tribunale d'appello a seguito del caso di una segretaria della Cancelleria del Tpc che avrebbe praticato mobbing nei confronti di una collega, come riportato oggi da ‘laRegione’ – è lo stesso Consiglio della magistratura a confermare, smentendo quanto scritto dai media in questi giorni.

“Al fine di evitare che vengano date notizie inesatte e che vi siano speculazioni che potrebbero danneggiare l'immagine della magistratura e quella dei giudici coinvolti, è necessario precisare alcuni aspetti, nei limiti imposti dal segreto di funzione”, scrive infatti il Cdm in una nota diffusa alla stampa “dopo aver preso atto dei recenti articoli apparsi sugli organi di stampa cantonali e dei servizi radiotelevisivi che vi hanno fatto seguito”. Nonché, dell’atto parlamentare di Matteo Quadranti (Plr).

Le segnalazioni ci sono

Ebbene, “il Consiglio della magistratura conferma che sono giunte due segnalazioni nei confronti di tre giudici del Tribunale penale cantonale. Una nei confronti dei giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, presentata dai loro tre colleghi del tribunale (il presidente Mauro Ermani, Marco Villa e Amos Pagnamenta, ndr). E una nei confronti di Mauro Ermani, presentata da terzi”. Il tutto come da noi scritto. Il Consiglio “si è immediatamente attivato”.

Però, si continua a leggere nella nota, “contrariamente a quanto ipotizzato da parte dei media, le segnalazioni, che vertono su fatti diversi tra loro, non sono reciproche e nemmeno l'una la conseguenza dell'altra – scrive il Cdm –. I magistrati coinvolti ne sono stati informati a distanza di poche ore gli uni dagli altri e quando il Consiglio le aveva già ricevute entrambe”.

‘Significa solo che sono necessari approfondimenti’

Il Consiglio della magistratura aggiunge anche come “a scanso di equivoci va sottolineato che l'apertura di un procedimento significa solo che si rendono necessari approfondimenti, ma nulla dice sulla fondatezza o meno delle critiche ai comportamenti segnalati e sulla loro rilevanza disciplinare”.

Detto ciò, “come avviene per tutti i casi trattati dal Consiglio della magistratura, l'accesso alle informazioni è garantito unicamente alle parti, che di norma sono solo i magistrati oggetto della procedura”. Poi, “una volta prese le decisioni finali ne verrà data notizia a tutti gli interessati e alla collettività, secondo le forme previste dalla legge, ritenuto comunque come l'istruzione delle fattispecie richiederà del tempo”.

La chiosa del Cdm è che resta “infine opportuno rilevare che la situazione qui descritta, come sinora constatato dal Consiglio della magistratura, non pregiudica l'attività giudicante del Tribunale penale cantonale”.

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