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Potere d’acquisto, in commissione stop alle iniziative Mps

La maggioranza della ‘Economia e lavoro’ con Bühler (Udc): ‘Comprometterebbero gravemente il sistema economico’. Sirica (Ps): ‘No, serve agire subito’

Parola al Gran Consiglio
(Ti-Press)
23 aprile 2024
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È eufemisticamente in salita la strada delle iniziative cantonali del Movimento per il socialismo che, presentate nell’ottobre 2022, si ponevano l’obiettivo di intervenire a difesa del potere d’acquisto di salariati e pensionati. Oggi, infatti, la maggioranza della commissione parlamentare ‘Economia e lavoro’ ha aderito al rapporto di Alain Bühler (Udc), che di fatto propone di cassarle. In soldoni, l’Mps chiedeva di adeguare annualmente i salari, le rendite in generale e le rendite di invalidità e superstiti in base alla variazione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo.

Niente da fare. La commissione, si legge nel rapporto di Bühler, “pienamente consapevole delle sfide economiche e sociali attuali in Svizzera, riconosce il potenziale beneficio immediato delle iniziative cantonali proposte per l’adeguamento automatico e annuale dei salari e delle rendite (Lpp, Lainf, Avs) all’indice dei prezzi al consumo”. Di più: “Queste misure riflettono una legittima preoccupazione per il benessere dei cittadini più vulnerabili alla volatilità economica”, concede Bühler.

Ma finisce qui. “Tuttavia – scrive infatti il deputato democentrista – la Commissione è giunta alla conclusione che, sebbene queste iniziative possano offrire sollievo a breve termine, a medio e lungo termine comprometterebbero gravemente la stabilità e la sostenibilità del sistema economico e sociale svizzero”. Infatti, per Bühler e la maggioranza della ‘Economia e lavoro’, “l’introduzione di adeguamenti automatici legati all’indice dei prezzi imporrebbe un onere finanziario insostenibile per le finanze pubbliche a tutti i livelli istituzionali, sulle casse degli assicuratori, dei fondi previdenziali e delle imprese, specialmente in periodi di alta inflazione, portando potenzialmente a un aumento delle tasse, dei contributi o dei premi assicurativi per tutti i cittadini”.

E ancora: “Al di là degli aspetti finanziari, tali misure avrebbero effetti distorsivi sul mercato del lavoro e sull’economia nel suo insieme – aggiunge Bühler –, influenzando le decisioni d’impiego e la competitività delle imprese”. Questo, a sua volta, “potrebbe minacciare la creazione di posti di lavoro e l’innovazione, con ripercussioni negative per salariati e pensionati”.

Il copresidente socialista: ‘Un importante strumento politico per far fronte al problema’

Di diverso avviso è il rapporto di minoranza sostenuto da Ps e Verdi e redatto dal copresidente socialista Fabrizio Sirica, che chiede invece di sostenere tre delle iniziative dell’Mps e di respingere quella dell’adeguamento dell’Avs, dal momento che “la proposta potrebbe avere l’effetto paradossale di far incrementare le rendite meno di quanto aumentano con l’indice misto”. Ciò detto, Sirica con assoluta determinazione ribadisce che “l’erosione del potere d’acquisto rappresenta la problematica più grave per il ceto medio e medio-basso, tradotto in quell’espressione popolare del ‘far sempre più fatica ad arrivare a fine mese’”. Le iniziative in oggetto, aggiunge Sirica, “sono un importante strumento politico per far fronte a questo gravissimo problema, già solo per lanciare un chiaro segnale a Berna e all’imprenditoria da parte del nostro consesso, volto a dire: i salari devono assolutamente aumentare, non è più sostenibile il rincaro che anno dopo anno attanaglia milioni di famiglie e cittadini residenti in Svizzera”.

E serve agire, per i rosso-verdi. Perché “l’inflazione non accenna a diminuire, e ci aspettano ancora tempi difficili dal punto di vista del mantenimento del potere d’acquisto”. Questo fatto rende le iniziative Mps “ancora più urgenti e importanti di quanto lo fossero al momento della loro presentazione”. Sirica difende anche lo strumento utilizzato, quello dell’iniziativa cantonale: “È un valore aggiunto su questo tema, perché non solo una sua approvazione porterebbe all’attenzione delle Camere federali una questione che tocca ogni singolo salariato di tutta la Svizzera, ma che è ancora più sentito in Ticino (...), il Cantone coi salari più bassi del Paese”.