I deputati Passalia, Agustoni e Dadò inoltrano un'interpellanza al Consiglio di Stato dopo diverse segnalazioni di importi accresciuti rispetto al 2023
Il dossier della nuova imposta di circolazione è ben lontano dall’essere archiviato dal dibattito, almeno per quanto riguarda il Centro, partito che nel 2017 lanciò l’iniziativa popolare per un nuovo calcolo basato sulle emissioni di CO2 approvata dal popolo nell’autunno del 2022. Con i deputati Marco Passalia (primo firmatario), Maurizio Agustoni e Fiorenzo Dadò, infatti, i centristi prendono carta e penna e interpellano il Consiglio di Stato – leggasi, il Dipartimento delle istituzioni – in merito alla formula che, presentata il 18 ottobre 2023 e poi votata dal Gran Consiglio, per quanto riguarda l’imposta del 2024 avrebbe portato a diversi aumenti che cozzerebbero con, invece, un gettito previsto che nelle intenzioni rimane stabile a circa 80 milioni di franchi.
Passalia e cofirmatari partono proprio dall’autunno scorso, e dalla presentazione della nuova formula da parte del governo: “Il tempo per gli approfondimenti è stato poco sia in Commissione della gestione, sia all’interno dei gruppi parlamentari. Inoltre, la Sezione della circolazione non ha risposto a tutte le domande poste invocando il fatto che l’imposta non era ancora stata emessa”. Gli interpellanti ricordano che “il Centro ha ribadito a più riprese che il nuovo calcolo proposto dal Dipartimento istituzioni non fosse conforme all’iniziativa popolare del Centro votata dalla popolazione ticinese”. E ancora: “Oltre a non condividere l’introduzione nel calcolo di due nuove variabili (potenza e peso a vuoto) perché ritenute non conformi all’iniziativa, il gruppo del Centro avrebbe voluto avere a disposizione alcuni dati rilevanti e d’interesse pubblico”.
Ebbene, adesso che l’imposta di circolazione per il 2024 è arrivata a tutti “sono centinaia i ticinesi confusi e arrabbiati per l’aumento di questa imposta sebbene ci sia stata una votazione popolare chiara. Quindi – si legge ancora nel testo dell’interpellanza inoltrata al Consiglio di Stato – è senz’altro urgente e d’interesse pubblico che il governo risponda ad alcune domande”.
Che arrivano a raffica, e mirano a far luce su quanto stia davvero succedendo con questa imposta. “Per quanti veicoli (auto fino a 3’500 kg) si è verificato un aumento dell’imposta di circolazione rispetto al 2023?”, chiedono Passalia, Agustoni e Dadò tanto per cominciare. Per poi, subito dopo, chiedere al governo “qual è stato l’aumento mediano dell’imposta di circolazione (prendendo in considerazione, ai fini della mediana, unicamente i veicoli per i quali vi è stato un aumento dell’imposta di circolazione), quanti veicoli hanno avuto un aumento compreso tra 100 e 200 franchi, quanti veicoli hanno avuto un aumento di più di 200 franchi”.
In più, i tre granconsiglieri del Centro vogliono sapere “quanti veicoli elettrici (anche in percentuale sul totale) sono stati immatricolati in Ticino negli ultimi cinque anni, quanti mezzi sono usciti dal parco veicoli negli ultimi cinque anni e a quanto ammonta l’incasso dell’imposta di circolazione per l’anno 2023”.
La nuova formula è stata adottata, lo ricordiamo, per appianare le importanti disparità di trattamento emerse fra i possessori di veicoli: l’utilizzo delle sole emissioni di CO2 come fattore del calcolo, in seguito all’introduzione di diversi sistemi di misurazione a livello mondiale, comportava infatti valori diversi anche su vetture simili o addirittura uguali, a seconda dell’anno d’immatricolazione del veicolo. La modifica interessa unicamente le automobili e le automobili pesanti, in quanto per tutti gli altri generi di veicolo le formule restano invariate.