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Nel 2024 imposta di circolazione più cara per 134mila veicoli

Il direttore del Di: ‘Con l'iniziativa del 2022 i ticinesi avrebbero pagato 8 milioni in più’. Agustoni: ‘Ma il 65% degli automobilisti paga di più...’

In sintesi:
  • Imposta di circolazione, nel 2024, più cara per 134mila veicoli
  • Il capogruppo del Centro: ‘È comunque un aumento’. La replica: ‘Più importante il calo dei reclami che gli articoli di Popolo e libertà’
  • Tutti i numeri della risposta all'interpellanza di Marco Passalia
Botta e risposta
(Ti-Press)
12 marzo 2024
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Nuova seduta di Gran Consiglio, nuovo round sulle imposte di circolazione. Niente scontri né battaglie di religione o carburatore, stavolta, riguardo alla risposta a un'interpellanza di Marco Passalia (Centro) che chiedeva delucidazioni sulle conseguenze della nuova imposta votata dal parlamento lo scorso dicembre per l'anno 2024. Ma, in tutta la loro chiarezza, i numeri. Anche se la chiarezza è sempre una questione di angolazioni. Da quella del direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, il punto focale è, ribadendo quanto già detto più volte, che «con la formula proposta dal Consiglio di Stato e approvata dal Gran Consiglio pochi mesi fa si è permesso ai ticinesi di risparmiare 8 milioni di franchi rispetto a quanto prevedeva la formula di calcolo dell'iniziativa popolare del Centro votata dal popolo il 30 ottobre 2022». L'angolazione del capogruppo centrista Maurizio Agustoni, invece, porta a notare come «il 65% dei veicoli ha avuto un aumento, e per la metà di questi si tratta di un aumento superiore ai 100 franchi. Riassumendo: qualche mese fa questo Gran Consiglio ha aumentato le imposte al 65% degli automobilisti».

La modifica dello scorso dicembre

I riferimenti, sennò non se ne esce: nella seduta dell'11 dicembre 2023, il Legislativo ha ‘corretto’ la formula di calcolo per l'imposta di circolazione votata dal popolo l'anno prima, che considerava come criterio dirimente le emissioni di CO2 prodotte, andando a limare tutte le disparità di trattamento che erano emerse per via dei differenti cicli di omologazione. Per l'anno in corso, e verosimilmente i prossimi, la formula prevede le emissioni come ‘vettore energetico’, certo. Ma con peso e potenza ad avere un ruolo determinante. Da qui, da questi cambiamenti l'interpellanza di Passalia che mirava a sapere a quanti ticinesi questa imposta sia aumentata. Da qui, da questi cambiamenti la risposta di Gobbi.

I reclami in calo

Che prima di rispondere al granconsigliere del Centro, oltre a ricordare come effettivamente rispetto a quanto da loro previsto con l'iniziativa popolare grazie alla nuova formula nel 2024 i proprietari di un'auto abbiano risparmiato, porta un altro dato a suo dire esemplificativo di come la situazione sia migliorata: «Un dato non indifferente – spiega il direttore del Di – è che la Sezione della circolazione, nel 2024, ha risposto a circa 800 reclami scritti a seguito della formula proposta dal governo. Nel 2023 i reclami, dopo l'istituzione della formula temporanea, sono stati 2'500. Tre volte tanto. Il numero delle decisioni formali emesse, invece, è stato lo stesso: sotto la decina».

L’iniziativa ‘Gli automobilisti non sono bancomat’ per il governo ‘dovrebbe essere considerata evasa’

Il calcolo deciso dal Gran Consiglio tre mesi fa, per Gobbi, «garantisce parità di trattamento agendo sul coefficiente, non penalizza le auto famigliari o per disabili considerando il peso a vuoto». Non solo: «A differenza di quanto detto prima della votazione del 2022 – rincara – il governo ha sempre spiegato che questa formula non avrebbe fatto pagare di meno a tutti, ma avrebbe fatto pagare un'imposta più equa a ognuno. Ed essendo rimasto uguale il gettito, abbiamo assistito al principio dei vasi comunicanti: l'imposta è scesa a parte della popolazione, ed è salita per un'altra parte. Ciò avverrebbe con ogni cambio di formula se si decidesse di mantenere lo stesso gettito. Questi sono fatti». Ma c’è dell'altro, prima di passare ai numeri. Perché Gobbi ricorda di transenna ma sornione anche l'altra iniziativa del Centro fu Ppd, ‘Gli automobilisti non sono bancomat’, presentata parallelamente a quella poi votata nel 2022. Iniziativa che chiedeva la restituzione di quanto incassato in eccesso. Ebbene, Gobbi rammenta che «il gettito previsto di 80 milioni era riferito allo stato 31 dicembre 2016. Considerati vari fattori, questo gettito avrebbe dovuto essere indicizzato aumentandone l'importo. Avendolo mantenuto allo stesso livello, anche questa iniziativa a mente del Consiglio di Stato dovrebbe essere considerata evasa».

I numeri

Finite le carinerie per il Centro, Gobbi parte coi numeri. Quelli richiesti da Passalia. A partire da quanti automobilisti nel 2024 hanno subìto un aumento dell'imposta di circolazione: «134'234 veicoli su 224'978, con un aumento mediano di 109 franchi. Per 54'236 auto l'aumento è stato tra 100 e 200 franchi, per 18'488 l'incremento è stato superiore ai 200 franchi». Di conseguenza, «se ne desume che 61'510, poco meno della metà, hanno avuto un aumento inferiore a 100 franchi».

Se Passalia si dichiara «soddisfatto» più per l'esposizione che per il contenuto, par di capire, è il capogruppo Agustoni – si diceva – a rimarcare l'aumento per «il 65% degli automobilisti». Ma Gobbi risponde pure a lui: «Agustoni è abbastanza perspicace per comprendere che se il prelievo rimane lo stesso e cambia la formula di calcolo si sparigliano tutte le carte». E ancora: «Immaginare di cambiare sistema senza cambiare nulla è illusorio, ed è una malattia tipica ticinese quella di ambire e amare le riforme senza toccare nulla». Ultima staffilata: «Mi permetto anche di ricordare che il dato oggettivo sono le reclamazioni, non gli articoli di ‘Popolo e libertà’». Vale a dire il mensile del Centro. Che, non ci vogliono gli aruspici etruschi per prevederlo, tornerà a calcare sul tema.