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Stabile Efg, i Verdi: ‘Una cattedrale per sempre meno fedeli’

Nel rapporto di minoranza di Bourgoin: no all'acquisto, ma piuttosto si ristrutturi Palazzo di giustizia. Critiche a costi e concentrazione delle autorità

In aula sarà confronto teso
(Ti-Press)
31 gennaio 2024
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Sull’acquisto dello stabile Efg di Lugano per la nuova Cittadella della giustizia c’è chi dice no. Come scritto da ‘laRegione’, i Verdi passano dalle parole ai fatti e con un rapporto di minoranza stilato da Samantha Bourgoin si oppongono su tutta la linea al credito di 80 milioni di franchi per comperare Palazzo Botta che è pronto per l'esame del Gran Consiglio, a tutta l’ingente cifra che dovrà essere spesa per la ristrutturazione e la riattazione degli spazi, ma soprattutto gli ecologisti sbarrano la strada al concetto di concentrare in un solo luogo ampie parti della giustizia ticinese. Le richieste al governo formulate da questo rapporto, oltre va da sé a bocciare il credito e quindi l’acquisizione dello stabile, sono secche. A partire, ovviamente, da quella di “adottare una nuova strategia su contenuti e funzionamenti della giustizia prima di acquistare nuovi stabili, che consideri la necessità di indipendenza delle diverse istanze”. Da qui, è tutto a cascata. Al Consiglio di Stato viene chiesto di “considerare i cambiamenti del lavoro e degli spazi necessari, tenuto conto della rivoluzione digitale incombente”, così come di “garantire il proseguimento dei lavori di progettazione e di ristrutturazione per il risanamento completo degli stabili in via Pretorio e via Bossi”.

Già, perché è questo il punto per i Verdi: no all’acquisto dello stabile Efg, piuttosto ristrutturare l’attuale Palazzo di giustizia. E stop. “Chi scrive il rapporto di minoranza – attacca Bourgoin in entrata – ritiene opportuno che si riorganizzi la giustizia partendo dalla decisione di comprare l’involucro, ossia lo stabile Efg edificato da Mario Botta, un edificio figlio della piazza finanziaria anni 80 che non badava a spese per ostentare lo sfarzo e non badava neppure agli alti costi energetici e di gestione”.

‘Potrebbe essere sede di un museo di arte moderna...’

E il fatto “che sia solo lo Stato ad aver mostrato interesse al suo acquisto deve far alzare le antenne”, afferma la granconsigliera dei Verdi. “Giustificare il bisogno di spazio per farci stare dignitosamente i faldoni, ora nei corridoi e negli scantinati (del Palazzo di giustizia, ndr), nel tempo della digitalizzazione è a dir poco anacronistico”, rileva ancora Bourgoin. Ricordando che ‘Justitia 4.0’, vale a dire la digitalizzazione di tutta la giustizia, “porterà a una rivoluzione del suo modo di lavorare entro il 2027”. Detta breve, “non ritenere necessario raddoppiare il Palazzo di giustizia, vale a dire rinnovare il vecchio Palazzo di via Pretorio e aggiungerne uno nuovo come vuole il messaggio, non significa non riconoscere a Lugano un ruolo centrale, anche se non esclusivo, come sede della giustizia. Significa impegnarsi per una giustizia adeguata e giusta”. Allo stesso tempo, “non volere acquisire Palazzo Botta non significa non riconoscergli le sue eccezionali qualità estetiche, ma a nostro avviso si esprimerebbe meglio come sede di un museo di arte moderna piuttosto che accogliere la Giustizia o ancora uffici che erogano servizi alla cittadinanza”.

La questione perizia

Poi c’è il capitolo costi, che comporterà la quasi sicura votazione in aula sul referendum finanziario obbligatorio. “Prima ancora di conoscere la reale dimensione dell’investimento globale avremo già comperato lo stabile Botta e speso quasi 100 milioni di franchi”, aggiunge Bourgoin. In più, “se si conferma la tendenza che vede passare in gestione superamenti di costo che vanno fino a oltre il 30% rispetto ai preventivi, la spesa arriverà ben oltre un quarto di miliardo di franchi”. Come se non bastasse, “il fatto che l’azienda a fornire la perizia sul costo sia stata una sola non aiuta a rendere trasparente la transazione. Questa scelta è ancora più rilevante per il fatto che è proprio sulla base di quest’ultima che il Consiglio di Stato ha formulato la sua proposta di acquisto, poi sottoposta a Efg che l’ha sottoscritta”.

‘Inopportuno avere sotto lo stesso tetto primo grado e appello’

L’acquisto dello stabile Efg non convince i Verdi anche per un altro motivo. Nella relatrice (e non solo in lei) suscita non poche perplessità il prospettato ritorno a Lugano della Carp – la Corte di appello e di revisione penale, oggi a Locarno – nello stesso edificio, quello dell’Efg, destinato ad accogliere anche il Tribunale penale cantonale. Rispettivamente secondo e primo grado di giudizio, sotto lo stesso tetto. Una contiguità fisica non opportuna secondo Bourgoin.

Un aspetto su cui la relatrice di minoranza si sofferma a lungo, partendo da una citazione: “Il primo passo verso una nuova logistica della Giustizia dovrebbe seguire il riassetto strategico complessivo del settore della giustizia sul lungo termine, da attuarsi per mezzo di svariate riorganizzazioni e migliorie all’interno delle singole autorità giudiziarie, voluto da Giustizia 2018’. Questa frase – aggiunge la deputata ecologista – è stata tratta dal primo Rapporto intermedio del Gruppo di studio di ‘Giustizia 2018’ e che chi scrive condivide”. Giustizia 2018, il progetto, rimasto tale, di riforma della magistratura ticinese avviato anni fa dal Dipartimento istituzioni. “Che la logistica sia solo una conseguenza di una riflessione strategica precedente sui contenuti e i funzionamenti, fatta nell’ambito di ‘Giustizia 2018’ o in un altro ambito, con la visione di rendere il nostro sistema giudiziario più moderno e al passo coi tempi sembra più che logico. Qui invece – rileva Bourgoin – ci troviamo a discutere dell’acquisto di un gigantesco immobile prima ancora di aver affrontato il tema di come sarà la giustizia ticinese e di come cambierà una volta affrontata la rivoluzione digitale. Un po’ come mettere il carro davanti ai buoi”.

Tornando a ‘Giustizia 2018’ e alla citazione, l’autrice del rapporto di minoranza osserva ancora: “Queste proposte di riassetto sembrano però essere naufragate o non essere state affrontate. Peccato. Se questo fosse stato fatto, forse, nella discussione” in seno alla commissione parlamentare della Gestione “si sarebbero potute considerare le esperienze positive della Corte di appello e revisione penale da quando è dislocata a Locarno. Più voci autorevoli nell’ambito della giustizia ritengono infatti che la Carp, che statuisce sugli appelli interposti contro le sentenze del Tribunale penale cantonale e della Pretura penale, è oggi più indipendente e questa indipendenza si vede ed è necessaria per la credibilità della giustizia”.

Pertanto, continua la parlamentare dei Verdi, “la logica della centralizzazione dei diversi gradi di giudizio, perseguita tramite la Cittadella della giustizia, è solo apparentemente una buona idea”. In realtà “evitare situazioni incestuose in cui Ministero pubblico, Tribunale di primo grado e Appello convivono sotto il medesimo tetto è semplice buon senso”. Perché “la distanza fisica tra giudici che devono giudicare l’operato di altri giudici è fondamentale per la serenità, l’indipendenza e la credibilità della giustizia e delle sentenze emesse”. In questi anni, sottolinea la relatrice di minoranza, “proprio grazie all’estraneità per rapporto al Tribunale penale di primo grado, la Carp ha saputo crearsi una giurisprudenza autonoma e credibile, e a tratti coraggiosa”.

‘Digitalizzazione e quindi meno spazi fisici’

E poi c’è il tema della digitalizzazione della giustizia con il progetto nazionale ‘Justitia 4.0’. Prepararsi alla rivoluzione digitale “non significa parlare solo di cablaggi”, scrive Bourgoin: “Buona parte degli interrogatori e delle udienze saranno fatti in via telematica con conseguente minor bisogno di spazi e di spostamenti: questo non solo per lo Stato, ma anche per gli studi d’avvocatura che diventeranno più agili e non avranno tutti la necessità di essere in centro città”. Ergo: “Operare importanti scelte logistiche come l’acquisto dello Stabile Botta, senza considerare a fondo questa rivoluzione in corso, significa fare il passo più lungo della gamba. Sarebbe come costruire una cattedrale per sempre meno fedeli”.

Eppure si è detto e ripetuto che non ci sono alternative all’acquisto dello stabile Efg... Bourgoin: «Ovviamente se si cerca una soluzione che deve soddisfare più condizioni, un piano B non si troverà mai».

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