Piazza Governo gremita per la manifestazione ‘Stop ai tagli’. Tanti gli interventi anche di comuni cittadini che hanno condiviso le proprie preoccupazioni
È una piazza Governo gremita quella che ha accolto le rivendicazioni del corteo della manifestazione organizzata dal comitato ‘Stop ai tagli’. Corteo che, in un lungo serpentone, ha sfilato oggi pomeriggio partendo dalla stazione Ffs di Bellinzona. Migliaia le persone presenti, quasi ottomila secondo gli organizzatori, cinquemila stando a Keystone-Ats. Quel che è certo è che i manifestanti erano più numerosi rispetto alla manifestazione dello scorso 22 novembre durante la quale, lo ricordiamo, erano scese in strada cinquemila persone.
Non poche le preoccupazioni dei partecipanti, riassunte anche dagli interventi dal palco. Attraverso le testimonianze di gente comune sulle conseguenze dei tagli prospettati nel preventivo 2024, che colpirebbero tra le altre cose i sussidi di cassa malati, gli stipendi dei dipendenti statali e i contributi agli istituti sociali, la piazza si è rivolta al governo a gran voce. «Tutti prima o poi possiamo trovarci in una situazione di bisogno. Quello che abbiamo deve essere implementato e non tagliato», afferma Denise Carniel, attivista con disabilità, a cui fanno eco le parole di Francesco, un comune cittadino, lette in piazza: «Non è più possibile stare in silenzio. Sono padre di tre bambini e ho uno stipendio di seimila franchi, non male. Nonostante ciò, fatico ad arrivare alla fine del mese. Prima, grazie ai sussidi di cassa malati, riuscivamo a fare quadrare i conti. Ora faremo più sacrifici, ancora di più, sempre di più. Spero che la politica apra gli occhi e realizzi che anche la gente come me, che dovrebbe fare parte del ceto medio, è in difficoltà».
«Vergogna», la parola sulle labbra di tutti i manifestanti. «Quella che molti di noi provano per non poter portare, per esempio, i figli in vacanza. Non è colpa nostra, la vergogna siede in quel palazzo, non in noi», tuona Fabrizio Sirica, copresidente del Partito socialista, a nome del comitato ‘Stop ai tagli’. «Il paese reale deve farsi sentire, la voce dei cittadini non è arrivata ai partiti di maggioranza». Per Sirica, «dobbiamo smetterla di credere alle bugie. Ci hanno raccontato che con il Decreto Morisoli non ci sarebbero stati tagli. Non è vero. Come non è vero che le vacche sono magre, la ricchezza deve essere redistribuita». E avverte: «La strada è una sola: chiedere il contributo di solidarietà, ma non ai dipendenti pubblici, bensì ai ricchi. I tagli nel sociale devono finire nel cestino».