Tre i cambiamenti principali: la nuova imposizione, la tassa per frenare la fuga dei medici e il telelavoro limitato al 25 per cento
Anno nuovo, vita nuova. Un proverbio originato dalla saggezza popolare che per i frontalieri si traduce in tre novità: la nuova fiscalità, la “tassa della salute” e il telelavoro. Un 1° gennaio 2024 carico dunque di nuove regole. Innanzitutto, quelle previste dall’Accordo tra la Repubblica Italiana e la Confederazione elvetica relativo all’imposizione fiscale dei frontalieri, che ha mandato in archivio quello che era in vigore dal 1976. Quasi mezzo secolo. Un lungo periodo nel corso del quale c’è stata una mutazione epocale del frontalierato. A cominciare dal numero di frontalieri occupati in Svizzera, soprattutto in Ticino. Un segmento occupazionale importante per l’economia ticinese che ha trascinato molti problemi, ancora irrisolti: si pensi al traffico e alla qualità della vita a ridosso della frontiera. Problemi ci sono anche sul versante lombardo della fascia di confine. Iniziando dalla carenza di personale (specializzato) oltre confine, grazie alla differenza dei salari. La nuova fiscalità dei frontalieri in vigore dal 17 luglio 2023 (dopo che a maggio era stata approvata dal Parlamento italiano, mentre il via libera svizzero c’era stato molto prima) è operativa dal primo giorno di quest’anno. La novità di maggior rilievo è lo spartiacque tra “vecchi” e “nuovi” frontalieri. I primi sono quelli che erano in servizio il 16 luglio, i secondi sono gli assunti dal 17 luglio in avanti. Il trattamento fiscale per i “vecchi” frontalieri continua a basarsi sulla tassazione, nel solo stato svizzero, del reddito conseguito nella fascia di confine dei cantoni Ticino, Grigioni e Vallese. Chi invece è frontaliero dal 17 luglio rientra nel nuovo accordo che prevede una tassazione concorrente italo-elvetica: in Svizzera verrà applicata l’imposta nella misura ridotta dell’80%, in Italia verrà pagata l’imposta, con aliquote italiane, al netto di quanto già versato allo stato elvetico, che arrivando al sodo significa trattenute molto più alte. La differenza delle imposte pagate da “vecchi” e “nuovi” frontalieri si conoscerà a partire dalle dichiarazioni 2025 (redditi 2024).
La seconda novità è indigesta ai “vecchi” frontalieri che dall’inizio di quest’anno sono tenuti a versare alla regione di residenza (Lombardia e Piemonte) una quota di compartecipazione al Servizio sanitario nazionale, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2024, approvata definitivamente lo scorso 29 dicembre. La quota di compartecipazione sarà annualmente definita dalle due regioni a ridosso dei cantoni svizzeri. Ancora quindi non è dato sapere quanto i “nuovi” frontalieri e i loro familiari dovranno pagare, anche se orientativamente si parla di un minimo di 30 a un massimo di 200 euro per ogni mese lavorato. Insomma, da 360 a 2’400 euro anni, per coloro che non hanno familiari a carico. Per chi ha moglie e figli a carico la somma da pagare cresce e non di poco. Le somme generate dalla “tassa della salute” sono destinate “prioritariamente al personale medico e infermieristico” operante nelle strutture sanitarie della fascia di confine “quale trattamento accessorio” in “misura non superiore al 20 per cento dello stipendio tabellare lordo”. Un tentativo per frenare la fuga di medici e infermieri verso il Ticino. Quanta la consistenza del “trattamento accessorio” ora come ora nessuno è in grado di prevederlo in quanto incerte sono le risorse che si renderanno “disponibili annualmente a decorrere dal 2024”. Una “tassa della salute” indigesta ma che in quanto legge dello Stato, a questo punto niente e nessuno è in grado di evitarne l’applicabilità. Solo il Parlamento italiano può revocarla.
Infine, terza novità l’applicazione da inizio anno del Protocollo di modifica dell’Accordo del 23 dicembre 2020 finalizzato a disciplinare il telelavoro. Il nuovo accordo firmato lo scorso 10 novembre dal ministro Giancarlo Giorgetti e dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter (dovrà essere sottoscritto dai due Paesi entro il 31 maggio 2024) prevede la possibilità di svolgere il telelavoro fino a un massimo del 25% dell’orario di lavoro, senza modifiche nel proprio status fiscale e previdenziale. Un accordo al ribasso frutto di un compromesso tra Italia e Svizzera, attestate su opposte posizioni. Ultima annotazione: sia la nuova fiscalità dei frontalieri che la “tassa della salute” sono misure a termine. Dureranno sino a quando sarà in servizio l’ultimo degli attuali “vecchi” frontalieri. Quando se ne andrà in pensione cesseranno.