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‘Innovazione, investiamo oggi con ricadute ora e nel futuro’

Vitta (Dfe) spiega gli obiettivi del credito da 60 milioni approvato nell'ultima sessione di Gran Consiglio, dal Parco a posti di lavoro qualificati

Si pensa al futuro
(Ti-Press)
16 dicembre 2023
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In tempi di vacche magre lo stanziamento di un credito di 60 milioni di franchi può avere un impatto non da poco. È quello approvato dal Gran Consiglio nella sessione appena terminata, assieme alle modifiche alla Legge sull’innovazione, per il sostegno – appunto – all’innovazione e alla politica economica regionale per il periodo 2024-2027. «Sicuramente è una dimostrazione di fiducia nel sistema, con un’adesione allargata da parte del parlamento e un lavoro commissionale approfondito. Un credito che malgrado l’introduzione di alcune novità è rimasto invariato rispetto al precedente per le note ristrettezze finanziarie», commenta a colloquio con ‘laRegione’ il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia Christian Vitta. Che parla ad ampio raggio di questo importante messaggio e sui futuri sviluppi dell’innovazione in Ticino.

Direttore, partiamo dalle basi. Cosa rappresentano davvero questi 60 milioni stanziati dal Gran Consiglio per l’innovazione? A quali ambiti saranno particolarmente dedicati?

Il voto del Gran Consiglio è arrivato pochi giorni fa e quanto stiamo già sviluppando rientra in un disegno strategico elaborato e discusso con il gruppo di lavoro sull’economia tra il 2016 e il 2017. Erano state indicate diverse piste d’azione: una di queste era investire assolutamente nell’innovazione, con la messa in rete delle competenze, l’adesione alla Greater Zürich Area e, ora, il consolidamento del Parco dell’innovazione. Accanto a questi temi, il credito aiuterà il meccanismo già rodato della politica economica regionale ed è ora certo che tra prestiti e sussidi a fondo perduto arriveranno da Berna in Ticino fino a ben 37 milioni di franchi, compresi i fondi destinati al Programma San Gottardo. Un altro aspetto importante e nuovo votato dal parlamento è l’ancoraggio alla Legge del Parco dell’innovazione. È stato pure rafforzato il supporto all’innovazione per le piccole e medie imprese, oltre alla presenza trasversale nei vari ambiti d’intervento dei temi della sostenibilità e della digitalizzazione.

Ecco, il Parco dell’innovazione. Se ne è parlato in lungo e in largo per molto tempo, adesso si concretizza. Quali sono le possibilità concrete che vede per il suo futuro?

Il Parco vedrà formalmente la luce con la costituzione nel corso del 2024 di una SA. La nuova società avrà il compito di coordinare e sviluppare i Centri di competenza che nel frattempo sono stati avviati con il supporto della Fondazione Agire. Penso in particolare al Centro di competenza sulle scienze della vita nel Bellinzonese, quello sul Lifestyle-tech nel Luganese e quello sui droni ubicato presso l’aeroporto di Lodrino. Si tratta di ambiti dove il mondo universitario e delle imprese collaborano e sviluppano le sinergie necessarie per promuovere l’innovazione, valorizzando le conoscenze che derivano dal mondo della ricerca e rafforzando il trasferimento delle competenze accademiche nel mondo imprenditoriale ed economico.

La decisione di decentralizzare risponde al bisogno di creare una rete sul territorio?

Un’innovativa caratteristica del Parco dell’innovazione è proprio la sua natura in continua e costante evoluzione. È un processo molto dinamico che si basa sulle esigenze del mercato. I centri di competenza nascono là dove si incontrano le aziende e la ricerca accademica. Sono fiducioso che in futuro altri centri possano essere avviati, così come quelli già esistenti possano evolvere. Il futuro Parco dell’innovazione, che fisicamente troverà spazio nel sedime delle attuali Officine Fffs, sarà un punto di riferimento per tutto il sistema, permettendo comunque di mantenere i centri di competenza dislocati nel nostro territorio. Con la possibilità, nel contempo, di condividere ad esempio laboratori molto costosi, ottimizzando così risorse e conoscenze.

Quali risvolti possono esserci invece per la politica economica regionale e per il turismo?

Per quanto riguarda la politica economica regionale era importante il rinnovo del credito. È previsto un rafforzamento degli Enti regionali per lo sviluppo e delle relative antenne sul territorio, chiamati a concretizzare i progetti che sono coordinati all’interno dei masterplan regionali. Sono risorse fondamentali per le nostre regioni periferiche. Per il turismo, invece, questo credito andrà a valorizzare l’offerta e lo sviluppo delle varie destinazioni. Oltre al Locarnese, importante e rinomata meta turistica, anche le altre regioni stanno sviluppando interessanti offerte con risultati incoraggianti come abbiamo visto nel Mendrisiotto.

Spesso sia il governo sia il parlamento vengono accusati di non avere una visione e di pensare solo all’oggi. Questo credito e questo indirizzo del Consiglio di Stato sono una risposta?

Il dibattito quotidiano mette sovente in evidenza le tematiche che hanno un impatto sul corto termine. Comprensibile. Resta che nell’interesse del Paese è importante continuare a valorizzare soprattutto le azioni politiche e le strategie di medio lungo termine. Sono quelle che permettono al nostro Paese di crescere. Il tema dell’innovazione rientra fra queste strategie ed è al centro dell’attenzione di governo e parlamento. Quanto approvato rientra dunque in una chiara e concreta visione di sviluppo del nostro Cantone che permette di investire oggi delle risorse con ricadute nel presente e anche nel medio e lungo termine, valorizzando inoltre le sinergie tra ricerca ed economia.

Innovazione vuol dire tutto e niente. Nel concreto, che ruolo può giocare per lo sviluppo del Ticino di cui parla?

Un’economia vincente e che crea posti di lavoro interessanti e di qualità deve assolutamente investire sull’innovazione per sviluppare ulteriori attività che rappresentano nuovi e innovativi ambiti di crescita e nuove opportunità professionali. Le faccio degli esempi concreti. Il primo, quello delle scienze della vita: nel periodo del Covid, in Ticino è stato scoperto un anticorpo nella lotta alla pandemia, è un esempio tangibile di quanto sia importante continuare a essere all’avanguardia. Ma posso aggiungere anche un esempio legato al mondo dei droni che sono utilizzati con sempre maggiore frequenza nella mobilità e nei trasporti. Nel nostro Cantone abbiamo un’opportunità unica a livello europeo per sviluppare un centro per effettuare test all’aperto. Sviluppare queste tecnologie significa creare posti di lavoro oggi che potranno consolidarsi e ulteriormente crescere in futuro.