Lupo, l'Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori saluta ‘con soddisfazione’ la decisione di Berna
La modifica dell'Ordinanza sulla caccia varata ieri dal Consiglio federale, secondo cui dal 1. dicembre i Cantoni potranno affidare a guardacaccia e cacciatori esperti, che conoscono bene le zone dove vivono i branchi, il compito di sparare ai lupi anche prima che abbiano provocato danni, è salutata "con soddisfazione" dall'Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori. "Meglio tardi che mai – afferma in una nota –. Le nuove disposizioni prevedono giustamente la possibilità di ridurre il numero di esemplari e di branchi residenti laddove questi rappresentano un rischio per la continuazione serena dell'allevamento a pascolo libero o per l'integrità delle persone".
Secondo l'associazione ticinese, “le misure di protezione passive hanno ampiamente rivelato tutti i loro limiti, non sono sempre applicabili e diventano economicamente insostenibili". La diminuzione delle predazioni registrate quest’anno, rispetto al "catastrofico" 2022, "non è da ricondurre a un aumento della protezione passiva bensì a una riduzione del pascolo libero primaverile e all'abbandono di alpeggi e pascoli non proteggibili". Le nuove misure attive "contribuiranno forse a mitigare la situazione proprio di quegli alpeggi e pascoli nei quali queste misure non possono venire ragionevolmente applicate, e potrebbero risvegliare nei predatori il timore istintivo nei confronti dell'essere umano a tutto beneficio dell'integrità fisica delle persone che fruiscono delle zone montane per lavoro o per svago". E a chi denuncia "inopinatamente" la carenza di basi scientifiche di queste misure proattive, "rammentiamo che non si può (e non si deve) fare affidamento a un raggiungimento di equilibrio secondo le modalità naturali poiché l'evidenza scientifica ci dimostra come questo equilibrio necessiti di un lungo periodo con ampio superamento della soglia critica di risorse prima di entrare nella fase retroattiva: non possiamo permetterci di procrastinare ulteriormente e perdere anche quel poco che rimane del settore dell'allevamento alpino di bestiame minuto".
La decisione dell'autorità federale, scrive poi l'associazione, ridà “attualità alla mozione Genini depositata in Gran Consiglio (con ben 19 cofirmatari) già lo scorso 3 maggio, che richiede la preparazione di un Piano d'azione cantonale per la gestione e la regolazione del lupo. Osiamo sperare che gli uffici preposti abbiano già intrapreso i passi necessari per dare seguito a questa mozione. I comunicati pubblicati nelle scorse settimane sembrano assecondare tale aspettativa, ma ora si tratta di passare all'azione concreta!".