In Commissione sanità la maggioranza chiede tre figure professionali in più al Centro di Mendrisio. Non tutti sono d’accordo ed escono due rapporti
Sul concetto sono tutti d’accordo: il problema dei disturbi alimentari in Ticino, in particolare per quanto riguarda i giovani, va affrontato adeguatamente. Una risposta in questo senso è infatti arrivata con la nuova Pianificazione sociopsichiatrica cantonale recentemente approvata. A dividere la commissione sanità e sicurezza sociale del Gran Consiglio è però la richiesta, della maggioranza dei commissari, di “procedere urgentemente a quanto auspicato dal Consiglio di Stato stesso, ovvero la presenza di due infermieri per turno nel reparto del Centro per i disturbi del comportamento alimentare (Dca) collocato all’ospedale Beata Vergine di Mendrisio e a procedere con il potenziamento di un’unità di lavoro di una figura psicoterapeutica, un medico psichiatra o uno psicologo”. Una differenza minima insomma, ma che in tempi di manovre di rientro porta alla stesura di due rapporti diversi. Già, perché per il resto sia maggioranza che minoranza sono concordi nel ritenere parzialmente accolta la mozione dei deputati comunisti Lea Ferrari e Massimiliano Ay, che chiedeva di creare delle comunità terapeutiche cantonali per i disturbi alimentari in Ticino. «Anche per il Consiglio di Stato quello dei disturbi alimentari è un tema problematico, i dati che ci hanno trasmesso sono preoccupanti», afferma Danilo Forini (Ps), correlatore del rapporto di maggioranza. «La mancanza di una condivisione per l’introduzione di tre ulteriori figure dimostra però il vicolo cieco nel quale ci siamo messi a livello di manovra finanziaria. Tutti si rendono conto che c’è un problema sempre maggiore ma non si riesce a dare una risposta. Anche se minima». La mozione dei comunisti Ferrari e Ay chiedeva infatti la creazione di comunità terapeutiche cantonali per i disturbi alimentari in Ticino. «Con il rapporto di maggioranza abbiamo chiesto quanto è strettamente necessario per avere un servizio minimo, per altro già previsto dalla Pianificazione sociopsichiatrica cantonale. Eppure anche su questo la risposta di taluni si limita al fatto che non ci sono i soldi». Sulla stessa lunghezza d’onda Giorgio Fonio (Centro), correlatore del rapporto. «I disturbi alimentari sono un’urgenza sociale. Un problema, tra l’altro, che coinvolge sempre più i giovani e le loro famiglie», commenta Fonio. «È uno di quei temi che non può essere posticipato. Anzi, va data la priorità rispetto ad altre voci di spesa del Cantone».
A giustificare la necessità, e l’urgenza, secondo la maggioranza dei commissari composta da Ps, Centro, Verdi e Più Donne ci sono le cifre: “I dati forniti dal consiglio di Stato confermano una preoccupante situazione di estrema pressione in merito all’attesa: sono 52 i pazienti in lista per essere convocati per una prima visita, a fronte di una capacità nel 2022 di aprire 57 nuove cartelle ambulatoriali legate ai disturbi del comportamento alimentare”. A indicare il potenziamento del Dca di Mendrisio, piuttosto che la creazione di comunità come richiesto dalla mozione di Ferrari e Ay, era stato lo stesso Consiglio di Stato. “Il consolidamento dell’offerta stazionaria e ambulatoriale del Dca permetterebbe in effetti di dare seguito in tempi ragionevolmente (più) brevi alle richieste di presa in carico ancora in attesa. In considerazione dell’abbassamento dell’età dei pazienti – continua il Consiglio di Stato – è anche opportuno adeguare il profilo del personale terapeutico e sanitario, con l’inserimento di figure professionali specializzate in pedopsichiatria, psicologia dell’età evolutiva e in ambito educativo”. A questo proposito, i firmatari del rapporto di maggioranza chiedono anche al governo di riferire entro giugno per quanto riguarda lo stato di avanzamento dei lavori e la tempistica per la prevista realizzazione di tre posti supplementari per pazienti di meno di sedici anni e la relativa presa a carico ambulatoriale.
Sempre Fonio e Forini si erano già attivati sul tema dei disturbi alimentari, attraverso un’interrogazione al Consiglio di Stato che chiedeva una maggiore sensibilizzazione sul tema, anche attraverso un monitoraggio dei casi. Le risposte all’atto parlamentare inoltrato lo scorso giugno permettono di tracciare il quadro (preoccupante) della situazione. Dal 2017 al 2022 sono raddoppiati i casi (nuovi e in corso) di anoressia nervosa, come sono pure aumentati i pazienti affetti da iperalimentazione associata ad altri disturbi psicologici. Nello stesso periodo è anche diminuita la media d’età dei nuovi casi. Nel 2017 era di 38,3 anni. Nel 2022 era scesa a 33,5.