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‘Ci sono manufatti scadenti, ma non i soldi per sistemarli’

Il Consiglio di Stato ritiene insufficiente il credito quadriennale proposto dal Consiglio federale per l'infrastruttura ferroviaria

‘Problemi sono già successi in passato’
(Ti-Press)
5 ottobre 2023
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L’infrastruttura ferroviaria ticinese presenta situazioni di degrado. Diversi manufatti sono ritenuti “scadenti” (livello 4 su 5) secondo le classi di valutazione contenute in un rapporto dell’Ufficio federale dei trasporti. Lo scrive il Consiglio di Stato, che risponde alla consultazione federale sul limite di spesa 2025-28 per l’infrastruttura ferroviaria. E batte cassa. Per il governo ticinese, che riprende le segnalazioni di Ferrovie autolinee regionali ticinesi (Fart) e Ferrovie luganesi (Flp), questi manufatti “scadenti” devono infatti essere sistemati in tempo utile per garantire l’efficienza e l’esercizio anche nei prossimi anni. “Non è accettabile posticipare lavori indispensabili, con i relativi rischi di sicurezza per l’utenza”.

‘Rischio concreto di rinvio per progetti importanti’

Il credito proposto dal Consiglio federale per il prossimo quadriennio – 15,1 miliardi a livello nazionale. Settecento milioni in più del precedente – quindi non basta. “Sulla base delle indicazioni disponibili nel rapporto esplicativo e raccolte anche presso gli attori che operano sul nostro territorio, c’è un rischio concreto che i fondi a disposizione non siano sufficienti e che progetti importanti dovranno essere posticipati al quadriennio successivo”. Ciò comporterà secondo il governo ticinese “un degradamento dello stato dell’infrastruttura ferroviaria con conseguenze negative su efficienza, affidabilità e sicurezza”.

Il guasto dello scorso anno alle Flp è un esempio

Preoccupazioni infondate? Tutt’altro. Nella risposta inviata al Dipartimento federale ambiente, trasporti, energia e comunicazione (Datec) diretto dal democentrista Albert Rösti, il Consiglio di Stato cita un esempio concreto: “Ricordiamo che esattamente un anno fa Flp ha dovuto interrompere l’esercizio durante circa una settimana a causa di problemi strutturali presso un viadotto. Auspichiamo – puntualizza Bellinzona – che eventi del genere non si ripetano e soprattutto che non siano da ricondurre al rinvio di interventi che i gestori dell’infrastruttura ferroviaria si vedono costretti a pianificare per mancanza di fondi per l’esecuzione dei lavori in tempo utile”.

Il decreto sul limite di spesa per esercizio, manutenzione e ammodernamento è stato posto in consultazione dal Consiglio federale il 28 giugno. Un limite di spesa, nel periodo 2025-28, di appunto 15,1 miliardi di franchi, ovvero in termini nominali 0,7 miliardi in più rispetto al quadriennio in corso”, indicava il governo nell’annunciare la consultazione, che scadrà a breve, il 20 ottobre. Non solo: “Nello stesso progetto e per lo stesso periodo”, il Consiglio federale chiede 185 milioni di franchi “per cofinanziare gli impianti per il traffico merci”. Un credito con cui intende “proseguire il promovimento del traffico merci su rotaia e del trasferimento del traffico merci attraverso le Alpi”.

Meno mezzi a disposizione a causa dei rincari

Rispetto al limite di spesa 2021-24 il Consiglio federale prevede dunque un aumento di 700 milioni di franchi. “A causa del rincaro, però, di fatto nel 2025-28 i gestori dell’infrastruttura avranno presumibilmente meno mezzi a disposizione rispetto al periodo in corso. Di conseguenza, probabilmente attueranno anche meno misure. Per tale motivo, tutti gli interventi di esercizio e mantenimento della qualità non urgenti sono stati temporaneamente rinviati”, si leggeva ancora nel comunicato diffuso dal Consiglio federale. Che aggiungeva: “Assieme al limite di spesa, la Confederazione stabilisce gli obiettivi in materia di esercizio, mantenimento e sviluppo tecnico dell’infrastruttura ferroviaria”. Per poi precisare: “Si aspetta che i gestori garantiscano la sicurezza e l’efficienza dell’infrastruttura ferroviaria, nonché li incarica di provvedere a un utilizzo ottimale delle capacità, al mantenimento a lungo termine del valore e a un’elevata produttività”...

L’Astuti: ‘È inaccettabile risparmiare sulla sicurezza’

«Fa piacere essere totalmente d’accordo con il Consiglio di Stato – commenta, interpellato dalla ‘Regione’, il Comitato dell’Astuti, l’Associazione ticinese utenti dei trasporti pubblici –. È infatti inaccettabile risparmiare sulla sicurezza. Abbiamo un territorio impegnativo, tra viadotti, gallerie, incroci con strade e con percorsi ciclabili e pedonali. Risparmiare significa mettere a rischio vite umane, oltre che bloccare l’economia per periodi imprevedibili nel caso di problemi. Se non ci sono i soldi, allora rende di più rinunciare a nuove autostrade. Le quali costano due volte: prima per la costruzione e poi per i danni provocati da un traffico che aumenta».