L'Omct ha impugnato il decreto del governo davanti al Tribunale amministrativo federale. Denti: cifre degli assicuratori prive di fondamento scientifico
Il ricorso è stato inoltrato. L’Ordine ticinese dei medici ha impugnato davanti al Tribunale amministrativo federale la decisione del Consiglio di Stato di ridurre – da 0,93 franchi a 0,91 – il valore del punto Tarmed per le prestazioni ambulatoriali negli studi medici. Decisione che il governo aveva reso nota il 6 luglio nella conferenza stampa indetta per annunciare due interventi finalizzati al contenimento della crescita della spesa sanitaria, il cui aumento si riflette su quello dei premi di cassa malati (martedì Berna dovrebbe comunicare gli importi per l’anno prossimo e si profila un’ulteriore stangata). Nell’incontro con i media il Consiglio di Stato aveva annunciato la messa in consultazione del Regolamento che “limita il numero massimo di medici in alcune specializzazioni” e, appunto, l’abbassamento del valore del punto Tarmed, ovvero il valore che si applica alla struttura tariffale per le prestazioni mediche e che determina quindi il prezzo delle singole prestazioni. Dalla notificazione del Decreto esecutivo concernente il valore del punto Tarmed, uscito sul ‘Foglio ufficiale’ lo stesso giorno della conferenza stampa, c’era tempo trenta giorni per impugnarlo. Così è avvenuto.
Un ricorso corposo, di quasi 160 pagine, indica, interpellato dalla ‘Regione’, il presidente dell’Ordine dei medici Franco Denti. Come Omct «contestiamo le cifre esposte dagli assicuratori malattia che secondo noi non hanno alcun fondamento scientifico, ma che il Consiglio di Stato ha sottoscritto tacitamente». Aggiunge Denti: «Negli incontri bilaterali che abbiamo avuto con la parte di assicuratori che ha disdetto la convenzione, non ci è mai stata fatta vedere una cifra a sostegno delle loro proposte. Noi invece abbiamo esposto in totale trasparenza le nostre. Ricordo poi che i costi medici per paziente in Ticino sono nella, se non addirittura sotto, la media svizzera. Pertanto consideriamo assolutamente ingiustificata la riduzione del valore del punto Tarmed».
Il nuovo valore sarebbe dovuto scattare con effetto retroattivo al 1º gennaio 2021. Fino all’evasione del ricorso da parte del Tribunale amministrativo federale resta però in vigore la tariffa fissata a suo tempo in via provvisionale dall’autorità cantonale a 0,93 franchi.
A giustificare una riduzione, ha affermato il Consiglio di Stato, ci sarebbe la differenza tra il valore del punto Tarmed per le cure ambulatoriali e quello applicato alle cure ospedaliere, inferiore di oltre il 10%. “Anche a 0,91 il punto sarebbe tra i più alti in un confronto intercantonale”, scriveva in luglio il governo.
Ma perché si è reso necessario l’intervento dell’esecutivo cantonale? “La legge prevede che siano i partner tariffali a condurre le trattative e stringere gli accordi − aveva spiegato in conferenza stampa Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento sanità e socialità –. In questo caso assicuratori malattia e medici non hanno trovato un’intesa e il valore è quindi stato stabilito dal Cantone”.
Altra questione ancora in sospeso: il possibile rimborso di parte delle fatture pagate dal 1° gennaio 2021 (data dell’entrata in vigore retroattiva) a oggi. “Il nuovo valore – aveva precisato il governo nella sua comunicazione – non ha effetto diretto sulle fatture pagate nel frattempo. Le eventuali modalità di restituzione saranno infatti definite direttamente tra assicuratori e Ordine cantonale dei medici quando la decisione sarà cresciuta in giudicato”. La parola ai giudici amministrativi.