Ticino

‘Nessun silenzio! Condanniamo fermamente!’

Il presidente del Centro Fiorenzo Dadò non ci sta e replica al commento della ‘Regione’

Fiorenzo Dadò, presidente e deputato del Centro
(Ti-Press)
13 settembre 2023
|

«Nessuno strano imbarazzante silenzio né da parte mia né da parte del partito che presiedo. Anzi, esprimo ed esprimiamo totale condanna per quello che è emerso dallo studio dell’Università di Zurigo sugli abusi sessuali nella Chiesa, c’è solo da essere inorriditi!». Fiorenzo Dadò, oggi a Berna tutto il giorno, non ci sta: ha quindi contattato telefonicamente ‘la Regione’ e replicato al nostro commento pubblicato qualche ora prima sul sito online della testata.

Finora nessun comunicato, nessuna presa di posizione del suo partito, il Centro.

Prima di esprimerci compiutamente sui risultati dello studio vogliamo leggerlo attentamente, sono ben 136 pagine! Osservo poi che neppure gli altri partiti, che hanno elettori anche cattolici e dovrebbero essere interessati al tema come tutti, si sono al momento pronunciati. In ogni caso, da quello che ho finora letto sui media ribadisco la mia e nostra ferma condanna. Ci mancherebbe altro. Ogni abuso, da parte di chiunque, preti compresi, va fermamente condannato.

C’è chi sostiene che questo studio arriva con anni di ritardo: condivide?

Per le vittime ogni ricerca storica contro gli abusi sessuali e la pedofilia è in un certo senso utile, ma è tardiva, perché significa che il delitto è già avvenuto. Comunque meglio tardi che niente del tutto o, peggio, voltare la testa dall’altra parte.

La politica avrebbe dovuto fare di più?

In questo caso la politica non c’entra, ma in generale deve sempre fare di più su questo gravissimo tema. Per sensibilizzare, tanto nel pubblico quanto nel privato, famiglie comprese. Per contribuire a sconfiggere l’omertà e ad aumentare la prevenzione.

Fra pochi giorni in Gran Consiglio discuterete dei risultati dell’audit sul caso dell’ex funzionario del Dss: bagarre politica in vista?

Spero vivamente di no. E spero anche che lo studio sugli abusi nella Chiesa non condizioni la discussione in parlamento. La Chiesa ha perlomeno avviato un’indagine generale e chiesto a tutte le vittime di farsi avanti, mentre il Consiglio di Stato non è stato in grado di fare quello che sull’ex funzionario avrebbe dovuto fare.

Ha disposto degli accertamenti amministrativi.

Come no! Li ha affidati ad alti funzionari dell’Amministrazione cantonale, che sono giunti a conclusioni poi smentite dall’audit esterno ordinato dalla commissione parlamentare della Gestione allora da me presieduta. Aggiungo che il governo avrebbe dovuto pubblicamente non solo chiedere scusa a chi ha subìto gli abusi commessi da quel funzionario, ma invitare anche tutte le presunte vittime a farsi avanti, a denunciare. La Chiesa avrà tutti i difetti di questo mondo, ma ha avuto la decenza di chiedere pubblicamente alle vittime di segnalare.

Leggi anche: