Federviti: ‘Ma se il clima regge raccolta forse nella media’. Novità: più possibilità di produrre uva rossa da vinificare in bianco e prezzi diversificati
Una notizia in chiaroscuro: non è del tutto compromessa la speranza di una vendemmia nel suo complesso in linea con i quantitativi degli scorsi anni, anche se resta da quantificare la reale incidenza di malattie e grandine e da augurarsi che le attuali condizioni meteorologiche persistano. E due novità tra loro correlate: previo annuncio al Cantone, è stata data la possibilità di produrre il 20% in più di uva rossa (Merlot, Bondola e Pinot noir) da vinificare in bianco (Blanc de noir), questo portando il limite al metro quadrato dall'attuale 1 kg a 1,2 kg. Di riflesso è stata decisa una diversificazione dei prezzi concordata dai rappresentanti della filiera vitivinicola ticinese per il 2023.
Sono questi i principali aspetti emersi dalla tradizionale conferenza stampa annuale della Federazione dei viticoltori della Svizzera italiana (Federviti) rispetto all'imminente futuro. «Il ritorno di questi giorni a una normalità climatica è di buon auspicio», afferma Mirto Ferretti, presidente della sezione Bellinzona e Mesolcina di Federviti, nonché per l'occasione portavoce di Federviti Ticino in attesa che l'assemblea di ottobre nomini un nuovo presidente cantonale dopo le dimissioni di Giuliano Maddalena. «Queste temperature sono adeguate e se questa stabilità ci accompagnerà nei prossimi giorni, faremo una vendemmia che potrebbe essere buona – osserva Ferretti – a eccezione purtroppo di chi ha subito delle perdite».
Per que che riguarda le caratteristiche della scorsa annata viticola, «mentre il 2022 si era rivelato particolarmente secco con la presenza di insetti nocivi come la popilia japonica – rileva Ferretti –, il clima nettamente più umido di quest'anno ha favorito soprattutto le malattie fungine come la peronospora. Inoltre durante quest'anno le condizioni meteorologiche, pur avendo incentivato la crescita delle viti, hanno messo a dura prova i viticoltori che si sono trovati in difficoltà ad assicurare gli interventi necessari al momento giusto. Stimiamo che ci sia stato un 20% in più di ore di lavoro per arrivare all'attuale risultato». Cifre precise riguardo ai quantitativi che si raccoglieranno Federviti non riesce ancora a fornirle, ma come detto – se tutto procederà per il meglio nelle prossime due settimane (la vendemmia per i rossi è prevista verso la metà del mese di settembre) – potrebbero ancora avvicinarsi alla media cantonale che si attesta a 55mila quintali di uva.
Tentativo di soddisfare differenti esigenze
Quanto alle novità, «è sempre stata negli intenti di Federviti la volontà di iniziare a riflettere sulle possibilità di diversificare la produzione – considera Ferretti –. E ora questa è stata accolta anche dal plenum della nostra filiera vitivinicola. Sul territorio in cui viviamo incontriamo una viticoltura di collina, vigneti collocati in zone di pianura, vigneti storici con bassa densità di impianto e vigneti moderni con un’alta densità di impianto. Con queste differenze portare avanti un unico discorso di prezzo delle uve Merlot, come fatto finora, non soddisfa più le diverse esigenze».
I nuovi prezzi, dunque: per le uve Merlot con resa massima di 1 kg/m2 (limite rimasto invariato per la produzione di rosso e rosato) quello indicativo consigliato è di 4,20 franchi riferito alla media cantonale e applicato alla scala prezzi; per le uve rosse destinate al Blanc de noir con resa massima 1,2 kg/m2 i prezzi indicativi consigliati vanno da 3,60 a 4 franchi a dipendenza della produzione effettiva in m2. Va rilevato che rispetto allo scorso anno il prezzo base dell’uva Merlot è passato da 4,15 franchi a 4,20: «È un piccolo segnale per andare incontro ai produttori che si sono trovati confrontati con diversi aumentati di spesa, dal concime ai prodotti fitosanitari, oltre ad esempio a energia e trasporti – afferma Ferretti –. In complesso l’incremento di 5 centesimi al chilo non li compensa, ma cerchiamo di proseguire con un equilibrio e di valorizzare al massimo questo lavoro».
«Creare questo disciplinare di Blanc de noir non è stato semplice», rende noto dal canto suo Andrea Conconi, direttore del Comitato dell’Interprofessione della vite e del vino ticinese. E spiega: «Bisogna sottostare a determinate condizioni per poter usufruire del limite di 1,20 kg/m2: le parcelle dove verranno vendemmiate queste uve dovevano essere notificate al Cantone da parte delle cantine entro luglio. E la vendemmia della parcella notificata deve essere destinata alla vinificazione esclusivamente di bianco». Permane comunque sempre la possibilità di vinificare in bianco senza annunciarsi al Cantone rispettando i limiti di 1 kg/m2, con pagamento in base alla gradazione. Le parcelle annunciate sono state 21, che corrispondono a circa il 10% del fabbisogno di vini bianchi.
L’iniziativa, oltre a consentire di produrre più uva, risponde alle richieste del mercato e favorisce anche le cantine che avranno a disposizione più materia prima per vinificare in bianco a prezzi minori. Negli ultimi anni infatti, osserva Conconi, «il consumo di vino bianco e di conseguenza la sua richiesta sono aumentati a livello mondiale, forse anche in relazione ai cambiamenti climatici che portano a estati più lunghe e calde le quali invitano a bere prodotti più freschi. Alle nostre latitudini, sempre negli ultimi anni, abbiamo conosciuto una crescita di interesse per il bianco di Merlot del Ticino che ha avuto un buon successo oltre Gottardo. E con l’arrivo di numerosi turisti in Ticino durante la pandemia la sua domanda è ulteriormente aumentata».