Dopo la conferenza stampa delle Ffs le reazioni di politica, economia, Ticino Turismo e l'associazione dei passeggeri all'unisono: ‘Situazione grave’
«Sono sconcertato, non mi vengono in mente altri termini». È laconica ma sull’arrabbiato andante la reazione che raccogliamo dal presidente della Deputazione ticinese alle Camere federali, il consigliere nazionale Fabio Regazzi (Centro), appena finita la conferenza stampa delle Ffs sulle conseguenze del deragliamento, avvenuto giovedì scorso, di un treno merci nella galleria di base del Gottardo e sul procrastinarsi della riapertura delle due canne. «Sembra evidente che non fosse affatto pronto un Piano B dopo l’incidente, e che abbiano dovuto approntarne uno alla bell’e meglio – rincara Regazzi –, preoccupa molto che non fossero preparati a questo evento che bisognava mettere in conto, prima o poi qualcosa succede sempre». Per il Ticino «la situazione è molto grave e critica», riprende il deputato al Nazionale.
E questo incidente «causerà problemi enormi. Non sono in grado di valutarne la portata, però pensare che non si riesca a ripristinare la funzionalità di entrambe le canne per mesi e mesi sembra fuori da ogni logica. Una ruota che si sbriciola può portare a danni di queste proporzioni?». In attesa di risposte più precise, «resta il fatto che i problemi preoccupano: i nostri prodotti che vanno in Svizzera interna lo fanno su rotaia, a livello di logistica molte aziende andranno in difficoltà. E chi paga? Pantalone come al solito!», tuona Regazzi. Che dopo aver sottolineato «i disagi cui andranno incontro studenti e persone che lavorano oltre Gottardo», annuncia che «sicuramente» la Deputazione ticinese «metterà pressione sulle Ffs» e che affinerà «un atto parlamentare che avevo già in mente di fare».
Di notizia «evidentemente negativa» parla il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta, che a ‘laRegione’ spiega come «i primi disagi di natura economica, registrati col turismo, si sono già manifestati. I tempi di percorrenza più lunghi invogliano meno le persone a venire in giornata in Ticino, o per brevi soggiorni. I disagi prolungati – prosegue Vitta – potrebbero avere effetti anche su altri settori economici, penso ad esempio a chi dopo l’apertura della galleria di base del Gottardo ha combinato giorni di lavoro dal domicilio e giorni oltre Gottardo». A ogni modo «sarà importante avere tempistiche e modalità precise sulla completa riapertura».
Il direttore del Dfe, rilevando che «andrà fatta chiarezza sulla dinamica dell'incidente», tocca anche il tasto della preoccupazione di chi quei convogli li vede passare a poca distanza da casa: «La vulnerabilità dell’asse nord-sud è stata confermata, per fortuna non era presente merce pericolosa nei vagoni deragliati ma sappiamo dei timori in alcune zone abitate del Canton Ticino dove i treni merci passano, già emersi in passato». Per questo, riprende Vitta, «ribadiamo la rivendicazione espressa più volte che gli investimenti ferroviari sull’asse nord-sud prevedano il completamento della rete ferroviaria con l’aggiramento di Bellinzona e il prolungamento di AlpTransit a sud di Lugano, così come si ripropone il tema della sicurezza della linea».
Il consigliere di Stato ticinese, così come Fabio Regazzi, rileva infine «la lungimiranza del mantenere vie di collegamento alternative, come la vecchia linea di montagna del Gottardo, da sempre sostenuta dal nostro cantone, che ha permesso perlomeno di attenuare le conseguenze di questi disagi».
Da qui parte anche il presidente di Ticino Turismo, Simone Patelli: «La fortuna è che non è che non siamo più raggiungibili, ma più difficilmente raggiungibili», esordisce da noi interpellato. Ma il sospiro di sollievo è di breve durata: «Chiaro che siamo preoccupati, la situazione è complicata perché non c’è alcuna chiarezza sulla completa riapertura, e siamo coscienti che una grossa parte del turismo di giornata o breve lo vede come un vincolo». E i segnali positivi proprio non si vedono, «perché andiamo verso l’autunno, dove tipicamente gli arrivi sono per soggiorni brevi. Speriamo di avere una prospettiva certa».
Per il direttore dell’Associazione industrie ticinesi (Aiti) Stefano Modenini «è fondamentale garantire al più presto il normale trasporto delle merci attraverso il tunnel di base del San Gottardo. La notizia della ripresa dei collegamenti mercoledì prossimo è sicuramente positiva, resta però da vedere in quali modalità. Molte aziende – spiega Modenini – riapriranno settimana prossima dopo le vacanze estive. È importante sapere con certezza se i collegamenti saranno come prima dell’incidente o se ci saranno ancora disagi». Per il direttore di Aiti quella che sta vivendo «è comunque una situazione un po’ inaudita. Stiamo parlando di un tunnel inaugurato pochi anni fa, costato miliardi di franchi e bloccato da un incidente causato da una ruota difettosa».
«C’è grande insoddisfazione. Le Ffs non sono in grado di dare un orizzonte temporale sulla riapertura della galleria di base ai viaggiatori e non hanno nemmeno voluto introdurre una riduzione temporanea delle tariffe per la tratta Nord-Sud in questo periodo di disagi. Sarebbe stato un gesto di vicinanza alla clientela», afferma Fabio Canevascini, presidente dell’Associazione ticinese utenti dei trasporti pubblici (Astuti). «Per fortuna c’è ancora la linea di montagna, che qualcuno avrebbe addirittura voluto smantellare una volta aperto il tunnel di base. Senza questo collegamento saremmo rimasti tagliati fuori dal resto della Svizzera per quanto riguarda i trasporti su rotaia. Una cosa assurda nel 2023. Proprio questo incidente – aggiunge Canevascini – mostra invece l'utilità del ‘vecchio’ collegamento, che anzi andrebbe ammodernato». Come? «Anzitutto alzando le gallerie e permettendo così anche ai treni a due piani di coprire questa tratta».