Ticino

Oltre la metà delle imprese lariane fatica a reclutare personale

Non solo la sanità: anche altri settori dell'economia comasca confrontati con l'esodo di manodopera qualificata verso il Ticino

Il fattore stipendio
9 agosto 2023
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Non è solo il settore sanitario comasco a dover fare i conti con l'esodo di medici e infermieri verso le strutture del Canton Ticino (se ne parla ormai da anni e le soluzione avanzate per invertire la tendenza, oltre a rimanere sulla carta, non appaiono risolutive). Dal mondo delle imprese lariane arriva un grido d'allarme: la propensione di oltre la metà delle aziende comasche si trova a dover fare i conti con la difficoltà nel reperimento di nuovi collaboratori, sia giovani da crescere che personale specializzato. Tutto ciò perché continua a crescere il numero di lavoratori, per lo più già formati, che poi sono quelli più cercati dal mondo produttivo ticinese, i quali appena hanno la possibilità decidono di andare ad alimentare il frontalierato, come conferma il numero di frontalieri arrivati a essere quasi 80mila.

Il grido di allarme è stato lanciato da Gianluca Brenna, presidente di Confindustria Como, nel corso della riunione dell'Osservatorio congiunturale della Camera di Commercio del capoluogo lariano che ha preso in esame il bilancio del primo semestre 2023: “Il confronto del primo semestre di quest'anno rispetto alla seconda parte del 2022 fa emergere una dinamica leggermente favorevole, seppure di entità contenuta, con un piccolo miglioramento nei principali indicatori in termini di ordini, produzione e vendite. Il confronto, però, allo stesso periodo dell'anno precedente si riscontra un segno negativo rispetto a domanda e fatturato”. Fra le cause di questo segno negativo il numero uno degli industriali comaschi non esclude il fatto che, come si accennava, sul lato occupazionale, oltre la metà delle imprese non riescono a espandersi per mancanza di personale. Dalle parole del presidente Brenna l'impegno degli industriali comaschi: “Nei prossimi mesi e anni come Confindustria porteremo avanti iniziative per favorire l'orientamento dei giovani, supportando una formazione di alto livello”. Nella speranza che non si ripeta quanto si verifica nel settore sanitario, cioè che una volta terminati i corsi universitari, con il pezzo di carta in tasca (ed esperienza maturata nel corso degli studi), i neo laureati decidono di attraversare il confine, dove gli stipendi sono tre volte superiori a quelli percepiti nelle strutture sanitarie di casa propria.

Nel corso della riunione in Camera di commercio a Como la conferma che il richiamo ticinese vale anche per altri segmenti del tessuto economico lariano, come commercio e ristorazione. Tutto quanto fin qui raccontato si registra anche per le altre zone di confine lombarde.