Ticino

Si punta sul teleriscaldamento, per il clima e l’economia locale

Il governo chiede un credito quadro di 27 milioni e un'autorizzazione alla spesa di 40 per promuovere la produzione e distribuzione di energia termica

(Ti-Press)
10 luglio 2023
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È con l'obiettivo di accelerare il raggiungimento degli obiettivi fissati nel Piano energetico e climatico cantonale (Pecc), "in particolare dell'indipendenza energetica e della neutralità climatica", che il Consiglio di Stato ha licenziato il messaggio governativo per la ‘Promozione e realizzazione di progetti di produzione e distribuzione di energia termica tramite reti di teleriscaldamento in Ticino’. Un passo per cui viene chiesto al Gran Consiglio di approvare un credito quadro netto di 27 milioni di franchi nonché di autorizzare una spesa di 40 milioni.

Per accelerare la conversione energetica e ridurre la dipendenza dall’estero

La produzione di calore e la sua distribuzione tramite reti di teleriscaldamento – annota il governo – è e rimane un caposaldo della politica energetica e climatica cantonale e pure federale, in quanto assume un ruolo fondamentale per la riduzione dei consumi energetici, delle emissioni di CO2 e di inquinanti, ma anche quale strumento per velocizzare la conversione energetica e ridurre la dipendenza energetica dall’estero, impiegando fonti di energia, per quanto possibile rinnovabili, presenti sul territorio cantonale.

Come rileva l'esecutivo nel proprio messaggio, la tecnologia del teleriscaldamento è consolidata e applicata ormai da anni: i primi progetti risalgono alla seconda metà dell’Ottocento e sono stati sviluppati nei Paesi dell’Europa del Nord, mentre in Svizzera il sistema è applicato da più di 80 anni. Nel corso degli ultimi anni anche in Ticino sono state realizzate diverse reti di teleriscaldamento, promosse dalle aziende presenti sul territorio: tra di esse il governo menziona la Teris – società composta dall’Azienda elettrica ticinese (Aet) e dall'Azienda cantonale dei rifiuti (Arc) – che fornisce calore nel Bellinzonese proveniente dall'incenerimento di rifiuti; un progetto definito di notevole successo.

Il funzionamento della tecnologia

Ma cos'è una rete di teleriscaldamento? Si tratta di un sistema che permette di distribuire calore a distanza, da una centrale energetica ai consumatori finali. A comporla – viene spiegato nel messaggio – sono tre elementi principali collegati tra loro: la centrale di produzione del calore (produzione che può avvenire sfruttando diverse fonti energetiche rinnovabili: legna, calore ambientale, geotermia, solare termico, energia termica dagli impianti di incenerimento rifiuti ecc.); il circuito primario per la trasmissione del calore (formato da tubi solitamente isolati e interrati); e il circuito secondario per l'utilizzo del calore da parte dell’utenza (la quale preleva quello necessario direttamente dalla rete tramite uno scambiatore di calore situato all'interno del proprio edificio).

Tra i punti di forza di questa tecnologia – scrive il governo – si annoverano un uso più efficiente dell'energia; maggiori controlli sui gas di scarico grazie alla presenza di un'unica centrale, con conseguente riduzione dell'emissione di inquinanti in atmosfera; lo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili, di rifiuti o di materiali di scarto; la riduzione dei vettori combustibili di origine fossile inquinanti; l’indipendenza energetica rispetto a vettori energetici provenienti dall'estero e prezzi di fornitura più stabili; un gestore che garantisce la fornitura del calore e si fa carico di eventuali problemi tecnici; la diminuzione dei controlli e dei costi di gestione degli impianti singoli.

I punti critici a cui gli incentivi intendono far fronte

Il sistema non è però esente da criticità, quali: la necessità di onerose analisi preliminari, studi e progetti di massima per comprendere la fattibilità tecnica ed economica delle reti; periodi di ritorno degli investimenti spesso lunghi e non sempre sostenibili (soprattutto per determinati promotori come piccoli Comuni o enti locali); la necessità di una densità termica minima del territorio alla realizzazione di una rete di teleriscaldamento; lunghi tempi per la fase di progettazione, stipula dei contratti e realizzazione della rete; i costi dell'energia venduta che, a dipendenza del mercato dell’energia, possono essere più alti rispetto ad altre fonti (biomassa, gas naturale ecc.). Ma proprio “la promozione proposta dal presente messaggio – afferma il governo – contribuisce a far fronte alle criticità più rilevanti per la realizzazione delle reti di teleriscaldamento”.

Attesi effetti positivi per l'economia ‘verde’ e regionale

Nello specifico, l'esecutivo propone una ripartizione di utilizzo del credito quadro (che potrà essere aggiornata in base all'andamento del programma promozionale) nei seguenti termini: 2 milioni di franchi a favore della progettazione di reti di teleriscaldamento; 11 milioni per le centrali di produzione di calore; 11 milioni per la realizzazione delle infrastrutture per il trasporto del calore; 3 milioni a favore dell'impiantistica per l'allacciamento a reti di teleriscaldamento da parte delle utenze. Il governo rileva inoltre che la Confederazione concede dei contributi globali, per il tramite del ‘Programma edifici’, ai Cantoni che mettono in atto propri programmi promozionali. Sulla base dell’esperienza maturata con i programmi promozionali cantonali si stima che l'ammontare dei contributi globali riconosciuti per il Ticino, negli ambiti pertinenti al messaggio in questione, si attesti sui 13 milioni di franchi e pertanto viene chiesta l’autorizzazione per una spesa lorda di 40 milioni di franchi, fermo restando quella netta di 27 milioni.

Il Consiglio di Stato si dice infine convinto che questi interventi promozionali avranno un effetto benefico anche per quanto concerne i maggiori investimenti previsti e il sostegno ad aziende all’avanguardia nel settore della cosiddetta economia verde, con particolare riguardo a quella locale. In questo senso si guarda anche all’indotto economico che questi incentivi potrebbero generare: “Ritenuto che l’incentivo corrisponde mediamente all’incirca al 15% dell’investimento globale sostenuto dal promotore o dal richiedente, l’indotto a beneficio dell’economia locale di 27 milioni di franchi di incentivi concessi potrebbe raggiungere circa 180 milioni di franchi”.