L'ufficialità è arrivata sabato 1° luglio, dopo che il giorno precedente il disegno di legge è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale
È ora Legge dello Stato italiano l'accordo fiscale Italia-Svizzera relativo alla nuova fiscalità dei frontalieri. Lo è da sabato 1° luglio dopo che il giorno prima il disegno di legge, che negli ultimi otto anni ha avuto una vita travagliatissima, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Promulgata lo scorso 13 giugno dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella la nuova Legge oltre che quella del capo dello Stato porta la firma di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri, di Antonio Tajani, ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale e di Carlo Nordio, ministro di Grazia e Giustizia.
Ora seguirà lo scambio delle missive protocollari tra Berna e Roma, da parte del Consiglio federale e dalla Farnesina. A quel punto il nuovo accordo italo-svizzero entrerà in vigore, ma sarà applicabile dal 1° gennaio 2024, giorno in cui andrà definitivamente in soffitta la convenzione sottoscritta nel 1974 ed entrata in vigore nel 1976. Quasi mezzo secolo, nel corso del quale il frontalierato ha cambiato pelle. Basti pensare alle dimensioni raggiunte nel corso degli ultimi anni. Sono poco meno di 80mila i frontalieri attualmente occupati in Ticino. Ciò significa che occupano il 30% degli impieghi. Negli ultimi 25 anni sono raddoppiati. E la tendenza continua a essere orientata alla crescita.
La novità di maggio rilievo, contenuto nell'accordo italo-svizzero, è il fatto che prevede due figure: “Vecchi” e “nuovi” frontalieri. Per questi ultimi - che diventeranno tali se saranno assunti dopo il 1° gennaio 2024 - è prevista una tassazione concorrenziale tra Italia e Svizzera, per cui pagheranno l'imposta alla fonte in Ticino (sino all'80% del reddito), poi dovranno pagare l'Irpef secondo le aliquote previste in Italia con detrazione di quanto pagato in Svizzera. Per loro è prevista una franchigia di 10mila euro, per abbattere l'imponibile. I vecchi frontalieri continueranno a pagare le tasse solo in Svizzera. Un altro punto molto importante per i Comuni di frontiera è il Fondo per lo sviluppo economico e il potenziamento delle infrastrutture nelle zone di confine italo-elvetiche. Sarà finanziato con le tasse pagate dai frontalieri e a regime, cioè nel 2044, disporrà di 232 milioni di euro. La crescita della somma a disposizione del fondo a iniziare dal 2025 è progressiva. Altra novità rispetto alla convenzione attualmente in vigore: l'accordo disciplina per la prima volta anche i frontalieri svizzeri che lavorano in Italia. Capitolo telelavoro. L'intesa transitoria è scaduta lo scorso venerdì 30 giugno e contrariamente da quanto sostenuto non è stata ancora rinnovata. L'accordo transitorio prevedeva che il governo italiano si attivasse per trovare una soluzione per disciplinare in modo stabile e duraturo il telelavoro. Impegno che aveva la scadenza a fine giugno 2023. Per ora c'è la volontà da parte del Ministero delle finanze di trovare una soluzione, che potrebbe essere la proroga sino alla fine dell'anno dell'accordo terminato a fine giugno. Ultima annotazione per dire che la conclusione dell'iter parlamentare relativo alla nuova fiscalità dei frontalieri apre la strada alla cancellazione della Svizzera dalla ‘black list’ italiana. A questo proposito si attende un decreto ministeriale firmato dal ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti.