La commissione della Gestione chiede all'Esecutivo spiegazioni sul doppio ruolo (emanazione e applicazione direttive) dell'Ufficio del medico cantonale
Sono passati poco più di tre anni dalla richiesta del Movimento per il socialismo di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta sui decessi in Ticino di ospiti di case per anziani durante la pandemia: una Cpi che “indaghi su come le autorità cantonali e le direzioni abbiano gestito l’emergenza Covid” negli istituti. Sono passati tre anni, ma la Commissione della gestione del Gran Consiglio ancora non si è pronunciata sull’istanza dei deputati dell’Mps. Eppure qualcosa si è mosso. Nei giorni scorsi la Gestione ha scritto al Consiglio di Stato. Durante il periodo pandemico, si afferma nella lettera, “l’Ufficio del medico cantonale era riconosciuto quale autorità che emanava direttive e raccomandazioni e ne verificava l’adeguatezza e la corretta applicazione: tale concomitanza di ruoli era stata giudicata potenzialmente problematica dallo stesso medico cantonale”. La commissione parlamentare intende pertanto sapere “se la gestione dei ruoli e delle procedure sia rimasta immutata nel tempo o se siano stati applicati i necessari correttivi, qualora ritenuti necessari”.
«Il caso è veramente molto delicato, e non solo dal punto di vista umano», premette il leghista Michele Guerra, presidente della Gestione (commissione chiamata a proporre eventualmente al plenum del Gran Consiglio la costituzione di una Cpi), di fronte alla domanda su come sia maturata la decisione di scrivere al governo: «Ciò che posso dire è che il tema, dopo essere stato a lungo trattato dalla Sottocommissione finanze, con un preavviso della stessa (preavviso che da nostre informazioni sarebbe stato di dare seguito ad approfondimenti e di non archiviare il dossier, ndr) è approdato al plenum della Commissione gestione. Che sta facendo le proprie analisi». Da quello che si evince dalla missiva, il principale nodo da sciogliere sembra quello della concomitanza di ruoli dell’Ufficio del medico cantonale... «Questo è solo uno dei quesiti emersi e che stiamo approfondendo», precisa Guerra: «Evidentemente, vista la delicatezza del caso, si vuole lavorare bene e vederci chiaro. Anche in ottica futura». Circa l’eventualità di istituire una Cpi, «non esiste una posizione commissionale perché i lavori sono in corso. Ne parleremo nelle prossime sedute dopo questi ulteriori approfondimenti».
La lettera della Gestione «mi sembra piuttosto debole», commenta il granconsigliere dell’Mps Matteo Pronzini, da noi contattato. «Va bene chiarire la questione del doppio ruolo del medico cantonale, ma il problema di fondo è secondo me un altro: nella prima fase pandemica gli ospiti di alcune case per anziani che avevano contratto il Covid non sono stati ospedalizzati e sono deceduti. Chi aveva deciso di non disporne il ricovero in ospedale? Perché ci sono state case anziani dove hanno implementato tempestivamente misure preventive, come l’uso obbligatorio delle mascherine, e altre che le hanno introdotte con ritardo? Insomma, sono trascorsi tre anni dalla nostra richiesta di costituire una Commissione parlamentare d’inchiesta e penso – continua Pronzini – che sia giunto il momento che la Commissione della gestione comunichi finalmente al plenum del Gran Consiglio il proprio preavviso: sì alla Cpi, no alla Cpi. Personalmente credo che l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sia un atto dovuto verso gli anziani che sono deceduti e i loro familiari, affinché si traggano i giusti insegnamenti per il futuro». Alle valutazioni di Pronzini, Guerra replica che «una lettera è finita sul giornale, il resto del lavoro finora svolto e tuttora in corso non verrà però reso pubblico fintantoché non andremo in aula con il tema. Ribadisco che il dossier è stato lungamente trattato dalla Sottocommissione finanze tramite incontri, analisi e audizioni. Ora il plenum della Gestione dovrà concludere i lavori e proporre cosa fare».
E allora, Cpi sì o no? Il liberale radicale Bixio Caprara conferma che «come commissione non abbiamo deciso, abbiamo però iniziato a porre alcune domande al governo. Ci saranno quindi degli approfondimenti, ma la mia personale opinione è che non ci siano gli estremi per una Cpi anche perché si andrebbe a rifare un processo su una vicenda che in sede penale, almeno in primo grado, è stata chiarita». La vicenda è quella della casa per anziani di Sementina. Questo però secondo Caprara «non vuol dire che non sia opportuno far tesoro di quello che è capitato per capire cosa cambiare e cosa funziona». Dal canto suo il deputato del Centro Giorgio Fonio afferma che «stiamo trattando una richiesta di Cpi e quindi è doveroso vagliarla in modo serio, anche se oggi è ancora prematuro esprimersi sulla sua istituzione. Stiamo ancora analizzando la questione». Quello del doppio ruolo dell’Ufficio del medico cantonale, aggiunge Fonio, «è uno dei punti oggetto degli approfondimenti che stiamo facendo. L’intenzione è di vederci chiaro e di comprendere meglio la fattispecie». Quanto al commento di Pronzini, Fonio lo definisce «il parere di un collega».
«Per quanto mi riguarda, la domanda sulla Cpi è davvero prematura – rileva il capogruppo del Ps Ivo Durisch –. Ritengo però che siano in ogni caso necessari degli approfondimenti da parte della nostra commissione: come ho già avuto modo di dire per altri dossier per i quali viene attivata l’alta vigilanza, la Gestione dovrebbe essere affiancata da periti del settore. Intanto – evidenzia Durisch – quello che abbiamo chiesto al governo è un aspetto tutt’altro che secondario: si tratta infatti di capire se durante l’emergenza Covid il medico cantonale abbia potuto contare sul sostegno e la collaborazione di altri esperti nell’implementazione delle direttive o se invece non si sia trovato solo nell’affrontare quella fase, e se quindi vada o meno rivisto l’organigramma o se siano da considerare collaborazioni con enti esterni come ad esempio l’Ente ospedaliero cantonale». Prima di deliberare sulla creazione o meno della Cpi, osserva a sua volta Samantha Bourgoin dei Verdi, «ci è parso opportuno verificare se il governo abbia fatto qualcosa in relazione al doppio ruolo, tenuto conto delle criticità espresse dallo stesso Merlani».