L’Associazione protezione del Territorio dai Grandi predatori chiede che la revisione approvata dalle Camere sia messa in vigore nella stagione alle porte
“Preoccupazione e disincanto”. Sono i due stati d'animo “tangibili in sala rispetto al futuro che attende la stagione di pascolazione 2023 e nell’apprendere che la revisione della Legge sulla Caccia non sarà messa in vigore questa estate”. È quanto si legge in una nota stampa dell’Associazione Svizzera per la protezione del Territorio dai Grandi predatori (APTdaiGP) che ha tenuto l’ottava assemblea dei delegati lo scorso 19 maggio a Berna sotto la co-presidenza del ticinese Germano Mattei e del vallesano Georges Schnydrig.
I delegati delle Sezioni – rende noto il comunicato stampa – si sono mostrati soddisfatti del lavoro proposto dall’Associazione nazionale, ma assai delusi dalla lentezza dell'Ufficio federale dell'ambiente (Ufam) nella messa in vigore della revisione della Legge sulla caccia.
Entrando più nei dettagli, nel rapporto d’attività i due co-presidenti hanno sottolineato che “grazie alla perseveranza, alla determinazione e fedeltà alla linea di conduzione su tutto il territorio svizzero e anche per gli argomenti concreti trattati”, l’Associazione è riuscita a far aumentare dalle Camere il preventivo 2022 della Confederazione di 5,7 milioni (4,7 infine utilizzati). Mentre per l’anno 2023 sono stati assicurati altri 4 milioni supplementari a sostegno straordinario delle misure d’alpeggio. Il lato negativo è che “purtroppo, tutti questi aiuti non hanno contribuito a diminuire le predazioni nel 2022”.
Valutato positivamente dunque li lavoro di lobbying dell’Associazione che ha anche “contribuito a far convivere una larga maggioranza di deputati alle Camere federali nell’accettare le modifiche della Legge sulla caccia, approvata il 16 dicembre 2022, con delle misure che permetteranno di prelevare dei lupi sul modello della caccia allo stambecco”. Allo stesso tempo si è preso atto, “con soddisfazione”, che il Referendum contro tali modifiche di legge è fallito lo scorso 8 aprile (delle 50mila firme necessarie ne sono state raccolte solo circa i due terzi). “Si tratta ora di far pressione sull’Ufam e il Dipartimento del nuovo consigliere federale Albert Rösti per accelerare la messa in vigore della revisione della Legge e della relativa Ordinanza di applicazione: non è ammissibile la data proposta dell’estate 2024”.
L’Assemblea ha quindi votato un “ordine del giorno” all’attenzione di Rösti per convincerlo a intervenire in merito e portare a compimento il dossier ancora nell’estate 2023: “La situazione sul terreno è sempre più problematica con oltre 250 lupi, 26 mute e 1'600 predazioni di animali da reddito ufficialmente accertate nel 2022 – circa 900 nel 2020 e 2021 – e questo malgrado tutte le misure di prevenzione adottate da allevatori e alpeggianti. Sappiamo che i lupi sono in libera espansione nella misura del 30% annuo”.
Preoccupazione è stata espressa pure per il fatto che la Sezione del Canton Berna “non ha ancora aderito all’Associazione nazionale, accampando futili motivi. È importante l’azione all’unisono delle singole Sezioni cantonali per far procedere i nostri argomenti comuni sul piano dei singoli cantoni”, scrive l’APTdaiGP.