Sabato l'Assemblea completerà il ricambio richiesto dal Consiglio di Stato. Divide la richiesta da parte di un gruppo di membri di dimissione del direttore
Sostituire anche la seconda metà del comitato portando così a termine il suo completo rinnovo, come richiesto dal Consiglio di Stato. È quanto farà questo sabato a Cadempino l’assemblea ordinaria di Unitas, l’Associazione per ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana. Si tratta di una delle misure prese dall’Associazione (anche su indicazione del governo cantonale) in seguito alla cattiva gestione dei casi di molestie sessuali perpetrate per 25 anni da un ex alto dirigente. Rinnovo dei vertici di Unitas – da marzo è cambiato anche il presidente – che dovrebbe riportare il sereno all’interno dell’associazione. Dovrebbe, appunto. Il condizionale resta, visto che dal giorno dell’assemblea straordinaria del 25 marzo – quando erano stati presentati i risultati dell’audit e c’è stato il rinnovo di una prima parte del comitato –, non sono mancati messaggi di insoddisfazione. Il gruppo di soci che per primo aveva chiesto il ricambio del comitato ha infatti sollecitato un’altra serie di richieste. Tra queste: le dimissioni del direttore, che secondo il gruppo sono “un atto dovuto, pur non essendo richieste dal Cantone”.
La richiesta, secondo il gruppo di soci, è motivata da quanto si può leggere nell’audit realizzato dagli avvocati Raffaella Martinelli Peter e Stefano Fornara. Inchiesta che evidenzia soprattutto le gravi lacune addossate a chi avrebbe dovuto vigilare, ovvero i vertici di Unitas, in particolare comitato e direzione. Oltre alle dimissioni del direttore in carica, nominato sei anni fa, il gruppo di soci ha richiesto: l’istituzione di una copresidenza di cui faccia parte un vedente e un ipovedente, poiché “c’è chi non si sente rappresentato da un presidente vedente”, e l’organizzazione di un incontro di riconciliazione “per ritrovare un gruppo di auto-aiuto unito”. Richieste che, sostiene il gruppo di soci, “non sono state prese in considerazione”. E inoltre, “dopo aver preso posizione sulla stampa sono arrivate nuove minacce anonime”. A essere criticata è anche la mancanza in questi mesi di un atteggiamento proattivo da parte della nuova dirigenza. “È stato detto che ‘la porta sarà sempre aperta’. Ma ci saremmo aspettati che i vertici appena entrati in carica si attivassero in prima persona per ricostruire sani rapporti con la base dell’Associazione”.
Richiesta di dimissioni che, nelle scorse settimane, ha suscitato una reazione all’interno di Unitas. Con una lettera rivolta a tutti i soci e al comitato, alcuni associati (tra cui anche un membro del comitato che lascerà il suo incarico sabato) hanno espresso l’invito a sostenere il direttore, indicato da loro come la persona ideale e con l’esperienza necessaria per guidare Unitas in questo difficile momento di transizione.
Sempre durante l’assemblea ordinaria di sabato l’avvocato Luigi Mattei, incaricato da Unitas di seguire le vicende e di coordinarsi con l’autorità cantonale, farà una relazione in merito all’implementazione delle ulteriori misure richieste dal Cantone.