Quattro i presidi a Bellinzona, Locarno, Mendrisio e Lugano, dove alle 11.45 si terrà una conferenza stampa
È iniziata la mobilitazione organizzata dalla rete Erredipi – l’associazione che si batte per la difesa delle pensioni dei dipendenti pubblici – contro la prospettata riduzione delle rendite in seguito alla decisione della cassa pensioni degli statali di ridurre progressivamente il tasso di conversione (dal 6,17 al 5 per cento). Protesta alla quale hanno aderito diversi docenti delle scuole ticinesi.
Quattro i presidi nella giornata odierna: a Bellinzona dalle 9, in Viale Stazione nei pressi della Manor, quindi alle 10 a Locarno in Piazza Grande, a Lugano nel Piazzale del Liceo Lugano 1, dove alle 11.45 si terrà una conferenza stampa, e a Mendrisio nel piazzale del Liceo Mendrisio. Alle 11.15, inoltre, verrà consegnata presso la Cancelleria di Stato la lettera aperta da noi pubblicata in cui vengono enunciati i motivi dello sciopero. "La ragione che ci spinge a scioperare è ben nota, ma è utile ribadirla: le nostre condizioni di lavoro stanno peggiorando sempre di più", scrive Erredipi, sottolineando che, sebbene siano stati intaccati gli stipendi, colpita la cassa pensioni, e nonostante i blocchi o sospensioni degli scatti salariali e la richiesta di versare contributi di solidarietà in momenti di crisi economica, i dipendenti pubblici hanno continuato a svolgere il proprio lavoro: "Perché ci teniamo a vivere insieme in una società che salvaguardi il concetto di dignità: dignità delle persone, dignità del lavoro", precisano gli organizzatori della mobilitazione. Per Erredipi, lo sciopero odierno "è un segnale" non solo al Consiglio di Stato, perché riveda la decisione di tagliare del 40% le pensioni dei dipendenti pubblici, ma anche "un segnale che speriamo possa essere colto anche da tutta la cittadinanza, in particolare dai giovani, perché con le misure di oggi si prospetta per loro un futuro meno dignitoso. È anche per loro che oggi è importante scioperare".