Via Monte Boglia si oppone ai quasi 800mila franchi chiesti dal governo per finanziare l'incontro del luglio scorso e minaccia il referendum
Boris Bignasca l'aveva promessa, e forse sta davvero tornando. È una Lega davvero ‘barricadera’, infatti, quella che con un comunicato tuona contro il finanziamento della Conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina "con i soldi dei contribuenti" e mette nero su bianco: "La Lega dei Ticinesi non intende approvare una tale spesa". Di più: "Potremo valutare il lancio di un referendum".
La conferenza, tenutasi a Lugano tra il 4 e il 5 luglio scorsi, è infatti oggetto di un messaggio governativo con il quale il Consiglio di Stato chiede al Gran Consiglio di ratificare una spesa netta pari a 774'666,45 franchi. E la Lega dice no. "I soldi dei contribuenti non devono venir spesi per inutili e faraoniche conferenze che non portano alcun valore aggiunto. In particolare – scrivono ancora i leghisti –, che la Conferenza in questione fortemente voluta da Ignazio Cassis sia stata un grande flop è sotto gli occhi di tutti. Ci si aspettava chissà quale indotto per il nostro Cantone, ma così evidentemente non è stato". La Lega ribadisce che "già dall'inizio" si era "mostrata molto critica sull'opportunità di svolgere una tale manifestazione, sia per quanto concerne la questione dei costi sia per l'immagine della neutralità del nostro Paese".
Insomma, la posizione è netta: "Siamo convinti che i soldi dei contribuenti debbano essere utilizzati per aiutare i cittadini in difficoltà, in particolare il ceto medio, e per finanziare progetti che vadano a beneficio di tutti e per questa ragione il gruppo parlamentare non sosterrà il citato messaggio". E se del caso, si diceva, "valuteremo di indire un referendum per lasciar decidere i cittadini".