Lo afferma l'Mps in un'interpellanza che chiede al governo una valutazione dei risultati ottenuti dalla proposta approvata un anno fa dal parlamento
A un anno dalla proposta di finanziamento e risanamento dell'Istituto di previdenza del canton Ticino (Ipct), la cassa pensioni dello Stato, approvata del governo e dalla maggioranza del parlamento, emerge il suo fallimento. È quanto scrive il Movimento per il socialismo (Mps) in un'interpellanza firmata dal deputato Matteo Pronzini, con la quale chiede al Consiglio di Stato “un bilancio, chiaro e completo, delle ragioni che hanno portato al fallimento della proposta approvata dal Parlamento” e “di presentare indicazioni chiare, sia nei contenuti che nelle tempistiche, su quali soluzioni alternative intende proporre”.
La critica dell'Mps – che si era opposto alla decisione – è rivolta alle emissioni di prestiti obbligazionari sui mercati (pari a 750 milioni di franchi). Una soluzione scelta dal parlamento per evitare al Cantone un versamento di 500 milioni per il risanamento dell'Ipct. “Una soluzione assurda – si legge nell'interpellanza – poiché affida all’evoluzione dei mercati finanziari il futuro delle pensioni dei dipendenti del Cantone, di fatto giocandosi in borsa le pensioni. E il fatto che già all’epoca (siamo nella primavera del 2022) i mercati finanziari avessero dato segni ampi di volatilità e crisi, non aveva certo impensierito i partiti che, giustificando il loro comportamento con la minaccia del referendum Udc-Lega, per giustificare l’abbandono della proposta iniziale del governo e il sostegno alla nuova proposta del prestito obbligazionario”. La soluzione proposta dall'atto parlamentare è di “trattare la mozione presentata dal gruppo Mps (nell’agosto dello scorso anno) che chiede al Gran Consiglio di abbandonare la decisione presa e di tornare sulla proposta iniziale di un versamento di 500 milioni da parte del datore di lavoro (il Cantone e gli altri enti affiliati all’Ipct)”.