Non solo costi. Il Consiglio della magistratura: negli uffici giudiziari ai quali la politica ha accordato rinforzi si cominciano a vedere i benefici
Nella seduta del 16 settembre 2019 il Gran Consiglio, aderendo alla proposta del governo, assegna un giudice (ordinario) supplementare al Tribunale penale cantonale: si passa così da quattro a cinque magistrati giudicanti. Nel 2021, restando alla giustizia penale, è la volta del Ministero pubblico. Nella sessione che si apre il 15 marzo il parlamento, dando sempre seguito alla richiesta del Consiglio di Stato, attribuisce due procuratori all’autorità penale inquirente: l’organico sale quindi da ventuno a ventitré magistrati, procuratore generale compreso. Pochi mesi dopo, seduta del 1° giugno, il Gran Consiglio dice sì al quarto giudice di garanzia: di fatto ripristina la squadra dell’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi, che aveva perso un’unità in seguito ai tagli della manovra finanziaria varata da governo e parlamento nel 2016 per risanare le casse cantonali. Certo, anche i rinforzi per la magistratura, non di rado approvati dopo anni di reiterate istanze partite dal Palazzo di giustizia all’indirizzo della politica, hanno un costo. Eppure, scrive il Consiglio della magistratura nella relazione sull’attività 2022 dell’apparato giudiziario ticinese, i potenziamenti sono “il sistema migliore, se non l’unico, per risolvere il problema”, ovvero per far fronte alla mole di lavoro che grava sugli uffici giudiziari in generale.
La considerazione del Cdm può apparire scontata. Ma se la si contestualizza, è opportuna. Per il buon funzionamento della magistratura. Si profila infatti una nuova manovra di rientro milionaria del governo per conseguire l’annunciato obiettivo del pareggio dei conti del Cantone entro il 2025, come chiesto anche dal decreto Morisoli, legittimato peraltro dai cittadini con la sua approvazione nel voto popolare dello scorso maggio. Da un lato risparmi (anche risparmi) in vista; dall’altro il pressoché continuo mutamento del quadro normativo, soprattutto federale, che tende a conferire ulteriori compiti alle toghe.
Il 1° gennaio è entrato in carica il nuovo Consiglio della magistratura, lo presiede il giudice d’Appello Damiano Stefani. “L’allestimento del corrente rapporto annuale (riferito al 2022, ndr) ha consentito ai componenti del nuovo Consiglio della magistratura di rendersi conto della necessità – annota lo stesso Cdm – di potenziare alcune strutture giudiziarie che ormai da qualche anno si vedono sempre più appesantite dal numero di incarti in entrata, il cui disbrigo in tempi accettabili risulta un’impresa viepiù improba a fronte di una loro sottodotazione di magistrati, giuristi e personale amministrativo. L’importanza del riconoscimento di questa sproporzione tra massa di lavoro da svolgere e organico è manifesta, così come lo è il fatto che i potenziamenti siano il sistema migliore, se non l’unico, per risolvere il problema. La conferma viene dal fatto che laddove sono stati riconosciuti, si cominciano ora a vedere i benefici”. Per esempio in Procura. Così come al Tribunale penale: “Il potenziamento dell’organico con un quinto giudice ha consentito di riacquistare una buona velocità di crociera, al passo con le importanti entrate con cui” il Tpc “si trova confrontato”.
Tuttavia, continua il Cdm, “non si può prescindere dal ribadire come si imponga una valutazione complessiva della filiera penale, partendo dal Ministero pubblico ora potenziato e arrivando fino alla Carp (la Corte d’appello e revisione penale, ndr), poiché non ha alcun senso rinforzare in ‘basso’ senza prevedere un rafforzamento delle unità giudiziarie superiori, visto che il maggiore afflusso di incarti verso i vari gradi di giudizio cantonali deve poter trovare uno sfogo celere e competente. Altrimenti non si fa altro che spostare il problema. La figura dell’intasamento a seguito della struttura a collo di bottiglia, da lustri evocata nei vari rapporti annuali del Consiglio della magistratura, è emblematica di quanto accade”. E dunque “pur comprendendo i problemi di reperimento dei fondi necessari legati al difficile periodo economico, non si potrà prescindere dal prevedere l’innesto di nuove forze, da distribuire con un minimo di pianificazione e lungimiranza. Con priorità per i settori che al momento più languono”. Servono rinforzi non solo per la Carp. Si attende il messaggio del Consiglio di Stato, all’attenzione del parlamento, per un giudice in più alla Pretura penale. La parola alla politica.