Ticino

Un tetto al numero di medici nel settore ambulatoriale

Lo vuole poter inserire il Consiglio di Stato, che ha messo in consultazione il messaggio sul regime transitorio. Dal 2025 il ‘modello di regressione’

De Rosa: ‘La spesa ambulatoriale è aumentata notevolmente’
(Ti-Press)
30 marzo 2023
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La spesa per le cure ambulatoriali è fuori controllo e per cercare di limitarla bisogna poter agire anche sul numero di medici attivi nel settore. È quanto pensa il Consiglio di Stato, che ha messo in consultazione fino al 20 aprile il messaggio sul regime transitorio sulla determinazione di numeri massimi di medici nel settore ambulatoriale. Una possibilità data dalla revisione della Legge federale sull'assicurazione malattie (Lamal) che dal luglio 2021 permette ai Cantoni “di limitare, in uno o più campi di specializzazione medica, o in determinate regioni, il numero di medici che forniscono prestazioni nel settore ambulatoriale a carico dell'assicurazione obbligatoria”. Una fase transitoria durante la quale i numeri attuali di medici attivi in un determinato settore ambulatoriale potranno essere ritenuti quelli massimi. Dal 1° luglio 2025 entrerà invece in vigore il cosiddetto “modello di regressione”. «Il Cantone da quel momento potrà pilotare il futuro insediamento di nuovi medici sul territorio e stabilire i numeri massimi, che potranno essere inferiori al numero di medici attivi al momento», ha spiegato il direttore del Dipartimento sanità e socialità (Dss) Raffaele De Rosa. In altre parole: verrà stabilita una soglia massima di medici per ogni settore ambulatoriale – quella ritenuta necessaria per rispondere all’offerta – e una volta raggiunta non verranno più rilasciate nuove autorizzazioni. La misura non va quindi a toccare i medici già attivi, «ma permetterà di regolare il settore in futuro, impedendo che l’offerta superi la necessità», ha puntualizzato De Rosa. «Il costo ambulatoriale Lamal è infatti cresciuto molto». Parlando in cifre: in sette anni a livello ticinese la spesa dell’ospedaliero non stazionario è cresciuta del 44%, mentre quella degli studi medici del 54%. Nello stesso periodo la spesa totale Lamal è aumentata ‘solo’ del 37%.

‘La difficoltà sarà trovare un equilibrio’

«Va trovato un equilibrio, e questa sarà la parte più difficile» ha commentato Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica. Del tema si parla ormai da oltre 20 anni: nel 2002 era stata inserita una moratoria, che aveva permesso di contenere l’aumento di medici e istituti ambulatoriali autorizzati a fatturare a carico della Lamal. Tolta definitivamente a livello federale nel 2011, era stata reintrodotta (in maniera meno restrittiva) nel 2013 dopo che in 2 anni l’aumento era stato importante: +28%. «Da allora la crescita è stata più contenuta, ma costante e ha riguardato soprattutto gli specialisti. Ora ci avviamo verso una regolamentazione più affinata che speriamo possa aiutare a risolvere il problema che resta complesso», ha aggiunto Bianchi. Alla questione dei numeri massimi si aggiunge infatti la carenza di medici di famiglia. «Un fenomeno preoccupante, specialmente nelle zone periferiche». Tema della carenza dei medici che si lega a quello della formazione e dell’arrivo di dottori dall’estero. La Svizzera è il secondo Paese al mondo (dopo Israele) per numero di medici con un diploma straniero (39,5%). Nel 2021 sono stati rilasciati 1'056 diplomi federali, mentre ne sono stati riconosciuti 2'736 esteri. «L’obiettivo è arrivare a 1’350 nuovi medici laureati in Svizzera entro il 2025», ha ricordato Bianchi.

Tassi di approvvigionamento, Ticino spesso sopra la media

Ma quali sono le specializzazioni più presenti nel settore ambulatoriale? Una risposta arriva dal rapporto Obsan 2022, che mostra i tassi di approvvigionamento. La pediatria, ad esempio, in Ticino ha un tasso del 122%. Il più alto della Svizzera. Sopra la media nazionale anche radiologia (119%) e medicina interna generale (107%). Sotto la media, invece, la psichiatria e psicoterapia infantile e adolescenziale (61%). «In Ticino il tasso di approvvigionamento verrà calcolato per distretto», ha spiegato Patrizia Bottinelli Cancellara, capo dell’Ufficio di sanità.

Censimento: tasso di partecipazione al 65% e termine prorogato

Il messaggio, una volta terminata la consultazione, verrà finalizzato a inizio maggio e sarà pronto per essere discusso dal Gran Consiglio. Nel frattempo il Dss esaminerà i dati del censimento tra i medici avviato a fine febbraio per definire le specializzazioni e le regioni sottoposte alle limitazioni del numero massimo durante il periodo transitorio. Censimento che fino a ora ha avuto un tasso di partecipazione del 65%, con il termine di partecipazione che è stato quindi prorogato fino all’11 aprile. «È l’occasione per avere dati aggiornati, su percentuali di lavoro e suddivisione dei compiti», ha detto De Rosa. «Speriamo di raggiungere il tasso di adesione più alto possibile».

Costi alti dovuti all'alta percentuale di popolazione anziana

Tra gli strumenti per controllare la spesa sanitaria, è stato ricordato in avvio di conferenza stampa, figurano anche la pianificazione dell'offerta stazionaria, la fissazione delle tariffe dove non c'è un accordo tra fornitori di prestazioni e assicuratori malattia e la promozione della prevenzione. «In Ticino il costo pro capite delle prestazioni lorde è di quasi 5mila franchi, più alto della media nazionale, ed è dovuto anche alla struttura della nostra popolazione, che ha la percentuale di persone anziane più alto della Svizzera», ha affermato De Rosa. A questo si aggiunge: «Un'alta densità di fornitori di prestazioni e un sistema tariffario che non incita a contenere la spesa».

Il ricorso: gli Spitex privati chiedono parità di trattamento con quelli pubblici

Nel frattempo, l’Associazione delle organizzazioni private di cura a domicilio Spitex (Asps) ha presentato un ricorso per denegata giustizia al Consiglio di Stato. Il caso era venuta alla luce nel settembre del 2022, come riferito dalla ‘Regione’. Il ricorso, fa sapere l'avvocato Mattia Tonella, “vuole porre fine alla disparità di trattamento esercitata dal Cantone nei confronti degli Spitex privati nell’ambito del finanziamento previsto dalla Lamal per gli enti fornitori di prestazioni di cura a domicilio”. Le organizzazioni Spitex private, si legge nella presa di posizione, forniscono già oggi più del 50% delle prestazioni di assistenza e cura a domicilio su tutto il territorio cantonale. “Nonostante ciò, nell’ambito del finanziamento obbligatorio previsto dalla Lamal, il Cantone applica un sistema di finanziamento che comporta una ingiustificata disparità di trattamento tra Spitex pubblici e privati, con una differenza in favore delle organizzazioni pubbliche che arriva a raggiungere il 40%. Una problematica rimarcata anche dal Consiglio federale in un rapporto del maggio 2021”.

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