laR+ Ticino

Suppletive per gli Stati, tutti favorevoli o pronti. A parole...

Viaggio tra i vertici dei partiti sul futuro del seggio che verosimilmente sarà presto lasciato libero da Carobbio. Si aspetta il per ora silente governo

La sedia vuota
(Keystone)
29 marzo 2023
|

Sarà uno temi del dopo 2 aprile, quando si conoscerà la nuova compagine del Consiglio di Stato. E quando, verosimilmente, si confermerà l’entrata in governo della socialista Marina Carobbio. La quale dovrà a quel punto dimettersi, per motivi di incompatibilità, dal Consiglio degli Stati dove era stata eletta nel novembre 2019. E, vedi anche la ‘Regione’ del 19 novembre 2022, il tema è: elezioni suppletive sì, no, forse? Oppure seggio bernese vacante sino alle elezioni federali ordinarie del prossimo ottobre? Intanto lo sarà (dando sempre per assodata l’elezione di Carobbio nell’Esecutivo ticinese) in occasione dell’importante dibattito agendato per la metà del prossimo mese alle Camere federali sull’affaire Ubs-Credit Suisse. A rappresentare il Ticino, sede della terza piazza finanziaria svizzera, agli Stati ci sarà dunque solo il democentrista Marco Chiesa. Ma tant’è.

Marchesi: dritti al voto

Prima che l’argomento venisse messo in secondo piano dalla campagna per le elezioni cantonali 2023 e da qualche interesse, l’Udc aveva detto chiaro e tondo che l’unica soluzione percorribile sarebbe stata tornare alle urne per un’elezione suppletiva. Nessuno spazio quindi per accordi o elezioni tacite. È ancora così? «Assolutamente sì», risponde il presidente democentrista Piero Marchesi. «Anche perché la legge dice in modo chiaro che in caso di vacanza del seggio il Consiglio di Stato debba convocare delle elezioni suppletive – rincara –. Noi facciamo affidamento sulla legge, avevamo addirittura proposto al Gran Consiglio che una candidatura al Consiglio di Stato mettesse ‘a scadenza’ il seggio alla Camera dei Cantoni, e che quindi il governo potesse subito convocare le elezioni suppletive. Fosse passata la nostra iniziativa, probabilmente per la prossima seduta avremmo già avuto la persona che sostituirà Carobbio».

Poi, riprende Marchesi, «al di là della contingenza la cosa va rivista per evitare problemi simili in futuro. Ad esempio noi abbiamo chiesto anche di togliere il divieto di votare a luglio e agosto, è molto anacronistico: oggi, con il voto per corrispondenza e il materiale che arriva settimane prima, non serve più». E ‘in cauda venenum’... «Questo pasticcio è l’ennesima dimostrazione che abbiamo un governo che non vuole decidere, non ha preso una posizione ufficiale tracciando una via e ha delegato tutto al prossimo Consiglio di Stato facendo perdere ulteriore tempo».

Riget: purtroppo non ci fu un accordo

«Come Partito socialista, già a dicembre avevamo cercato di trovare una soluzione con le altre forze politiche per fare in modo che queste suppletive non si facessero – ricorda la copresidente del Ps Laura Riget –. Avevamo indicato gli svantaggi di un’elezione complementare per il Consiglio degli Stati ed eravamo sia per una modifica di legge, sia per individuare una personalità che forte di un ampio consenso ricoprisse il seggio fino alle elezioni federali ordinarie di ottobre. Purtroppo – rileva Riget – non si è potuto raggiungere un accordo, per svariati motivi. E ora, per una questione di tempistiche, è impossibile cambiare la legge. Per cui la palla è nel campo del Consiglio di Stato, che dovrà decidere come procedere».

Ma secondo il Ps è opportuno indire le suppletive? «A suo tempo, l’ho ricordato prima, eravamo pronti a discutere una soluzione per non farle, la soluzione non è stata trovata e a questo punto mi sembra inevitabile che si facciano. Non vedo vie d’uscita. La legge, del resto, non prevede il posto vacante. Aspettiamo pertanto comunicazioni dal governo». In caso di elezioni suppletive avete già una rosa di potenziali candidati per il dopo Marina Carobbio? «Stiamo iniziando a cercarle al nostro interno coordinandoci con i Verdi e più in generale con l’area progressista». Forum Alternativo, Partito comunista, Pop… anche con il Movimento per il socialismo? «Con l’Mps no», risponde Riget («Prendiamo atto di questo ostruzionismo del Ps nei nostri confronti, come era capitato con la proposta da noi avanzata di fare, per queste elezioni cantonali, una lista unica per il Consiglio di Stato e per il Gran Consiglio», commenta il deputato dell’Mps Matteo Pronzini).

Ad ogni modo, continua la copresidente dei socialisti, per poter confermare il seggio agli Stati ora di Carobbio serve «un’unica candidatura forte progressista». Come quella dell’attuale consigliera nazionale dei Verdi Greta Gysin (che ha rinunciato a correre per il Consiglio di Stato nella lista rossoverde), o no? «È troppo presto per fare dei nomi. Sicuramente Greta Gysin è una delle persone che sentiremo», afferma Riget.

Bourgoin: il nome di Gysin è sul tavolo

«Il Consiglio di Stato ha un margine di apprezzamento, e quindi ha deciso di lasciar decidere al nuovo Consiglio di Stato, quello che scaturirà dalle cantonali di domenica», ricorda Samantha Bourgoin, co-coordinatrice dei Verdi: «E noi ci adegueremo». Detto ciò, «personalmente non credo che la popolazione si rallegri di andare a votare quattro volte in pochi mesi». L’intenzione comunque in casa ecologista è di farsi trovare pronti, in un discorso d’area che a sinistra continua e va avanti: «Non ci siamo mai discosti dall’ottica federale, per affrontare insieme le sfide epocali che ci attendono compatti e lavorando insieme. Anche perché la legge elettorale federale permettere le alleanze in modo molto più naturale con le congiunzioni e gli accordi come quello che ha portato Carobbio agli Stati nel 2019».

L’intenzione «è di continuare questa collaborazione con il Ps, anche se non sono ancora stati fissati i dettagli». E nemmeno i nomi, anche se quello della deputata al Nazionale ecologista Gysin potrebbe essere messo sul tavolo, chiediamo come chiesto a Riget. La risposta di Bourgoin è chiara: «Puntualmente non abbiamo ancora preso alcuna decisione, anche se i nomi di peso dei Verdi a livello federale non sono tanti… e dunque Greta può essere certamente presa in considerazione».

Aldi: se Carobbio si fosse dimessa...

«Le elezioni sono uno dei pilastri della democrazia e la legge non prevede posti vacanti, quindi ritengo che le suppletive vadano fatte. Il problema – continua Sabrina Aldi, vicecapogruppo della Lega in Gran Consiglio e portavoce del movimento – è che i tempi sono stretti. Certo che se Marina Carobbio avesse rinunciato al seggio alla Camera alta quando ha deciso di candidarsi per il Consiglio di Stato, avrebbe agevolato l’esercizio dei diritti democratici. Così non è stato, fermo restando che era ed è, al momento, un suo diritto mantenere il seggio a Berna agli Stati. Stando alla legge, le suppletive vanno indette». Il famoso accordo tra Lega e Udc stabilisce che in caso di rielezione nel governo cantonale degli uscenti Gobbi e Zali ci sia una candidatura unica per il Consiglio degli Stati: quella del democentrista Marco Chiesa, eletto alla Camera dei Cantoni alle federali di quattro anni fa. «L’accordo prevede una candidatura unica». Stop. Altro non aggiunge la vicecapogruppo della Lega.

Dadò: aspettiamo la scelta del governo

Afferma il presidente e deputato del Centro Fiorenzo Dadò: «Dando per scontata l’elezione di Marina Carobbio in Consiglio di Stato, la decisione sulle suppletive spetta al governo cantonale, il quale avrà già fatto sicuramente alcune riflessioni». Anche, osiamo immaginare, su un eventuale ricorso contro la mancata celebrazione delle suppletive... E lei, Dadò, che ne pensa? «Dal profilo dei costi e considerato che il posto resterebbe comunque vacante per poco, non sarebbe opportuno indire elezioni suppletive. Tuttavia la legge non contempla l’esistenza di posti vacanti, pertanto il governo dovrà prendere una decisione formale. L’aspettiamo».

Speziali: noi siamo nati pronti

«Non abbiamo fatto ulteriori riflessioni – spiega il presidente del Plr Alessandro Speziali –, anche perché la situazione riguarda Marina Carobbio, che ha fatto una certa scelta evidentemente opinabile». Sia come sia, «se la legge è chiara sul proseguio si rispetterà, se si deciderà di discutere tutti insieme una modifica lo faremo… noi siamo nati pronti, ci rimettiamo alla legge e alla decisione del Consiglio di Stato. Se ci sarà da andare alle suppletive, il Plr sarà pronto. Anche se far continue elezioni in un breve lasso di tempo non è l’ideale».

Leggi anche: