Ticino

Misure del governo, il Ps: ‘Fondi Swisslos da difendere’

Così i socialisti. Scattano le prime interpellanze. L’Mps sulla comunicazione delle decisioni: ‘Il Consiglio di Stato ha infranto la Lord’

La discussione approderà in parlamento
(Ti-Press)
23 febbraio 2023
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Il Consiglio di Stato decide le prime misure di risparmio e scattano i primi atti parlamentari. Che contestano forma e sostanza delle comunicazioni del governo ai funzionari dirigenti dei Dipartimenti su come procedere a una prima fase della manovra di rientro dovuta sia al Preventivo 2023 fissato a meno 80 milioni di franchi, sia al fatto che bisogna aggiungere al deficit i 137 milioni provenienti dalla Banca nazionale preventivati ma che, nei fatti, non arriveranno.

Con ordine. Il Partito socialista, con il capogruppo in Gran Consiglio Ivo Durisch e il deputato Danilo Forini, ha inoltrato al Consiglio di Stato un’interpellanza con ben 11 quesiti che hanno un minimo comun denominatore: "L’impressione è che non sia stato circoscritto un limite chiaro d’azione e che non vi sia una linea strategica in grado di definire le priorità: le misure appaiono improvvisate e toccano indistintamente tutto e tutti attraverso tagli lineari". Infatti, "le richieste di contenimento della spesa sembrano toccare indistintamente tutti i settori dello Stato – scrivono Durisch e Forini –, anche le prestazioni e i servizi in favore della popolazione più fragile: persone anziane, persone con disabilità, persone malate, famiglie e minorenni in difficoltà". Per il Ps, "invece che rivedere in maniera equilibrata sia le uscite sia le entrate – e in particolare le politiche di sgravi fiscali che sono causa della situazione finanziaria difficile –, si parte in quinta con tagli lineari che vanno a ridurre la qualità dei servizi alla popolazione e agli attori economici, in particolare alle piccole e medie imprese". Senza dimenticare, avvertono Durisch e Forini, che tutti "saranno inoltre ancora più colpiti da un aumento delle tasse causali che come noto colpiscono sia le persone fisiche sia quelle giuridiche in maniera antisociale, senza distinzioni".

Nelle undici domande formulate dal Ps al governo spiccano la preoccupazione per l’annunciata sostituzione del personale partente "solo nella misura dell’80%" – con il timore per la qualità dei servizi e delle prestazioni, per non parlare dei posti di lavoro – e "il dirottamento dei fondi Swisslos per finanziare ‘determinate spese attualmente previste su altri conti’". Dirottamento che "porterà a una diminuzione dei sostegni finanziari a nuove domande per attività sociali, culturali e sportive promosse da enti esterni".

Dal canto suo il Movimento per il socialismo ribadisce la propria contrarietà alle misure di contenimento stabilite dal Consiglio di Stato e rese pubbliche mercoledì dalla ‘Regione’. "Peggioramento del servizio pubblico e ribaltamento degli oneri sui cittadini e le cittadine che più hanno bisogno dell’intervento dello Stato: sono queste le due direttrici che emergono dal documento", scrivono Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori. "Se si vuole agire (e per l’Mps bisogna farlo) per aumentare lo spazio di manovra del Cantone, necessario per rispondere ai bisogni sempre più emergenti della società in vari ambiti, è sulle entrate – sostengono gli interpellanti – che bisognerà concentrarsi, modificando la politica fiscale del Cantone che da ormai oltre due decenni favorisce i detentori di alti patrimoni e alti redditi".

Forma contestata

‘Gran Consiglio e sindacati tagliati fuori’

C’è di più. Sia il Ps che l’Mps contestano non solo il contenuto delle misure, ma anche aspetti di natura procedurale. "Rileviamo con dispiacere che il Consiglio di Stato non ha ritenuto opportuno informare direttamente il parlamento o almeno la Commissione Gestione e finanze", annotano Durisch e Forini. Più articolato e severo su questo punto il giudizio dell’Mps. Che richiama la Lord, la Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato, per la precisione il suo articolo 1d, secondo cui "il Consiglio di Stato informa il personale e le sue organizzazioni in merito alla politica del personale". Organizzazioni del personale, continua la norma, che il governo consulta "prima di procedere a modifiche delle leggi e dei regolamenti che definiscono le condizioni di lavoro del personale". Sempre lo stesso articolo di legge afferma che "le organizzazioni del personale e singoli dipendenti possono prendere posizione e presentare proposte su questioni professionali o concernenti l’Amministrazione cantonale in generale". Osserva il Movimento per il socialismo nell’interpellanza: "Dobbiamo prendere atto che il Consiglio di Stato, una volta ancora, procede senza coinvolgere il Parlamento e il personale". E rincara: "La mancanza di consultazione dimostra un atteggiamento arrogante e poco rispettoso da parte del Consiglio di Stato. Atteggiamento che infrange disposizioni di legge che il Consiglio di Stato dovrebbe conoscere e rispettare".

Pronzini, Arigoni e Lepori chiedono quindi al governo per quale ragione "questo piano di risparmio" non sia stato trasmesso "preventivamente" al Gran Consiglio. Non solo: per quale motivo "il personale e le sue organizzazioni non sono stati informati (con possibilità di presa di posizione) come previsto dall’articolo 1 della Lord?". Cosa intende fare il Consiglio di Stato "per sanare queste due mancanze?".

Alle due interpellanze il Consiglio di Stato dovrebbe rispondere nella sessione del plenum parlamentare che si aprirà lunedì 13 marzo, l’ultima prima delle elezioni cantonali. Secondo la legge sul Gran Consiglio, dopo che il governo si è espresso, il parlamento può aprire una discussione generale. Ma come si usa dire, il condizionale è d’obbligo. L’Ufficio presidenziale (Up) potrebbe decidere di trasformare le interpellanze in interrogazioni, alle quali il Consiglio di Stato risponde per iscritto, con conseguente allungamento dei tempi. Il che non sorprenderebbe, considerati il periodo caldo, elettoralmente parlando, e la portata del tema. Il Ps ha motivato l’interesse pubblico e l’urgenza della propria interpellanza come segue: "La questione delle misure di rientro finanziario dei conti dello Stato è evidentemente di grande interesse pubblico e ha un impatto concreto su tutti i cittadini e le cittadine; le misure chieste dal Consiglio di Stato entrano in vigore immediatamente con effetto retroattivo al 1° gennaio 2023". Attendiamo notizie dall’Up.

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