Ticino

Tutti d’accordo: no all’aumento delle tasse causali

Partiti e sindacati commentano le misure di risparmio decise dal governo. Diverse sfumature tra sinistra e destra:‘Tagli lineari’, ‘Si doveva agire prima’

Siamo solo all’inizio
(Ti-Press)
22 febbraio 2023
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Su un ‘no’ sinistra, centro e destra convergono: il no all’aumento delle tasse causali prospettato dal Consiglio di Stato nelle misure comunicate ai funzionari dirigenti del Cantone in ottica manovra di rientro, anticipate oggi da ‘laRegione’. Sul resto, nel tempestoso ’mare magnum’ c’è una certezza, in qualsivoglia modo la si possa declinare: che si sia solo all’inizio.

La preoccupazione dei socialisti

«Siamo di fronte a tagli lineari, che è il peggior modo di risanare le finanze pubbliche – afferma perentorio il capogruppo del Ps in Gran Consiglio Ivo Durisch –. Ad andarci di mezzo saranno la qualità dei servizi, le piccole e medie imprese e le fasce più fragili della popolazione. Così non si potranno affrontare i bisogni emergenti di una società in forte difficoltà. A preoccupare particolarmente sono i tagli ai nuovi compiti per gli enti sussidiati tramite contratti di prestazione, ossia case anziani e istituti per invalidi. Ci andranno di mezzo persone fragili e il personale di cura già sottoposto a condizioni di lavoro difficili».

Pure il collega di partito e di Gran Consiglio Danilo Forini parla di tagli lineari. Che «colpiscono anche servizi e prestazioni per persone anziane, con disabilità, malate, famiglie e minorenni in difficoltà. Non bisognava preservare i ‘meno abbienti’? Chi definisce i settori da preservare?». E si chiede e chiede, alludendo fra le misure indicate dal governo a quella denominata "contenimento o differimento di spese non prioritarie": «Chi definisce le spese ‘non prioritarie’? Su quale base?». Non solo. «Il dirottamento, poi, di fondi Swisslos a spese correnti dello Stato impedirà il sostegno a molte attività sociali, culturali e sportive – avverte Forini –. Per non parlare, inoltre, dell’aumento delle tasse causali: invece di entrate fiscali calcolate secondo il reddito e la sostanza si vanno a colpire i cittadini e le cittadine con balzelli antisociali».

‘Cultura in pericolo’

Sul "dirottamento" dei fondi Swisslos si sofferma anche Durisch: «È inaccettabile. Sono fondi destinati alla cultura, un settore dove già oggi gli operatori vivono uno stato allarmante di precarietà». Chiosa finale: «Per correttezza il Consiglio di Stato avrebbe potuto comunicare anche al parlamento, e non solo ai funzionari dirigenti, le sue decisioni!».

Gianella (Plr): ‘Un primo passo importante’

«Quanto deciso dal governo è quello che avevamo chiesto con il decreto legislativo allegato al Preventivo 2023 del Cantone – rileva la capogruppo del Plr Alessandra Gianella –, vale a dire misure a breve termine per l’anno in corso sapendo che il margine di manovra sarebbe stato molto limitato». Insomma, «è stato fatto un giro nei dipartimenti per verificare dove si possa controllare la spesa. Era importante farlo e siamo contenti sia stato fatto tempestivamente». È ovvio però, continua Gianella, «che non stiamo parlando ancora della vera e propria manovra, quella arriverà a settembre e saranno misure più incisive. Rimaniamo in attesa dello studio sull’analisi dettagliata della spesa che dovrebbe arrivare entro giugno».

L‘Udc: ’Non si mettano le mani nelle tasche dei cittadini’

Scrive l’Unione democratica di centro su Facebook: "Sia chiaro a tutti i cittadini ticinesi che una via per risanare le finanze senza prevedere ulteriori entrate è possibile e l’Udc l’ha presentata alcune settimane fa. Eppure, il governo del Mulino Bianco pare sia deciso a procedere nell’aumento di tasse e balzelli per tappare una voragine finanziaria ampiamente prevista. Una ghiotta occasione per mettere nuovamente le mani nelle tasche dei cittadini, anche se quest’ultimi – ricorda l’Udc richiamando il sì popolare dello scorso maggio la ‘decreto Morisoli’ – hanno chiaramente detto che il pareggio dei conti va raggiunto lavorando sulla spesa e non sulle entrate". Osserva a sua volta il granconsigliere Paolo Pamini, da noi interpellato: «Al di là della proposta di aumentare le tasse causali, riteniamo le altre tredici misure un ragionevole inizio degli sforzi di risanamento, che avrebbero potuto e dovuto essere attuate già in vista del Preventivo 2023». Insomma «meglio tardi che mai», commenta il deputato democentrista.

Caverzasio (Lega): ‘Alcuni criteri di scelta però sono politici’

«La macchina sta scivolando in discesa e qui il Consiglio di Stato ha messo il piede sul freno, senza chiedersi cosa ci sarà dopo la curva o come provare a tornare indietro», commenta il deputato leghista Daniele Caverzasio. Infatti, «non siamo di fronte a un vero e proprio taglio della spesa. E nemmeno davanti a una vera e propria analisi, è più un chiedere ai Dipartimenti cosa possono fare… e viene quasi da domandarsi perché non l’abbiano fatto prima». Però, annota ancora Caverzasio, «bene che venga fatta una revisione dei compiti dello Stato, sarà una buona base di discussione, ma alcuni criteri di scelta sono anche politici, non nascondiamoci dietro un dito: se si vogliono mantenere determinati servizi bisogna anche mettere a disposizione le risorse necessarie». A preoccupare un po’ è l’aumento delle tasse causali, «perché colpiscono tutti e quindi particolarmente il ceto medio. Perché ci sono tasse causali dove il comportamento del cittadino può influire, altre dove non può farci niente…».

Agustoni (Centro): ‘Alcune misure non sono chiare’

Dal Centro, il capogruppo Maurizio Agustoni dichiara, riferendosi al mancato incasso dei 137 milioni provenienti dalla Bns, inseriti invece dal governo nei conti per l’anno corrente: «È chiaro che se il Consiglio di Stato avesse a suo tempo valutato in modo realistico la situazione della Banca nazionale svizzera, si poteva pensare, nel Preventivo 2023, a qualche misura strutturale un po’ più mirata. Ora, non so quale reale impatto possano avere le misure appena prospettate dal Consiglio di Stato, anche se è condivisibile qualsiasi sforzo volto a evitare la crescita ingiustificata della spesa. Su un paio vorrei però soffermarmi. Non mi è al momento chiara quella sulla sostituzione di personale partente nella misura dell’80 per cento: non vorrei che ciò si traduca in un peggioramento del servizio ai cittadini e in un peggioramento delle condizioni di impiego nello Stato. Quanto all’aumento delle tasse causali, questa misura rischia di essere in palese contrasto con il decreto approvato dal popolo lo scorso maggio e che impone di risanare i conti cantonali senza incrementare il prelievo fiscale, ovvero imposte e tasse. Tasse che oltretutto, a differenza delle imposte, non tengono conto della capacità contributiva del singolo cittadino e rischiano quindi di pesare in modo particolare sulle persone economicamente più fragili».

Bourgoin (Verdi): ‘Un primo bagno di realtà’

«La lista delle misure non mi sorprende: si tratta di un primo bagno di realtà – dice la co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin –. Guardando le voci di spesa, è tutto da dimostrare che queste non vadano a toccare settori delicati e fragili. Penso ad esempio ai fondi Swisslos che se riorientati andrebbero a mancare alla cultura, già interessata dal fenomeno del precariato, o alla possibile non sostituzione di personale in determinati settori dell’Amministrazione. Quello che poi fa riflettere è, tra le altre misure, la riduzione dei crediti per la gestione dell’emergenza ucraina e questo quando si prospetta un ulteriore peggioramento delle conseguenze del conflitto sul piano umanitario».

L‘Mps: ’Conseguenze per tutti’

A esprimere il proprio disappunto è il Movimento per il socialismo (Mps) che, tramite un comunicato stampa, si dice contrario ai quattordici punti presentati dal Consiglio di Stato ai funzionari dirigenti. Per l’Mps tali misure "vanno in due direzioni ben precise, entrambe con conseguenze per i cittadini e le cittadine". "La prima, preponderante, è quella di agire sul personale del Cantone attraverso una serie di misure che, in realtà, tendono a peggiorare il servizio pubblico; questo avviene sia nell’ambito amministrativo nei rapporti verso l’utenza (ad esempio, attraverso un ulteriore aggravamento della politica di non sostituzione sistematica del personale partente), sia nell’ambito di servizi assai più delicati come l’insegnamento (in questo ambito si prevede di agire sulle supplenze, sostituzioni, personale ausiliario ecc.)". La seconda direzione invece riguarderebbe l’onere finanziario per i cittadini e le cittadine che fanno ricorso ai servizi dello Stato. "In poche parole si scaricano sulle spalle dei cittadini e delle cittadine possibili risparmi sui costi delle prestazioni".

Ghisletta (Vpod): ‘La vera legnata sarà in autunno’

E i sindacati che ne pensano della ricetta governativa in materia di risparmi? «Questa è solo sabbia negli occhi, il peggio deve ancora arrivare» esclama il segretario della Vpod Raoul Ghisletta: «Se questi risparmi porteranno a una decina o ventina di milioni sarà tanto. Mi sembra più propaganda elettorale che altro». La vera scure, teme (e prevede) Ghisletta, «cadrà su tutto il settore sociosanitario, e saranno dolori». Le 14 misure presentate dal Consiglio di Stato ai funzionari dirigenti, per il segretario della Vpod «sono una semplice riedizione delle misure di risparmio andate avanti per anni e solo recentemente abolite, un piccolo assaggio della legnata colossale che arriverà in autunno, cui ci opporremo con ogni forza».

Jelmini (Ocst): ‘Le tasse causali sono le più anti-sociali’

Le finanze cantonali stanno attraversando un momento difficile ed è giusto che si tiri la cinghia, purché non si vada a compromettere servizi e prestazioni sociali: un peggioramento in quest’ambito non lo accetteremmo», sostiene Lorenzo Jelmini, segretario regionale dell’Ocst Luganese e deputato del Centro alla sua ultima legislatura. «Delle misure prospettate dal governo – prosegue il sindacalista –, quella che mi dà molto fastidio è l’aumento delle tasse causali, le più anti-sociali che esistano. Così si colpisce tutti indistintamente, indipendentemente dal reddito». Non è tutto. «Il Gran Consiglio smetta di attribuire nuovi compiti allo Stato e poi chiedere il taglio delle risorse per l’ente pubblico. La contraddizione è evidente».

Bosco (Sit): ‘Dovevano coinvolgere le associazioni del personale’

Mattia Bosco, segretario dei Sindacati indipendenti ticinesi (Sit), contesta la procedura. «Mi chiedo per quale motivo il Consiglio di Stato non abbia coinvolto le associazioni del personale, consultandole su queste misure di risparmio prima di comunicarle ai funzionari dirigenti – afferma Bosco –. Del resto è la stessa legge, la Lord, a dire che, cito, il Consiglio di Stato informa il personale e le sue organizzazioni in merito alla politica del personale. Invece siamo stati tenuti all’oscuro e ciò cozza contro le tanto proclamate concordanza e trasparenza. Riguardo al merito delle misure, termini come contenimento e riduzione sono indicativi della difficile situazione nella quale si trova l’impiego pubblico: ancora una volta è messo in discussione. A maggior ragione se si considera il contesto: i problemi di cassa pensione, di carriere e di motivazione personale. Vorrei poi che si chiarisse cosa si intende effettivamente per sostituzione di partenti nella misura dell’80 per cento. In ogni caso invitiamo la classe politica presente e futura a non tirare troppo la corda inasprendo, inutilmente, i rapporti tra personale e datori di lavoro».

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