Il capogruppo del Centro dopo la reazione dei Glrt alla richiesta di chiarezza fatta da Ermotti Lepori: ‘Da valutare le conseguenze sulla griglia oraria’
«Non c‘è stato alcun ostruzionismo da parte nostra, va però capito quali sarebbero le conseguenze per l’orario scolastico con l’introduzione dell’insegnamento del tedesco già dalla prima media». Il capogruppo in Gran Consiglio del Centro/Ppd Maurizio Agustoni, a colloquio con ’laRegione’, mette qualche puntino sulle i dopo l’intervista con cui il presidente dei Giovani liberali radicali ha stigmatizzato l’atto parlamentare di Maddalena Ermotti Lepori. "Un inaccettabile gesto di ostruzionismo a una proposta che portiamo avanti da cinque anni e su cui c’è un ampio consenso", ci ha detto infatti Mitric. Non è così?
«Il Centro sostiene da anni qualsiasi misura che permetta ai giovani ticinesi di imparare al meglio il tedesco – risponde Agustoni –, perché si tratta di un’esigenza sempre più importante nel mondo del lavoro. Già nel 2009 Monica Duca-Widmer aveva presentato una mozione (ripresa da Claudio Franscella) che proponeva l’apprendimento precoce delle lingue straniere. Nel 2014 il Centro e il Plr avevano presentato una mozione (Polli-Pagani) che è poi sfociata nei laboratori di tedesco alle scuole medie. Nel settembre 2022 – prosegue Agustoni – il nostro deputato Alessio Ghisla ha presentato un’iniziativa elaborata per potenziare il servizio doposcuola (pensato per le materie più "delicate", quindi tedesco e matematica). Nel dicembre 2022 i nostri deputati Ermotti-Lepori, Ghisla e Jelmini hanno presentato una mozione per potenziare i corsi lingua e sport, in particolare offrendo settimane in cui alla mattina si impari il tedesco, e al pomeriggio si facciano attività sportive o ricreative, in cui la lingua parlata sia il tedesco (questa proposta sarà votata dal Gran Consiglio nella seduta di gennaio 2023)».
Insomma, sottolinea il capogruppo del Centro, «oggi è in discussione l’anticipare l’insegnamento del tedesco in prima media; si tratta di una proposta che personalmente mi piace, che merita di essere approfondita e che l’interrogazione non pregiudica in alcun modo. E, come detto, non è in discussione l’importanza di migliorare l’apprendimento del tedesco, ma va perlomeno capito quali sarebbero le conseguenze per l’orario scolastico dei giovani ticinesi». E siamo al punto, perché «se si dovessero introdurre una/due ore settimanali di tedesco in prima media, mi sembra utile sapere se queste ore si aggiungeranno alla griglia oraria (già molto carica), oppure se saranno ridotte le ore di altre materie (e quali)».
Davanti a questo nodo, «il nostro gruppo ha chiesto di sottoporre questa domanda al Consiglio di Stato – rivela Agustoni –, ma la maggioranza della Commissione formazione e cultura si è opposta a formulare questa domanda. Davanti a questo approccio un po’ bizzarro, la collega Ermotti Lepori ha utilizzato l’unico strumento a disposizione dei deputi in questi casi: interrogare direttamente il Consiglio di Stato».
Con queste tempistiche sembra proibitivo essere pronti per settembre 2023. «Applicare una modifica di questa portata già con l’anno scolastico 2023/2024, quindi tra otto mesi, tanto più con un cambio di direzione del Decs ad aprile, mi sembra alquanto irrealistico. Anche perché bisognerebbe verosimilmente reclutare nuovi insegnanti di tedesco ed elaborare dei programmi per la prima media». Ciò premesso, «il Consiglio di Stato ha dei tempi di risposta brevi per cui il Gran Consiglio, ancora in questa legislatura, avrà tutti gli elementi per decidere sul tema con cognizione di causa in modo da mettere in vigore al più presto eventuali cambiamenti».
Evidentemente qualcosa non ha funzionato anche a livello comunicativo tra i commissari, e non è la prima volta che succede sul tema scuola. Qual è l’auspicio per il futuro? «Che le discussioni sul futuro della scuola siano animate dal desiderio di trovare soluzioni praticabili, condivise e nell’interesse dei giovani ticinesi – risponde Agustoni –. Di solito l’agitazione di mettere la propria bandierina su questo o quel tema non porta a grandi risultati. Nei prossimi mesi i gruppi parlamentari dovranno collaborare con impegno e senso delle istituzioni; penso che potrà aiutare una frase che campeggiava nell’ufficio di Ronald Reagan: "Non c’è limite a ciò che una persona può fare o a dove può arrivare se non gli importa di chi si prende il merito"».