Ticino

PoLuMe: le reazioni dei soddisfatti, da Zali a Bissone

Per il borgo lacustre in vista una storica ricucitura, per Lugano l’occasione di liberarsi del traffico parassitario. Zali sereno sull’ipotesi referendum.

Bissone verso la ricucitura
(Ti-Press)
16 dicembre 2022
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«Certo che sono soddisfatto. Questi per noi sono grandi risultati». Il primo dei contenti della notizia del giorno è lui, Claudio Zali. Il giorno del semaforo verde da parte di Berna al progetto generale del Potenziamento dell’autostrada fra Lugano e Mendrisio (Polume), è anche l’occasione per il direttore del Dipartimento del territorio (Dt) di fare il punto. «Quando ho preso in mano questo incarto nove anni fa, la prospettiva temporale per realizzare questo progetto era il 2050. Abbiamo ottenuto l’anticipo di dieci anni. E non solo: inizialmente avremmo dovuto investire 400 milioni per la variante Ticino, poi ce ne hanno chiesti 200, infine siamo scesi agli 84 attuali con già compreso l’aggiramento totale di Bissone, che era in un primo momento previsto solo in una seconda fase».

Lo svincolo a Melano? ‘Anello debole del progetto’

Un «ottimo risultato», ma soprattutto per una parte del territorio. «Sì, certo, la regione del Luganese è la principale beneficiaria del progetto. Fino a Melano, non compreso – ammette il consigliere di Stato –. Con il sindaco di Val Mara ho già parlato: chiederemo tutto quel che è possibile chiedere per migliorare la digestione dello svincolo autostradale sul loro territorio. Uno svincolo che ritengo il punto debole di questo progetto e personalmente mi sono battuto per non realizzarlo perché lo ritenevo e ritengo superfluo, perché ci sarà una Cantonale migliorata (data dall’aggiramento di Bissone a da una nuova galleria fra Melide e Grancia, ndr) che migliorerà i tempi di percorrenza attuali. Ma Ustra non mi ha seguito». Se parte del Basso Ceresio è sul piede di guerra, anche più a sud, a Mendrisio, ci sono perplessità. «Adesso siamo ancora solo a livello di progetto generale, che è quindi di massima e perfettibile nei contenuti e soprattutto a livello di opere fiancheggiatrici. Intendo lavorare con i Comuni e con la Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e del Basso Ceresio (Crtm) per cercare di migliorare ulteriormente il progetto».

Referendum su scala nazionale, ‘ipotesi remota’

Ha detto che vi siete battuti per anticipare i tempi e ce l’avete fatta, ma nel frattempo il malcontento dei contrari è montato. Non la preoccupa che possiate perdere questo tempo guadagnato fra opposizioni e, chissà, referendum? «Gli 84 milioni di competenza cantonale potranno essere referendabili. E allora ci si dovrà contare fra chi realisticamente capisce che l’automobile è e rimarrà il mezzo principale di spostamento per molte persone e tra chi, soprattutto per motivi ideologici, avversa ogni potenziamento del settore stradale. Il côté federale seguirà invece la sua strada e mi preoccupa poco». Sembrerebbe però non essere esclusa un’ipotesi di referendum nemmeno su piano federale. «Mi sembra un’ipotesi abbastanza remota, però mi lascio sorprendere. Sarebbe peccato: un ulteriore step di questa escalation di contrapposizione fra trasporto pubblico e privato». E a proposito di trasporto pubblico, Zali sottolinea che «certamente continueremo a potenziarlo. Abbiamo dimostrato non da oggi di crederci molto, lo abbiamo rivoluzionato. Facciamo il possibile per dare un’alternativa reale all’uso della macchina. Ma è irrealistico pensare che possa soppiantare del tutto il trasporto privato».

Lugano ridurrà il traffico parassitario

«Ottimo!». Non nasconde la gioia il sindaco di Lugano. «Il Polume ci permetterà di risolvere vari problemi di traffico, dal Pian Scairolo a Lugano Sud, passando per la città. Se tutto andrà come deve, ci permetterà di declassare dei percorsi interni alla città: oggi, durante gli orari di punta, il 13% del traffico interno è parassitario – osserva Michele Foletti –. No, non sono preoccupato dal punto di vista ambientale, perché quando sarà realizzato il progetto posso immaginare che la stragrande maggioranza delle auto sarà a trazione elettrica. Certo, bisognerà sempre trovare soluzioni bilanciate e che impattino il meno possibile sull’ambiente. L’importante è non tornare al clima che si respirava negli anni Ottanta/Novanta, quando c’era la ‘guerra’ fra sostenitori della strada e della ferrovia. Le soluzioni devono essere integrate».

Bissone attende una ricucitura storica

Chi più di tutti probabilmente trarrà grande beneficio dal Polume è Bissone. «Era una decisione scontata, ma che certamente ci fa molto piacere – ci dice il sindaco Andrea Incerti –. L’autostrada che negli ultimi cinquant’anni ha diviso il paese verrà portata in galleria. Una corsia di quella che oggi è l’autostrada diventerà strada Cantonale, mentre l’altra verrà riqualificata. L’attuale Cantonale potrebbe diventare invece pedonale o a traffico limitato. Il nucleo riconquisterà finalmente il suo lago. Si tratta di scenari ancora da valutare, con il Cantone e l’Ufficio federale delle strade. Adesso cominceremo a studiare tutte le varianti e le possibilità. Ci faremo trovare pronti, quando sarà il momento».

Incontro a gennaio fra le due Commissioni dei trasporti

E il momento del confronto, fra le due commissioni regionali dei trasporti mai così lontane come sul Polume, sembra invece dietro l’angolo. «Siamo coscienti che ci sono delle visioni diverse fra Crtl e Crtm. Pertanto abbiamo previsto a gennaio un incontro fra le due commissioni – svela il presidente della Crtl Filippo Lombardi –. Non si parlerà solo di Polume, ma anche di AlpTransit, fermata InterCity nel Mendrisiotto e altri temi comuni che ci toccano. Vorremmo cercare di parlarci, capirci meglio e se possibile sviluppare una linea comune. Per noi, questa di oggi è una buona notizia. Noi riteniamo che già da Lugano Nord vada creata sufficiente capacità sull’autostrada per evitare il traffico parassitario in città. Siamo però coscienti che il Mendrisiotto ha problemi diversi e vogliamo dunque discuterne con loro». «Vorrei comunque far notare che si tratta di un progetto con orizzonte il 2040: in Europa non potranno più essere venduti dal 2035 veicoli con motore a scoppio. Ci sarà verosimilmente ancora un problema legato al traffico, mentre quello riguardante le emissioni dovrebbe rapidamente ridimensionarsi. È un trend peraltro già in atto» aggiunge Lombardi.