È sempre pendente l’iniziativa dell’Mps che chiede di concedere il diritto agli under 18 in materia cantonale e comunale
"Non evaso", segnala il sito online del Cantone. Già, tempi lunghi. Da oltre due anni è pendente un’iniziativa parlamentare, allestita nella forma generica, con cui il Movimento per il socialismo chiede di "concedere, attraverso le opportune modifiche costituzionali e legislative, il diritto di voto e di eleggibilità in materia cantonale e comunale a ogni cittadina e ogni cittadino svizzero di sedici anni". Prima firmataria Angelica Lepori. Di recente il tema è tornato di attualità con il no del Consiglio di Stato alla proposta di abbassare il diritto di voto – in materia federale – da 18 a 16 anni, come riferito dalla ‘Regione’ nell’edizione di martedì 13. Il governo ticinese si è infatti detto contrario al progetto di modifica della Costituzione federale elaborato, e messo in consultazione qualche mese fa, dalla Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale. Si è quindi detto contrario all’iniziativa della deputata basilese dei Verdi alla Camera del popolo Sibel Arslan. «A questo punto – sostiene il granconsigliere dell’Mps Matteo Pronzini – mi aspetto che il Consiglio di Stato si esprima – finalmente – anche sulla nostra proposta. Da tempo attendiamo il suo parere su un tema importante e di interesse generale. Sul piano comunale e su quello cantonale ci sono diversi argomenti che concernono sedicenni e diciassettenni e sui quali è giusto che si pronuncino, votando».
Il Movimento per il socialismo ha depositato l’iniziativa nel giugno del 2020. La "rivendicazione" del diritto di voto e di eleggibilità a partire dai 16 anni di età "non è, per l’Mps, una trovata dell’ultima ora", scrivevano Angelica Lepori, Simona Arigoni e Matteo Pronzini. Il Movimento aveva avanzato la proposta già "nel programma per le elezioni cantonali del 2007 e poi in tutte le consultazioni successive". Non solo: "Anche in occasione dell’ultima revisione della Legge sui diritti politici avevamo presentato un emendamento chiedente l’abbassamento del diritto di voto e di eleggibilità a 16 anni". Vi sarebbero "molte ragioni che potrebbero essere citate a sostegno di questa rivendicazione". Ragioni "di ordine sociale, economico, psicologico ecc.". Tuttavia "ci limiteremo all’attualità politica e sociale: non sarà sfuggito a nessuno, nemmeno ai più distratti, come la gioventù sia stata, in questi ultimi anni, una delle protagoniste principali dell’attualità politica e sociale in molti paesi, Svizzera e Ticino compresi". Le grandi manifestazioni ambientali e quelle contro le discriminazioni di genere "hanno visto scendere per le strade in modo preponderante giovani e giovanissimi/e: la loro presenza, la loro partecipazione attiva, il loro coinvolgimento, tutto questo ha messo in luce una grande prova di maturità civile e civica con la quale governi e parlamenti hanno dovuto, devono e dovranno sempre più confrontarsi". Questa "grande" partecipazione, evidenziavano gli iniziativisti, "ha visto protagonisti, molto spesso, le più giovani generazioni: basti pensare, per restare alle nostre latitudini, la grande partecipazione degli studenti delle scuole medie superiori".
Anche se queste generazioni, si legge ancora nell’atto parlamentare, "sono impegnate e orientate nell’azione politica diretta, questo non toglie che debbano avere il diritto di pronunciarsi anche attraverso la partecipazione elettorale". In un paese, la Svizzera, dove "le cittadine e i cittadini sono chiamati a pronunciarsi, attraverso i meccanismi della cosiddetta democrazia semidiretta, su questioni politiche concrete, non si capisce per quale ragione questi giovani, pertanto attivi, non debbano poterlo fare", affermava il Movimento per il socialismo: "A ventidue anni dall’ultima discussione su questo tema, pensiamo sia importante riproporlo". Una proposta, rilevavano gli iniziativisti, "ancora più attuale visto che di recente altri due parlamenti cantonali (Uri e Berna) hanno accolto (con una buona maggioranza) il principio di abbassare da 18 a 16 anni l’età per l’acquisizione dei diritti politici. Sarebbe quindi importante che anche il Ticino andasse in questa direzione".