Ticino

‘Voto ai sedicenni, dal 2020 aspettiamo il parere del governo’

È sempre pendente l’iniziativa dell’Mps che chiede di concedere il diritto agli under 18 in materia cantonale e comunale

Alle urne (Ti-Press)
15 dicembre 2022
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"Non evaso", segnala il sito online del Cantone. Già, tempi lunghi. Da oltre due anni è pendente un’iniziativa parlamentare, allestita nella forma generica, con cui il Movimento per il socialismo chiede di "concedere, attraverso le opportune modifiche costituzionali e legislative, il diritto di voto e di eleggibilità in materia cantonale e comunale a ogni cittadina e ogni cittadino svizzero di sedici anni". Prima firmataria Angelica Lepori. Di recente il tema è tornato di attualità con il no del Consiglio di Stato alla proposta di abbassare il diritto di voto – in materia federale – da 18 a 16 anni, come riferito dalla ‘Regione’ nell’edizione di martedì 13. Il governo ticinese si è infatti detto contrario al progetto di modifica della Costituzione federale elaborato, e messo in consultazione qualche mese fa, dalla Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale. Si è quindi detto contrario all’iniziativa della deputata basilese dei Verdi alla Camera del popolo Sibel Arslan. «A questo punto – sostiene il granconsigliere dell’Mps Matteo Pronzini – mi aspetto che il Consiglio di Stato si esprima – finalmente – anche sulla nostra proposta. Da tempo attendiamo il suo parere su un tema importante e di interesse generale. Sul piano comunale e su quello cantonale ci sono diversi argomenti che concernono sedicenni e diciassettenni e sui quali è giusto che si pronuncino, votando».

‘Gioventù protagonista dell’attualità politica e sociale’

Il Movimento per il socialismo ha depositato l’iniziativa nel giugno del 2020. La "rivendicazione" del diritto di voto e di eleggibilità a partire dai 16 anni di età "non è, per l’Mps, una trovata dell’ultima ora", scrivevano Angelica Lepori, Simona Arigoni e Matteo Pronzini. Il Movimento aveva avanzato la proposta già "nel programma per le elezioni cantonali del 2007 e poi in tutte le consultazioni successive". Non solo: "Anche in occasione dell’ultima revisione della Legge sui diritti politici avevamo presentato un emendamento chiedente l’abbassamento del diritto di voto e di eleggibilità a 16 anni". Vi sarebbero "molte ragioni che potrebbero essere citate a sostegno di questa rivendicazione". Ragioni "di ordine sociale, economico, psicologico ecc.". Tuttavia "ci limiteremo all’attualità politica e sociale: non sarà sfuggito a nessuno, nemmeno ai più distratti, come la gioventù sia stata, in questi ultimi anni, una delle protagoniste principali dell’attualità politica e sociale in molti paesi, Svizzera e Ticino compresi". Le grandi manifestazioni ambientali e quelle contro le discriminazioni di genere "hanno visto scendere per le strade in modo preponderante giovani e giovanissimi/e: la loro presenza, la loro partecipazione attiva, il loro coinvolgimento, tutto questo ha messo in luce una grande prova di maturità civile e civica con la quale governi e parlamenti hanno dovuto, devono e dovranno sempre più confrontarsi". Questa "grande" partecipazione, evidenziavano gli iniziativisti, "ha visto protagonisti, molto spesso, le più giovani generazioni: basti pensare, per restare alle nostre latitudini, la grande partecipazione degli studenti delle scuole medie superiori".

‘Devono potersi pronunciare anche attraverso la partecipazione elettorale’

Anche se queste generazioni, si legge ancora nell’atto parlamentare, "sono impegnate e orientate nell’azione politica diretta, questo non toglie che debbano avere il diritto di pronunciarsi anche attraverso la partecipazione elettorale". In un paese, la Svizzera, dove "le cittadine e i cittadini sono chiamati a pronunciarsi, attraverso i meccanismi della cosiddetta democrazia semidiretta, su questioni politiche concrete, non si capisce per quale ragione questi giovani, pertanto attivi, non debbano poterlo fare", affermava il Movimento per il socialismo: "A ventidue anni dall’ultima discussione su questo tema, pensiamo sia importante riproporlo". Una proposta, rilevavano gli iniziativisti, "ancora più attuale visto che di recente altri due parlamenti cantonali (Uri e Berna) hanno accolto (con una buona maggioranza) il principio di abbassare da 18 a 16 anni l’età per l’acquisizione dei diritti politici. Sarebbe quindi importante che anche il Ticino andasse in questa direzione".