Messaggio alla Diocesi ticinese del vescovo Alain de Raemy in occasione domenica dell’inizio del cammino d’Avvento
Mancano quattro settimane a Natale. E la Chiesa, con rito romano, entra nel tempo d’Avvento (per gli ambrosiani è invece già la terza domenica). Un tempo di attesa, che l’amministratore apostolico della Diocesi di Lugano definisce, nel suo videomessaggio alla comunità cattolica ticinese, «un po’ particolare, perché sappiamo già, è già avvenuto, quello che stiamo per celebrare. Non ci prepariamo a qualcosa di nuovo. È come un compleanno: la nascita c’è già stata. Ugualmente, però, noi il Natale lo celebriamo veramente come l’incontro con Gesù che sta per nascere!».
«E perché è così?» si chiede e ci chiede il vescovo: «Non è che facciamo finta che Gesù sta per nascere; ma sappiamo che quell’evento – unico nella storia – è stato una tale trasformazione, una tale presenza di Dio, che ci assicura l’evento finale, quando Lui ritornerà tra noi. In questo senso, l’Avvento ci prepara. Ci prepara ad accogliere questo Gesù che abbiamo conosciuto a Natale, ad accoglierlo quando sarà la fine del mondo. E la fine del mondo noi la conosciamo un po’ attraverso quello che è accaduto a Betlemme nell’umiltà della grotta, con questo modo di amarci senza farci paura. E noi, oggi, abbiamo tante paure. Pensiamo alla fine del mondo come una catastrofe: una catastrofe climatica, una catastrofe di guerre, una catastrofe di epidemie. Però, noi da cristiani, avendo visto il modo di fare di Dio quando viene tra noi, sappiamo che sei Lui è entrato in questo mondo, questo mondo lo porterà Lui con noi – così che la nostra ammirazione diventa anche partecipazione. Lui, con noi, porterà questo mondo a un finale felice. Lui ritornerà, e ritornerà nella gloria come è già venuto nell’umiltà, quell’umiltà che ci prepara alla gloria della fine del mondo».