Dai Comuni luce verde. E dalla commissione parlamentare della Gestione l’ok agli aspetti finanziari del progetto. Il dossier a dicembre in Gran Consiglio
Dai Comuni giunge quello che di fatto suona come un via libera. E in seno alla commissione parlamentare della Gestione si sblocca così il dossier riguardante la Pianificazione integrata per gli anziani 2021-2030. Con un preavviso – all’indirizzo di un’altra commissione granconsiliare, la ‘Sanità e sicurezza sociale’ – favorevole, per quanto riguarda gli aspetti finanziari, al messaggio licenziato dal Consiglio di Stato quasi un anno fa. Sul progetto confezionato dal Dipartimento sanità e socialità, importante visto il non indifferente aumento della popolazione anziana in Ticino, il plenum del Gran Consiglio dovrebbe quindi pronunciarsi, salvo sorprese, nella seduta di metà dicembre.
Spiega, contattato dalla ‘Regione’, il socialista Ivo Durisch, autore del preavviso con il leghista Michele Guerra: «Alla luce della lettera della Direzione del Progetto Ticino 2020, che come Gestione abbiamo ricevuto stamattina e nella quale si conferma che i Comuni aderiscono alla Pianificazione e non ne vogliono rallentare l’evasione date le diverse tempistiche della stessa e di ‘Ticino 2020’ (la prospettata riforma dei flussi finanziari e della ripartizione delle competenze fra Cantone e Comuni, ndr), e alla luce della sostenibilità finanziaria della Pianificazione per le casse pubbliche, accertata dalla nostra commissione, abbiamo stilato un preavviso favorevole». Ergo: «La Gestione aderisce al messaggio governativo sulla Pianificazione integrata, che oltre a migliorare la qualità di vita degli anziani, favorendo il loro mantenimento a domicilio, permetterà di contenere la crescita della spesa». E a proposito di costi la nuova Pianificazione, come indica il messaggio governativo, contempla un aumento del 26% dei posti letto nelle case anziani (circa 1’200 unità), lo sviluppo dei servizi di appoggio e 740mila ore in più di cure a domicilio. Il costo, annuale, per l’ente pubblico sarebbe di 340 milioni di franchi: il 20% a carico del Cantone, l’80 a carico dei Comuni. I quali, rispetto al 2019, dovrebbero spendere circa 100 milioni in più l’anno.
Nella lettera trasmessa alla commissione parlamentare della Gestione dalla Direzione del Progetto Ticino 2020, e firmata dai condirettori Michele Passardi e Marzio Della Santa (capo, al Dipartimento istituzioni, della Sezione enti locali) si legge fra l’altro che "i rappresentanti comunali confermano (...) che quanto richiesto dai Comuni non è la sospensione dell’esame della Pianificazione per vincolarne la sua approvazione alla contestuale approvazione del Progetto Ticino 2020: i tempi sono troppo diversi e questo causerebbe problemi di gestione in tutto il settore che penalizzerebbero in misura sproporzionata la popolazione anziana ticinese. I Comuni confermano nuovamente il loro sostegno alle priorità della Pianificazione integrata definite per la prima parte del periodo di pianificazione (2023-2025), in particolare la misura volta a promuovere le reti integrate di prossimità per le quali si ipotizzano soluzioni organizzative flessibili per meglio rispondere alle esigenze e alle particolarità dei comprensori". Osserva Durisch: «È un passaggio chiave della missiva». Di una presa di posizione, aggiunge il capogruppo del Ps in Gran Consiglio, «sollecitata dalla nostra commissione per chiarire alcuni aspetti emersi dall’audizione del presidente (Felice Dafond, ndr) dell’Associazione dei Comuni ticinesi». Nella lettera alla Gestione si afferma ancora che "quanto chiesto dai rappresentanti comunali è un impegno politico chiaro a sostegno delle proposte sin qui concordate nel quadro di Ticino 2020 per il settore dell’assistenza e della cura alla popolazione anziana, per il quale anche in prospettiva i Comuni continueranno ad assumersi l’80% dei costi residui a carico dell’ente pubblico, fatta eccezione per i costi dei sussidi individuali per gli aiuti diretti al mantenimento a domicilio, che saranno assunti interamente dal Cantone. Impegno politico che – per quanto di loro competenza – in occasione della seduta del 14 novembre scorso del Comitato strategico è stato ribadito sia dal governo che dai rappresentanti comunali".
Nel preavviso favorevole della commissione della Gestione si rileva che lo scenario più probabile dei tre elaborati dal Consiglio di Stato, basandosi sulle previsioni demografiche, ipotizza uno sviluppo medio del settore stazionario e un rafforzamento del mantenimento a domicilio. Questo "permette di contenere la crescita dei costi, considerato il fatto che un anziano che riesce a rimanere a domicilio pesa molto meno sulle finanze pubbliche, cantonali e comunali". Un aumento della spesa ancorché limitato è comunque da mettere in conto, puntualizza il documento. "Rispetto al 2018 (anno di riferimento finanziario della Pianificazione) l’aumento della spesa è di circa 140 milioni di franchi: 112 a carico dei Comuni e 28 a carico del Cantone". A questi si aggiungono circa "130 milioni di contributi a fondo perso per gli investimenti, totalmente a carico del Cantone". Il preavviso ammette che "si tratta di cifre importanti", ma sottolinea che occorre considerare la somma su un arco temporale di dodici anni. "Questa riflessione riduce l’aumento a 11,7 milioni di franchi annui, in media". Crescita dei costi motivata dal fatto che per fine 2030 "la popolazione anziana ticinese aumenterà del 6%, con il 41% in più di over 65 e una crescita del 50% degli ultra ottantenni". Si rammenta infine che "per quanto riguarda l’evoluzione della spesa annua, partendo dai contratti 2022, questa risulta essere inferiore di 5 milioni rispetto a quanto inserito a Piano finanziario per il 2026".
«Gli anziani sono un patrimonio inestimabile per tutti noi», ricorda Michele Guerra: «Abbiamo approfondito dettagliatamente il tema in questi ultimi mesi e oggi siamo stati in grado di sciogliere gli ultimi nodi, soprattutto per quanto riguarda l’effetto della riforma sui Comuni». Un passaggio necessario che consente, quindi, «di procedere con questo passo importante a tutela di tutti gli anziani».
«Sono davvero contento che si sia finalmente sbloccato il preavviso con cui la Gestione aderisce a questa importante riforma», commenta il deputato del Centro/Ppd Lorenzo Jelmini, relatore per conto della commissione parlamentare Sanità e sicurezza sociale sul messaggio governativo concernente la Pianificazione integrata per gli anziani. Una riforma che «permetterà una migliore messa in rete dei servizi a favore delle persone anziani, con il coinvolgimento delle case anziani e dei servizi di cure a domicilio. È poi auspicabile che le case per anziani sviluppino tra di loro una più stretta collaborazione per mettere in comune alcuni servizi, come già avviene ad esempio a Lugano e a Mendrisio». Jelmini ha già allestito il rapporto favorevole alla Pianificazione integrata. Secondo la commissione Sanità, scrive il relatore, la Pianificazione proposta "rappresenta una risposta concreta che mette al centro i bisogni degli anziani e delle loro famiglie e, più in generale, la persona con i suoi valori". I quali "si fondano sulla libertà di scelta e l’autodeterminazione, che si vuole garantire attraverso il consolidamento della presa in carico domiciliare, del principio d’inclusione, del rafforzamento della qualità delle prestazioni e di una migliore accessibilità ai servizi con la promozione di reti di cura integrate".