La sezione ticinese sostiene il lancio di un’iniziativa. In agenda anche il supporto al referendum contro le modifiche all’orario d’apertura dei negozi
Lotta contro i licenziamenti, solidarietà ai lavoratori in lotta (quali gli edili e gli impiegati pubblici), no alla modifica degli orari di apertura dei negozi. Questo, in sintesi, il triplice impegno ribadito la settimana scorsa dall’Unione sindacale svizzera, sezione Ticino e Moesa (Uss-Ti), nel corso della sua assemblea. "I presenti", si legge in un comunicato, "hanno accolto la risoluzione per il lancio di un’iniziativa per rafforzare la protezione contro i licenziamenti. I rappresentanti ticinesi che parteciperanno al prossimo Congresso dell’Unione sindacale svizzera, previsto il 25-26 novembre, sosterranno la proposta del sindacato Unia affinché l’Uss nazionale sia incaricata di preparare un’iniziativa popolare federale. Malgrado la ratifica delle Convenzioni dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, la Svizzera non ha finora voluto impegnarsi a favore di un’adeguata protezione delle lavoratrici e dei lavoratori da qualsiasi forma di discriminazione che pregiudichi il loro diritto di associazione. Anche la tutela dai licenziamenti collettivi è insufficiente. La protezione per i rappresentanti del personale è necessaria, ma anche per le lavoratrici e i lavoratori che rischiano di essere esclusi dal mercato del lavoro, come le donne dopo un congedo maternità e il personale più anziano. I licenziamenti abusivi devono essere puniti più severamente, creando le condizioni che ne consentano l’annullamento. Sulla base degli impegni sottoscritti dalla Confederazione, una più estesa protezione deve finalmente diventare realtà".
L’Assemblea si è inoltre detta solidale con le proteste che hanno portato in piazza, in due differenti manifestazioni, 3’500 affiliati all’Istituto di previdenza del Canton Ticino che rischiano di vedersi decurtate le rendite pensionistiche e più di 2’500 lavoratori edili, alle prese con uno spinoso rinnovo del contratto nazionale mantello (che preordina i contratti collettivi cantonali).
Con un’ulteriore risoluzione, prosegue il comunicato, "delegate e delegati hanno approvato il sostegno al referendum contro le modifiche della legge sugli orari di apertura dei negozi. Il personale addetto alla vendita è contrario agli ampliamenti degli orari di apertura. Chi lavora nel settore, infatti, sa bene che la posta in gioco non è soltanto ‘una domenica in più di apertura’ come vorrebbero farci credere, ma la deregolamentazione delle aperture nella maggior parte del territorio cantonale; sa bene che non ci saranno nuove assunzioni, ma solo ulteriore precarizzazione; sa bene che non saranno avvantaggiati i piccoli negozi, ma solo i grandi gruppi; e sa bene che questo progetto di liberalizzazione non riguarda solo il commercio, ma è un piano molto più ampio che sta coinvolgendo e coinvolgerà tutti gli altri settori".