L’assemblea annuale dell’Uss prende posizione sul ‘diritto di poter vivere del proprio lavoro’ e sulla ‘folle deriva neoliberista del Canton Ticino’
‘Difendiamo il diritto di poter vivere del proprio lavoro’ e ‘Fermiamo la folle deriva neoliberista del Canton Ticino’. Si intitolano così le due risoluzioni adottate martedì a Bellinzona dall’assemblea annuale dell’Unione sindacale svizzera, sezione Ticino e Moesa (Uss-Ti).
Aumenti salariali del 5%, importo dei premi di cassa malati fissati al 10% del reddito disponibile, costituzione di una cassa malati unica federale con premi fissati al reddito e introduzione di una 13esima Avs a livello federale. Queste, in pillole, le prese di posizione dell’Uss-Ti inerenti alla prima risoluzione adottata dall’assemblea.
In difesa del diritto di poter vivere del proprio lavoro, l’Uss-Ti scrive che la ricchezza in Svizzera è distribuita in maniera iniqua e le disparità salariali aumentano sempre di più: “Il Ticino – evidenzia la nota –, dove i salari mediani sono inferiori del 23% rispetto al resto della Svizzera, sarà inoltre flagellato dai premi di cassa malati che saliranno mediamente del 10,5%. Tutto questo avviene in un contesto drammatico che vede il nostro cantone primeggiare negli indici di rilevazione della povertà”.
Tramite la seconda risoluzione, l’Uss-Ti si oppone poi “risolutamente agli ennesimi sgravi per ricchi e rivendica una tassazione equa. Denuncia inoltre i tagli sui servizi cantonali e sul personale pubblico, appoggiando il principio della qualità dei servizi pubblici e di eque condizioni salariali e pensionistiche per i dipendenti del Cantone e degli enti sussidiati”. L’Unione sindacale Ticino e Moesa sostiene perciò il lancio di referendum contro questa politica fiscale.
L’assemblea si scaglia anche contro i tagli determinati dal decreto Morisoli, ma saluta positivamente il fatto che un’ampia maggioranza del parlamento sostenga le modifiche della Legge sull’Istituto di previdenza del Canton Ticino (Lipct). In tal senso, l’Uss-Ti sosterrà “con convinzione la modifica di legge Ipct nella probabile votazione popolare, che si terrà a inizio 2025 o per via dell’adozione del referendum finanziario parlamentare o per via di un referendum popolare promosso dalla destra”.