È la critica della minoranza commissionale (Ps) sull’iniziativa per la deducibilità dei premi di cassa malati per i figli. Annunciato un controprogetto
"Non mirata", "poco trasparente" e "costosa" per le casse pubbliche. È con questa motivazione che il relatore del rapporto di minoranza Ivo Durisch (Ps) invita il Gran Consiglio a respingere l’iniziativa parlamentare ‘Deducibilità dei premi di cassa malati dei figli’ presentata nella forma elaborata da Alessandra Gianella (Plr), Boris Bignasca (Lega), Maurizio Agustoni (il Centro/Ppd) e Paolo Pamini (Udc). Il capogruppo socialista ritiene e ribadisce che "il modo peggiore di voler fare socialità sia attraverso la fiscalità": in alternativa e per lo stesso importo dell’iniziativa al vaglio della sottocommissione Tributaria della Gestione, la minoranza di questa proporrà un controprogetto in forma generica per concedere sussidi di cassa malati anche a quelle fasce di ceto medio che oggi non ne hanno diritto. "Un aiuto molto più mirato ed efficace", scrive Durisch.
Ricapitolando, l’iniziativa interpartitica presentata lo scorso 23 settembre prevede di introdurre una deduzione fiscale per premi di cassa malati di 1’200 franchi per ogni figlio a carico, allineando così la legge tributaria ticinese al progetto di revisione dell’Imposta federale diretta (Ifd 2024). Una proposta simile, ricordano gli stessi iniziativisti, era stata rigettata dal Gran Consiglio nel 2020 in quanto "mancò la concertazione a causa delle fasce di popolazione toccate dalla proposta". Proposta che però a loro avviso è giustificato ripresentare di fronte alla continua erosione del potere d’acquisto delle famiglie ticinesi dovuta al rincaro dei premi di cassa malati, all’aumento del costo dell’energia e più in generale un’inflazione su diversi beni. "Una risposta immediata, concreta e tangibile", la definiscono.
L’operazione costerebbe alle casse pubbliche una decina di milioni. Sulla base delle stime fatte nel 2020 dalla Divisione delle contribuzioni, evidenzia l’iniziativa, "il minor gettito non dovrebbe superare i 5,6 milioni di franchi sul piano dell’imposta cantonale sul reddito e circa i 4,4 milioni sul piano delle imposte comunali sul reddito", con la specificazione che "il calo di gettito sarebbe verosimilmente minore in considerazione delle coppie il cui premio di cassa malati è attualmente sussidiato".
La minoranza commissionale che siede a sinistra del parlamento però non ci sta in quanto ritiene che la proposta favorirebbe le fasce di reddito più alte utilizzando male importanti risorse dello Stato. «Visto che si tratta di una deduzione, il beneficio economico è proporzionale all’aliquota di imposta. Dunque più questa è alta, più il beneficio sale», considera da noi interpellato Ivo Durisch, che nel rapporto propone una serie di calcoli: «Ad esempio per una famiglia con due figli e un reddito di 52’700 franchi, il beneficio con la nuova deduzione proposta dall’iniziativa sarebbe di 9 franchi. Per un nucleo familiare con un reddito di 1 milione e 32’700 franchi, invece, il beneficio sarebbe di 650 franchi».
Ecco dunque il controprogetto con la proposta di utilizzare i 10 milioni di costo dell’iniziativa per aiutare in maniera più importante il ceto medio tramite sussidi invece che deduzioni. "In questo modo si riesce a colmare in maniera più mirata la valle dai 112mila ai 142mila franchi di reddito netto", annota Durisch. Che articola: «I sussidi attuali per una famiglia con due figli si fermano alla soglia del reddito netto di 112mila franchi. La nostra idea è di estendere un sussidio fino ai 142mila, quindi di far convogliare in modo mirato gli aiuti per questa fascia». Insomma, un modo per «colmare una lacuna nel ceto medio senza dare aiuti a chi in realtà non ne ha bisogno – rileva Durisch –. Abbiamo stimato che il beneficio per questa fascia sarebbe più del doppio rispetto a quello proposto dalla deduzione richiesta con l’iniziativa».
«Un’iniziativa costosa la nostra? Anzitutto – rileva il capogruppo in Gran Consiglio del Centro/Ppd Maurizio Agustoni, contattato dalla ‘Regione’ – l’impatto sui Comuni è trascurabile, visto che parliamo di un minor gettito d’imposta di circa 4,4 milioni di franchi spalmato su più di cento Comuni. Quanto alle conseguenze per le finanze cantonali, si tratterebbe di 5,6 milioni di minor gettito: una somma che, credo, possiamo permetterci se consideriamo i quattro miliardi di spesa annua del Cantone, di cui 350 milioni per i sussidi al pagamento dei premi di cassa malati. Sussidi, ricordo, dei quali non beneficia gran parte di quel ceto medio che la nostra iniziativa si prefigge invece di aiutare, consentendo per esempio a una famiglia con due figli di risparmiare duecento, trecento franchi. Che a fronte di un notevole esborso annuo, alla luce del consistente aumento dei premi, sono comunque qualcosa».
Per il capogruppo del Ps, la vostra iniziativa sarebbe anche poco trasparente? «In sottocommissione – replica Agustoni – la Divisione delle contribuzioni ci ha dato tutte le cifre richieste. L’iniziativa è quindi molto trasparente». Non solo. «I dati fornitici dal Fisco confermano che questi cinque milioni andrebbero a favore del ceto medio, di quelle famiglie con figli che per il meccanismo vigente non ricevono i sussidi di cassa malati». Aggiunge il capogruppo del Centro/Ppd: «A chi già oggi riceve il sussidio, l’importo verrà comunque aumentato per il fatto che il sussidio è calcolato sul premio di riferimento, che è salito. In teoria potremmo anche aumentare i milioni, ora 350, per i sussidi di cassa malati. Ma il ceto medio a causa degli attuali parametri rischierebbe di essere tagliato fuori anche in questo caso. La nostra proposta ha raccolto un ampio consenso in sottocommissione, perché è l’unica soluzione praticabile nell’immediato per contenere l’impatto del forte incremento dei premi di cassa malati nel 2023 sul ceto medio. Perché, confrontato con l’inflazione e i vari rincari, il ceto medio possa almeno avere questa deduzione fiscale di 1’200 franchi per figlio assicurato».