Lo chiede una mozione, già approvata dal Consiglio nazionale, accolta dalla commissione della pianificazione del territorio del Consiglio degli Stati
Gli edifici costruiti illecitamente fuori dalle zone edificabili devono beneficiare di un condono edilizio dopo 30 anni dalla loro realizzazione. Lo chiede una mozione, già approvata dal Consiglio nazionale nel marzo scorso, accolta anche dalla commissione della pianificazione del territorio del Consiglio degli Stati. L’atto parlamentare concerne in modo particolare i rustici della Svizzera italiana, i mazot vallesani e i maiensässe grigionesi.
Stando al parlamento, con questa mozione verrebbe equiparato il termine di prescrizione applicato per edifici non conformi situati all’interno delle zone edificabili con quelli costruiti nelle zone non edificabili.
"La maggioranza della commissione ha condiviso un simile cambiamento alla luce anche della giurisprudenza recente del Tribunale federale (Tf) che ha creato incertezze in questo ambito", si legge nella nota. Inoltre, "molti Cantoni conoscono già un termine di prescrizione per edifici fuori dalle zone edificabili". La commissione è anche d’accordo di valutare se questo aspetto possa essere incluso nell’attuale revisione della legge sulla pianificazione del territorio.
L’atto parlamentare è stato depositato nel 2021 dopo una sentenza del Tf che fa giurisprudenza. Esprimendosi sul caso di un deposito lucernese situato in zona agricola, il Tribunale ha deciso che queste costruzioni illegali devono essere demolite, anche se costruite prima del 1983.
Secondo i calcoli della televisione svizzero tedesca Srf, sono circa 600mila gli edifici situati fuori zona edificabile. In Ticino i rustici sarebbero 2’000, secondo il direttore del dipartimento del territorio Claudio Zali.
Per il relatore commissionale Mike Egger (Udc/Sg), l’applicazione della decisione del Tf comporterebbe oneri amministrativi sproporzionati e ingestibili per le autorità cantonali e comunali competenti. "Non si tratta di proteggere le persone che agiscono illegalmente. Tuttavia, se un Comune in 30 anni non è stato in grado di contestare un edificio costruito fuori zona edificabile, allora si dovrebbe applicare la prescrizione. Questo periodo è infatti più che sufficiente per scoprire tali costruzioni e farle demolire" aveva però sottolineato Egger.
Stando ad altri membri del Nazionale intervenuti durante la discussione in aula, prevedendo che l’obbligo di ripristinare la situazione conforme alla legge si estingua dopo 30 anni, come previsto per gli edifici costruiti all’interno delle zone edificabili, non si fa altro che garantire la parità di trattamento.