Lo ha eletto oggi l’Assemblea dei magistrati. Designati gli altri due membri titolari (Canonica Minesso e Balerna) e i supplenti (Olgiati e Giamboni)
Il giudice Damiano Stefani è il nuovo presidente del Consiglio della magistratura. Lo ha eletto questo pomeriggio l‘Assemblea dei magistrati a tempo pieno, chiamata a designare – per il periodo 1° gennaio 2023/31 dicembre 2028 – i componenti togati dell’organo che vigila, con poteri anche disciplinari, sul funzionamento del sistema giudiziario ticinese. Oltre a Stefani, giudice del Tribunale d’appello (è attivo alla Seconda Camera civile), l’assemblea ha nominato gli altri due membri titolari del Cdm: si tratta di Claudia Canonica Minesso, pretore di Lugano, e di Andrea Maria Balerna, procuratore generale sostituto. Canonica Minesso è stata designata pure vicepresidente del Consiglio. L’Assemblea dei magistrati a tempo pieno ha eletto anche i due membri supplenti del Cdm: sono i giudici d’Appello Angelo Olgiati e Sonia Giamboni, operativi rispettivamente alla Corte di appello e di revisione penale e alla prima Camera civile. Diretta dal presidente del Tribunale d’appello Damiano Bozzini, la riunione si è tenuta nell’aula penale maggiore del Palazzo di giustizia a Lugano.
Il nuovo Consiglio della magistratura entrerà in carica all’inizio del prossimo anno. Tocca ora al Gran Consiglio completare la squadra, eleggendo i membri ‘laici’, i non togati, del Cdm. I quali – dopo l’assai discutibile ribaltone deciso dal parlamento nell’ottobre del 1997 con una modifica di legge, cosa che aveva suscitato non poche perplessità negli ambienti giudiziari – costituiscono la maggioranza dei componenti l’organo di autogoverno della magistratura. Il Gran Consiglio dovrà designare quattro membri e tre supplenti.
Secondo infatti la vigente Legge sull’organizzazione giudiziaria, il Consiglio della magistratura si compone di sette membri e di cinque supplenti. La durata della carica è di "sei anni": i membri e i supplenti "sono rieleggibili al massimo per complessivi dodici anni". Tre membri e due supplenti, aggiunge la Log, "devono essere scelti tra i magistrati in carica che svolgono la loro attività a tempo pieno". Vengono eletti "dall’assemblea dei magistrati". Quest’ultima "designa, tra i membri da essa scelti, il presidente e il vicepresidente del Consiglio della magistratura, che stanno in carica per sei anni". Gli altri componenti del Cdm, i non togati appunto, sono invece nominati dal parlamento. Ovvero: "Quattro membri e tre supplenti del Consiglio della magistratura – recita la Legge sull’organizzazione giudiziaria – sono eletti dal Gran Consiglio fra gli altri magistrati, ex magistrati o altri cittadini attivi; non più di due membri e di un supplente possono essere scelti fra avvocati iscritti all’Ordine degli avvocati del Cantone Ticino".
Già pretore del Distretto di Leventina e pretore penale, Damiano Stefani è giudice del Tribunale d’appello dal 2011. Quale presidente del Consiglio della magistratura, subentra a Werner Walser, anch’egli giudice d’Appello. Con Walser, e sempre per aver raggiunto il limite di durata della carica, lascia il Cdm il vicepresidente: il giudice Nicola Respini, alla guida della Corte dei reclami penali. Del Consiglio della magistratura uscente – al centro di dure critiche in occasione della procedura di rinnovo delle cariche nel 2020 in seno al Ministero pubblico (la procedura seguita dal Cdm in quella circostanza è stata sconfessata dapprima dal parlamento, che ha rieletto cinque pp ‘bocciati’ dal Consiglio, e in seguito da una sentenza del Tribunale d’appello) –, altri due membri, questi non togati, si ritirano: Luca Beretta Piccoli e Battista Ghiggia non sollecitano infatti un ulteriore mandato. Stesso discorso per i cinque supplenti. Ossia i giudici del Tribunale penale cantonale Amos Pagnamenta e Marco Villa, nonché Alessandra Alberti, Davide Cerutti e Fabio Martello. Dunque un ricambio consistente: nove componenti su dodici, tra membri e supplenti. Fra i membri togati titolari del Consiglio uscente, Canonica Minesso. Che oggi è stata rieletta.
Sempre nella riunione odierna si è anche deciso di avviare la revisione del Regolamento dell’Assemblea dei magistrati a tempo pieno: questo «per adeguarlo alle riforme legislative intervenute e per snellire le procedure», spiega il presidente del Tribunale d’appello Damiano Bozzini, da noi interpellato. Il procuratore generale sostituto Balerna e il giudice dei provvedimenti coercitivi Ares Bernasconi elaboreranno una proposta di revisione del Regolamento da sottoporre alla prossima assemblea. E la elaboreranno, afferma Bozzini, «con l’aiuto dei magistrati che vorranno dare il proprio contributo».