Il dopo elezioni in Italia e gli effetti del ciclone Meloni
Le nuove ‘rotte migratorie’, che non sono quelle dei migranti che spesso ci rimettono la vita, riportano a Bruxelles la varesina Lara Comi, già astro nascente di Forza Italia, nonché pupilla di Silvio Berlusconi, per due legislature parlamentare europea. È uno degli effetti del ciclone Meloni. L’esito del voto del 25 settembre vede nove eurodeputati che a Bruxelles stanno preparando gli scatoloni per trasferirsi nella città eterna. Nove, su tredici che si erano candidati alle elezioni di domenica scorsa. Ora al loro posto siederanno i primi dei non eletti alle Europee del 2019. Un cambio della guardia che vede tra gli altri Silvio Berlusconi, quasi mai presente alle sedute di Strasburgo, e Antonio Tajani, ex presidente dell’Eurocamera, ora in lizza per un posto da ministro o da presidente della Camera. Saranno sostituiti da Lara Comi (prende il posto dell’ex premier) e da Alessandra Mussolini, che subentra a Tajani.
Almeno stando ai numeri, la Mussolini ha in cantiere un programma con la Rai, mentre la Comi è coinvolta in una indagine giudiziaria per la maxiinchiesta sulla ‘Mensa dei poveri’. Attualmente è sotto processo. Nel novembre 2019 l’ex europarlamentare varesina, molto conosciuta in Canton Ticino, spesso in prima fila nelle dispute transfrontaliere, come il casellario giudiziale e il blocco dei ristorni, era finita agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta ‘Mensa dei poveri’, che aveva scoperchiato un doppio sistema corruttivo riguardante la spartizione di incarichi e prebende tra politici locali ed europei, professionisti e imprenditori su larga scala. Il provvedimento restrittivo nei confronti di Lara Comi, accusata di truffa aggravata e false fatturazioni, era stato revocato un mese dopo dal Tribunale del riesame. Nel 2020 su richiesta di Bruxelles si era vista sequestrare 525mila euro, in solido con altri cinque indagati fra cui il padre, accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubblica.