Confine

Lara Comi rinviata a giudizio a Milano

La ex europarlamentare di Forza Italia comparirà davanti a una corte insieme ad altre 62 persone. È accusata di corruzione.

La ex eurodeputata Lara Comi
15 luglio 2021
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La giovane ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi e altre 62 persone sono state rinviate a giudizio nel procedimento scaturito dall’inchiesta Mensa dei poveri su un presunto “sistema” di mazzette, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia che aveva portato a 28 arresti nel maggio del 2019. Tra loro l’ex vicecoordinatore lombardo ‘azzurro’ ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella e il consigliere lombardo e collega di partito Fabio Altitonante. 

La giudice per l’udienza preliminare Natalia Imarisio li ha mandati a processo, accogliendo la richiesta dei pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri. Tra coloro che dal prossimo 18 novembre, davanti ai giudici della VI sezione penale del Tribunale di Milano, dovranno affrontare il dibattimento anche il patron della Tigros Paolo Orrigoni, l’imprenditore Daniele D’Alfonso, l’ex dg di Afol metropolitana Giuseppe Zingale e il sindaco leghista di Gallarate Andrea Cassani.  Si sono costituiti Parte civili i Comuni di Milano e Gallarate, Amsa, Accam S.p.A. e Afol. Complessivamente un centinaio gli imputati nell’indagine che ha travolto la politica lombarda riconducibile al centro destra. Dopo l'estate il giudice milanese si pronuncerà sui cinque imputati che hanno chiesto la messa alla prova e su altri 27 che hanno presentato istanze di riti alternativi, tra patteggiamenti e processo in abbreviato.

Tra coloro che puntano a patteggiare, oltre al deputato di Forza Italia Diego Sozzani, accusato di corruzione (al momento l’istanza non è stata presentata in quanto si sta cercando di concordare la pena con la Procura) ci sono le 11 persone che si sono già visti respingere l’istanza in fase di indagini preliminari dall’allora gip Maria Vicidomini, che aveva ritenuto incongrue le pene. Fra coloro che hanno chiesto il patteggiamento c'è anche l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, ritenuto il presunto “burattinaio” del sistema: ha collaborato a lungo nell’inchiesta e avrebbe ricevuto il consenso dai pm per 4 anni e 10 mesi. 

Qualche giorno fa, infine, è stata archiviata dal gip la posizione di Lara Comi e dell’industriale bresciano titolare della Omr holding e presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, in relazione al filone di indagine in cui era contestato un finanziamento illecito per 31mila euro. L'ex europarlamentare Lara Comi, a lungo considerata una politica in carriera, è molto conosciuta in Canton Ticino, per via delle sue ripetute prese di posizioni contro decisioni prese dal Consiglio di Stato, come il casellario giudiziale o il blocco dei ristorni dei frontalieri.