Durisch (Ps): cassa malati unica pubblica da riproporre. Il Plr: livelli insopportabili, ecco dove agire. La Lega: sconcerto e rabbia. I Verdi: più aiuti
«È una cosa allucinante!», sbotta il capogruppo del Ps in Gran Consiglio Ivo Durisch. L’aumento dei premi di cassa malati per l’anno prossimo in Ticino sarà del 9,2 per cento. Una media. Il che significa che a dipendenza della cassa cui si è assicurati e della regione (1 o 2) c’è chi pagherà di più, addirittura sopra, ben al di sopra del dodici per cento. «Per le famiglie del ceto medio sarà un disastro e per quelle del ceto medio-basso questo vero e proprio salasso sarà di fatto un invito a indebitarsi – dice alla ‘Regione’ il deputato socialista –. In assenza di un aiuto finanziario immediato da parte dello Stato, temo che ci sarà una crescita consistente dell’indebitamento delle economie domestiche, considerato anche il rincaro non indifferente dei beni primari. A questo punto – aggiunge Durisch – ritengo che sia altamente opportuno riproporre l’istituzione di una cassa malati unica pubblica, lavorando comunque nel contempo sul contenimento della spesa. Di certo, così non si può andare avanti».
Così non si può andare avanti, perché l’aumento dei premi "sta raggiungendo livelli insopportabili per ampie fasce della popolazione", evidenzia a sua volta il Plr. Per il quale occorre agire su più piani. I liberali radicali ticinesi ricordano quindi la loro proposta, formulata di recente "in collaborazione con i gruppi parlamentari di Lega, il Centro e Udc", di introdurre "una deduzione fiscale per premi di cassa malattia di 1’200 franchi per ogni figlio a carico già a partire dall’anno fiscale 2023". Vi è inoltre da "parificare il sistema di pagamento delle cure ambulatoriali a quello applicato per le cure stazionarie, in modo da contenere i costi riversati sui premi". Il Plr chiede inoltre al governo di "accelerare" i tempi per quanto riguarda la nuova pianificazione ospedaliera: "Evitare i doppioni, migliorare efficienza ed efficacia e concentrare le specializzazioni sono aspetti fondamentali. Anche se ciò comporterà per i cittadini dover rinunciare all’accesso a tutte le cure in un raggio di venti minuti d’automobile come oggi. Una situazione che appare sempre meno sostenibile". Non solo. "Serve maggiore responsabilità individuale", scrive ancora il Plr.
L’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana "si oppone" però "fermamente a un semplice scaricare la responsabilità su chi è malato ed ha bisogno di cure". Secondo l’Acsi "svariate ulteriori misure possono essere messe in atto: alcuni esempi sono la creazione della cartella informatizzata del paziente (che consentirebbe risparmi grazie a un miglior passaggio delle informazioni) o la riduzione del costo dei farmaci, anche attraverso la diffusione dei farmaci generici". Ciò che consentirebbe "risparmi immediati senza intaccare in alcun modo la qualità delle cure".
Restiamo al presente. Meglio, all’immediato futuro. A quell’aumento medio, da togliere il sonno, del 9,2 per cento. «A Berna l’atto parlamentare di Marina Carobbio che chiede di aumentare del 30 per cento il contributo federale per i sussidi dei premi di cassa malati, è stato purtroppo bloccato agli Stati, su proposta di un deputato del Centro, e rinviato in commissione – riprende Durisch –. Un aiuto urgente per il 2023, che per il Ticino si traduce, si sarebbe tradotto in quaranta milioni di franchi da erogare alle famiglie». Che fare invece a livello cantonale? «Come ho sostenuto, occorre agire anche sulla spesa, ma in maniera decisa – afferma il capogruppo del Ps –. Bisogna finalmente arrivarne a una con la nuova pianificazione ospedaliera: benché oggi non sia lo stazionario il maggiore responsabile dell’incremento dei costi, quest’ultimi vanno comunque contenuti anche nel suddetto settore, evitando per esempio doppioni quanto a strumenti di diagnosi. Che sono costosi. E poi, dati alla mano, in Ticino negli ultimi anni abbiamo assistito a un incremento importante del numero di medici. Cosa che dovrebbe far riflettere seriamente, visto che in ambito sanitario l’offerta crea la domanda». E i centri medici? «Dipende da come sono gestiti: di sicuro il centro medico non deve essere una Sa con l’unico scopo di fare soltanto utili, prescrivendo analisi a tutto spiano». Rileva Durisch: «C’è comunque un problema di fondo che va risolto: non sappiamo ancora come è strutturata la spesa sanitaria nel cantone. Mi auguro che la nuova commissione parlamentare speciale di controllo sugli istituti ospedalieri e l’Eoc (Ente ospedaliero cantonale, ndr), istituita nel febbraio di quest’anno su mia proposta, favorisca, in collaborazione con il Dipartimento sanità e socialità, l’accesso a questi dati».
Per la Lega dei Ticinesi si tratta dell’"ennesima ingiustificata stangata" di cui prende atto "con sconcerto e rabbia, ma senza sorpresa". Rispetto all’aumento ticinese nettamente superiore a quello nazionale, "non viene fornita alcuna spiegazione plausibile, anche perché non ne esiste nessuna – valuta il movimento di Via Monte Boglia –. Troppo facile nascondersi dietro il solito mantra dell’invecchiamento della popolazione" o "della struttura ospedaliera del cantone". Biasimo poi per il fatto che "nessuna informazione viene inoltre fornita a proposito dell’influenza dei profughi ucraini sugli aumenti del premio di cassa malati", e dito puntato anche contro le riserve degli assicuratori malattia che "rimangono a livelli elevatissimi, ma il Consiglio federale e la maggioranza del Consiglio degli Stati, quest’ultima influenzata da parlamentari che sono contemporaneamente lobbisti degli assicuratori malattia, non ne hanno finora voluto sapere di decretare l’obbligatorietà della restituzione". A fronte di questa situazione, oltre a sostenere la deducibilità dei premi per i figli a carico, la Lega reputa la propria iniziativa popolare per la deducibilità fiscale integrale dei premi "ad oggi l’unico strumento in grado di sostenere i cittadini, e in particolare quelli del ceto medio, nell’affrontare i continui e ingiustificati salassi in campo di assicurazione malattia".
A giudizio del Centro/Ppd quello annunciato per il Ticino è un aumento "intollerabile". Si tratta di "uno shock per la classe media in particolare e per le famiglie che hanno un reddito medio-basso e che soffrono già da tempo per il costante innalzamento dei premi. A questo si aggiunge la crisi energetica e l’inflazione", rimarca con preoccupazione il partito. Di fronte a una situazione considerata di grande gravità, "la responsabilità della politica è quella di agire subito con misure concrete e incisive: ora più che mai l’iniziativa per un freno ai costi della salute presentata dal Centro a livello nazionale è urgente per frenare in modo durevole l’aumento dei premi di cassa malati". Sul piano cantonale i margini di intervento sono invece ritenuti "purtroppo limitati". Nell’immediato è però "importante agire con misure che, per quanto parzialmente, riducano il peso di questo aumento sulle tasche delle cittadine e dei cittadini". A questo proposito il Centro auspica che il Gran Consiglio adotti già nelle prossime settimane la recente iniziativa elaborata presentata con Plr, Udc e Lega per introdurre anche nel nostro Cantone la deducibilità fiscale dei premi di cassa malati dei bambini, "in modo che già dal 2023 le famiglie con figli a carico possano ottenere una riduzione delle imposte".
"Saremo uno dei cantoni con i premi più alti e questo è davvero preoccupante se si considera che il Ticino è anche il cantone dove si guadagna di meno", osservano dal canto loro i Verdi, che ritengono necessari interventi a più livelli: "Nel breve termine lo Stato deve versare maggiori contributi alle persone in difficoltà. Inoltre, pensiamo ci sia un potenziale di risparmio che non comporta una riduzione dei servizi e deve essere sfruttato ora. In particolare, aumentare gli investimenti nella promozione della salute (che avrebbero come conseguenza un notevole risparmio di costi), ridurre in modo significativo i prezzi dei farmaci più costosi, i costi amministrativi degli assicuratori malattia e le retribuzioni eccessive dei quadri superiori, evitare gli interventi inutili e implementare l’Iniziativa sulle cure infermieristiche solo per far qualche esempio". Tra le richieste anche quella di adeguare i margini e la remunerazione dei farmaci così come le tariffe di laboratorio. "Tuttavia – considerano i Verdi –, per risolvere il problema saranno necessarie misure sostanziali quali la concezione di premi di cassa malati più equi che siano legati al reddito e una cassa malati pubblica".
Rispetto al tema delle riserve delle casse malati – riserve a cui secondo il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa (vedi anche pagina 3) si potrebbe attingere maggiormente per calmierare i premi –, Céline Antonini, responsabile per la Svizzera italiana di curafutura (una delle due associazioni, l’altra è santésuisse, che riunisce gli assicuratori malattia) sostiene che sarebbe controproducente abbassarle troppo: «Il consigliere federale Alain Berset stima che le riserve passeranno dai 12 miliardi di inizio 2022 a 9,5 miliardi a fine anno. I motivi vanno dal rimborso agli assicurati, a un aumento dei costi molto più importante del previsto, fino alle evoluzioni sui mercati finanziari. Se scendiamo ulteriormente e andiamo sotto al nuovo minimo legale stabilito a 7,4 miliardi, in futuro bisognerà aumentare i premi per ristabilire tale soglia». Una soglia minima di riserve, precisa Antonini, esiste in ogni settore assicurativo, e serve a far fronte alle possibili fluttuazioni. «9,5 miliardi sembrano tanti – valuta la responsabile di curafutura – ma se consideriamo che la spesa dell’assicurazione di base corrisponde a 36 miliardi, le riserve attuali equivalgono a tre mesi di prestazioni. Il vero problema da risolvere è quello dei costi, che nel 2021 per il Ticino hanno conosciuto un aumento dell’8,4% (prestazioni nette), aumento che prosegue nel 2022». Per contenerli, curafutura sostiene la revisione del tariffario medico (passaggio al Tardoc), il progetto Efas ("finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie", con anche le prime finanziate sia da Cantone che da casse malati) e più incentivi per farmaci generici, riforme che avrebbero un impatto del 5% sui premi. A livello cantonale sono fondamentali la Pianificazione ospedaliera e gli interventi sulla densità dei medici.
Ricorda il portavoce di santésuisse Ivo Giudicetti: «La riduzione dello 0,2% dei premi su scala nazionale per il 2022 è stato il risultato di una forte pressione politica, in particolare da parte dei Cantoni, tra i quali il Ticino che ha voluto assumere il ruolo di pioniere». Santésuisse, continua Giudicetti, «aveva avvertito che l’utilizzo delle riserve per fissare premi non corrispondenti ai costi avrebbe provocato un effetto di recupero negli anni successivi. Ciò che si era già verificato in passato, nel 2001 e nel 2008, quando il Consiglio federale aveva imposto l’uso delle riserve per mantenere i premi al di sotto dell’andamento dei costi sanitari: negli anni successivi, gli assicurati hanno subìto aumenti fino al 9% a causa dell’effetto di recupero e della necessità di ricostituire le riserve. L’effetto di recupero, con un consistente aumento dei premi per il 2023, arriva nel momento meno opportuno, con le famiglie che già stanno soffrendo per l’inflazione in molti altri settori».