Si è riunito in assemblea a Locarno l’Oati. La presidente Sarah Stadler a tutto campo tra digitalizzazione, rapporti con le autorità e formazione
Digitalizzazione, rapporti con le autorità cantonali, federali e con la Federazione svizzera degli avvocati (Fsa), formazione interna e progetti futuri. È stato ricco il menù dell’annuale assemblea dell’Oati, l’Ordine degli avvocati del Canton Ticino che si è tenuta a Locarno dopo il saluto istituzionale del direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi.
Nell’incontro con la stampa che ha preceduto l’assemblea, la presidente dell’Oati Sarah Stadler ha ricordato, si diceva, «l’importanza del processo di digitalizzazione in atto nel nostro settore: nel 2026 la piattaforma digitale Justitia 4.0 sarà resa operativa a tutti gli effetti, e occorrerà che ogni avvocato arrivi preparato a questo cambiamento epocale». In particolare, l’Oati all’inizio del 2023 «organizzerà, di concerto con la Fsa, un seminario con un programma che consentirà a ogni avvocato partecipante di misurare lo stato del proprio studio legale rispetto a quanto già oggi esiste e a quanto sarà richiesto di adeguare dal profilo informatico con l’implementazione effettiva della nuova piattaforma digitale».
Guardare al proprio interno certo, ma con un occhio di riguardo sempre alla collaborazione: è per questo motivo che «l’Oati ha ulteriormente rafforzato i rapporti con la Divisione della giustizia, laddove cioè i flussi e gli scambi di informazioni sono costanti e proficui» ricorda Stadler. L’Ordine degli avvocati «costituisce un importante interlocutore nell’ambito delle procedure di consultazione, come pure per le prese di posizione nei confronti di iniziative parlamentari aventi per oggetto questioni giuridiche presentate dai granconsiglieri all’attenzione del Consiglio di Stato».
Se è intensa la collaborazione con le autorità cantonali, l’Oati guarda con interesse anche alla crescente fecondità del rapporto con la Fsa: «Abbiamo relazioni solide e costanti a livello nazionale», conferma Stadler. Che si traduce anche in atti concreti, «come Ordine cantonale portiamo i nostri membri ad accedere ai gruppi di lavoro e alle commissioni che svolgono dei lavori estremamente importanti a livello legislativo, quel lavoro preparatorio che porta all’adozione di determinati articoli di legge proponendo suggestioni o altro».
Il delegato e vicepresidente dell’Oati Andrea Lenzin, al riguardo, annota che «è importante essere vigili sulle norme di nuova introduzione che toccano direttamente o indirettamente gli interessi della categoria: è soprattutto sotto questo aspetto che la Fsa cerca di intervenire, perché chi è attivo in parlamento non necessariamente ha tutte le competenze tecniche per poter valutare a fondo la portata di determinate modifiche legislative. Si cerca, quindi, quando interpellati nei processi di consultazione di trasferire la conoscenza al parlamento». Una conoscenza che «riveste un carattere fondamentale, siamo molto ascoltati». L’esempio definito come «più eclatante» da Lenzin è quello sulla chiusura della procedura di adozione del nuovo Codice di procedura penale «dove proprio grazie all’intervento della Fsa due norme molto problematiche dal profilo giuridico sono state stralciate: una, l’articolo 147a, che prevedeva un divieto di partecipazione agli interrogatori dell’imputato nella prima fase dell’inchiesta, e l’altra era il diritto del Ministero pubblico di ricorrere contro le decisioni di scarcerazione. Entrambe le norme sono state stralciate, quindi è un esempio concreto di come si può essere efficaci a livello federale».
Tornando in Ticino, la presidente dell’Oati Stadler auspica che «la formazione, fondamentale nel nostro lavoro, possa avere anche dei corsi qui senza dover sempre prendere il treno e andare oltre Gottardo». E, a cavallo tra formazione e informazione, spiega che «il 25 novembre organizzeremo, in collaborazione con la Divisione della giustizia, una giornata di studio sulla violenza domestica: l’approccio – dice ancora Stadler – sarà multidisciplinare, perché davanti a questi casi un avvocato sa bene come fare il suo lavoro, ma è giusto che sia più informato su quali uffici fare affidamento, sapere dove può portare a dormire una donna o dei bambini vittime di violenza, come aiutare in senso più completo».