Ordine degli avvocati: Gianluca Padlina traccia un bilancio, con lo sguardo al futuro, della sua presidenza. Gli subentra, eletta dall'assemblea, Sarah Stadler
Si fa presto a dire giustizia digitalizzata in Svizzera. «Il traguardo purtroppo è ancora lontano. Il progetto ’Justitia 4.0' dovrebbe concretizzarsi, è stato indicato, tra il 2026 e il 2027: l’auspicio è che questo termine venga rispettato e che lo scambio dei documenti in formato digitale possa finalmente iniziare. In quest’ambito il nostro Paese è in ritardo nel confronto internazionale. Basti pensare all’Italia, dove l’utilizzo della posta elettronica certificata per la notifica degli atti giudiziari è una realtà da molti anni». Quello della digitalizzazione della giustizia è uno dei dossier che Gianluca Padlina lascia in eredità alla sua subentrante alla testa dell’Ordine ticinese degli avvocati. E cioè a Sarah Stadler, già vice di Padlina, eletta oggi pomeriggio dall’assemblea, tenutasi a Mendrisio, alla presidenza dell’Oati. Assemblea dell’Ordine preceduta, come da tradizione recente, da una conferenza stampa: gli ultimi appuntamenti di Padlina in veste di responsabile dell’Oati.
E nel tracciare il bilancio di oltre due anni vissuti da presidente - carica che ha assunto nel giugno del 2019 - non poteva non accennare al piano nazionale, che coinvolge Confederazione e Cantoni, per lo scambio elettronico “entro il 2026”, secondo il sito www.justitia40.ch, di dati e atti giudiziari fra le parti di un procedimento civile, penale o amministrativo. La digitalizzazione, ha evidenziato Padlina, «permette alle parti di un procedimento di interagire rapidamente e consente alla giustizia e ai suoi attori di ridurre i costi». Ovvero le spese postali e quelle derivanti da stampa e archiviazione di documenti. Per Padlina, bisogna adesso far di tutto per rispettare la scadenza del 2026, affinché la Svizzera «possa essere competitiva pure in questo settore». Anche se, ha riconosciuto il presidente uscente dell’Oati, «l’applicazione del progetto ha risvolti tecnici non indifferenti».
La digitalizzazione della giustizia passa comunque anche «dalla digitalizzazione degli studi legali», ha ricordato a sua volta Andrea Lenzin, da oggi vicepresidente dell’Ordine. Per questa ragione, ha fatto sapere, la Federazione svizzera degli avvocati (Fsa) «sta fornendo le necessarie informazioni ai propri affiliati, perché non perdano questo importante treno». ’Justitia 4.0' è tra gli argomenti al centro degli incontri fra l’Oati e la Divisione giustizia del Dipartimento istituzioni. «Ci ha fatto piacere che dietro nostra proposta il Cantone si sia messo a disposizione per eseguire dei test legati alla digitalizzazione», ha sostenuto Padlina, sottolineando «gli ottimi rapporti» fra l’Ordine e il Dipartimento. Ed è grazie pure a questi «ottimi rapporti» che «è stato possibile agevolare il lavoro degli studi legali durante la fase più acuta della pandemia con le conseguenti restrizioni decise dalla Confederazione». Già, un momento non facile. Per non bloccare la macchina della giustizia il Consiglio federale, ha rammentato Padlina «nell’aprile 2020 ha autorizzato, con un’ ordinanza, lo svolgimento, per un periodo limitato di tempo, delle udienze mediante videoconferenza, ma senza predisporre un disciplinamento né tecnico né procedurale». Sul tema «è poi intervenuto il Tribunale federale, stabilendo che per poter svolgere un dibattimento tramite videoconferenza serve il consenso di tutte le parti coinvolte». Il Tf «ha però lasciato aperta una serie di quesiti». Che il Consiglio dell’Ordine «ha sottoposto alla Federazione svizzera degli avvocati per i necessari approfondimenti, e chiarimenti, con le competenti autorità». E ancora: nonostante il coronavirus, il servizio di consulenza giuridica gratuita organizzato dell’Oati è rimasto attivo. Lo scorso anno «sono state offerte 423 consulenze, di cui 121 in forma telefonica per via della pandemia».
La pubblicazione delle sentenze cresciute in giudicato è un altro dei dossier sotto la lente dell’Ordine degli avvocati. «Abbiamo sollecitato il Cantone ad aggiornare il sito www.sentenze.ti.ch: sollecitiamo un aggiornamento tecnico ma anche - ha spiegato Padlina - una prassi uniforme da parte delle varie autorità giudiziarie, in modo che le decisioni definitive vengano pubblicate in tempi congrui». La banca dati delle sentenze pronunciate in Ticino «è per noi avvocati uno strumento di lavoro piuttosto importante per conoscere la giurisprudenza dei tribunali cantonali e come si evolve». Sull’argomento è peraltro pendente una mozione all’indirizzo del Consiglio di Stato dei deputati Fiorenzo Dadò (Ppd) e Sabrina Aldi (Lega). Per i due granconsiglieri l’accesso dei cittadini alle sentenze va migliorato. Occorre pertanto, scrivono nell’atto parlamentare, “migliorare l’implementazione del principio di pubblicità" e, aggiungono, “valutare l’adozione di un concetto di informazione dell’intero potere giudiziario”.
«Lascio la presidenza di un Ordine in piena salute», ha detto Padlina. Lo attestano anche i numeri: a inizio 2021 «erano iscritti 761 avvocati e 192 praticanti». A Gianluca Padlina succede Sarah Stadler. «Sono consapevole dell’impegno e della grande responsabilità che mi attendono, ma sono anche tranquilla e serena, poiché so di poter contare su un Consiglio dell’Ordine estremamente valido», ha dichiarato alla ’Regione’ la nuova presidente dell’Oati. Da segnalare che nel Consiglio sono entrati gli avvocati Athos Mecca e Vinh Giang, in sostituzione di Augusta Simoni e di Padlina, che dopo otto anni è tenuto «per limiti statutari» a uscire dall’organo esecutivo dell’Ordine. Da segnalare pure che l’assemblea ha omaggiato il giudice Mauro Mini, che dopo diciassette anni ha lasciato la magistratura (era presidente della Corte dei reclami penali). «Un magistrato distintosi in particolare nel campo della formazione e quale autore di opere dottrinali», ha sottolineato Padlina. Quest'ultimo non esce completamente di scena: a Padlina infatti il Consiglio dell’Oati ha affidato la presidenza della neonata commissione interna per le questioni di diritto pubblico.